PROGETTAZIONE EDUCATIVA / DIDATTICA
Elaborazione del progetto educativo che deve fare da guida ideale a tutta l’attività educativa e didattica che si svolge in una istituzione formativa, fornendo a tutte le sue componenti un riferimento prospettico chiaro e condiviso di → valori, mete formative, principi d’azione, sistemi di relazioni interpersonali e istituzionali e modalità di → valutazione.
1. P. e orientamenti normativi. L’attività di p.e. e didattica porta a definire quello che nella Carta dei servizi della scuola viene identificato come «Progetto Educativo di Istituto», cioè quadro delle «scelte educative e organizzative» e dei «criteri di utilizzazione delle risorse». L’istanza progettuale è stata ripresa negli anni novanta dalla normativa riguardante l’autonomia della scuola e il riconoscimento delle cosiddette scuole paritarie. Il Piano dell’Offerta Formativa è un impegno previsto dalla legge e dal suo regolamento attuativo al fine di presentare non solo l’identità della istituzione, ma anche gli impegni che essa intende prendere nei confronti degli utenti. Il POF dovrebbe derivare da un lavoro progettuale, che parte dalla scelta di un orizzonte di valori di riferimento, si confronta con la realtà culturale e sociale della popolazione, studenti e genitori, a cui si rivolge, propone specifici percorsi formativi, curricolari ed extracurricolari, prevede opportune soluzioni di carattere organizzativo e didattico. Ne deriva metodologicamente l’adozione di uno schema di lavoro che dall’analisi dei bisogni formativi degli studenti, considerati nel loro contesto di vita, giunge alla definizione e formulazione di un quadro di obiettivi formativi, sulla base dei quali si prospettano percorsi didattici validi ed efficaci, modalità organizzative coerenti, forme e tempi di verifica e valutazione. Tutto ciò dovrebbe essere realizzato quanto più possibile in rapporto con il territorio e le aspirazioni di sviluppo culturale, sociale e produttivo in esso presenti. Di qui il concetto di programmazione territoriale della scuola. In un senso più legato al concetto di → curricolo per p. si può intendere l’impostazione previa dell’ → azione educativa e / o didattica che ne prefigura gli obiettivi, i contenuti, i metodi e le modalità di valutazione. La p. può essere svolta a vari livelli: nazionale, regionale, locale, di singola classe e disciplina. Essa può riguardare una singola lezione, un’ → unità didattica, un testo scolastico, un programma didattico audiovisivo, un → software didattico multimediale, l’impianto stesso culturale ed educativo dei programmi di studio nazionali. In senso più personale e soggettivo la p. riguarda il significato, i valori, lo stile e le scelte di vita che ciascuno si propone di far propri come prospettiva o orientamento esistenziale. In questo senso si parla di «progetto di vita», che fa da riferimento alla propria autoeducazione.
2. Origine e rilievo in campo educativo. Di progetti educativi più o meno esplicitamente formulati nelle loro assunzioni teoriche e pratiche è ricca la letteratura pedagogica, anche se il termine «progetto» ha avuto una diffusione generalizzata in questi ultimi tempi. Molto spesso veniva usata l’espressione → sistema educativo in senso analogo, anche se ovviamente oggi siamo più avvertiti circa il preciso senso di quest’ultimo termine. Con significati simili è stata anche utilizzata la parola metodo educativo. Così spesso si usano oggi in maniera interscambiabile le espressioni: «sistema educativo preventivo», «metodo educativo preventivo», «progetto educativo preventivo». Occorre tuttavia essere avvertiti circa gli slittamenti di significato che si hanno nell’utilizzazione delle tre espressioni, che concettualmente non risultano del tutto equivalenti. Ciò premesso, un progetto educativo rimanda ai destinatari, ai valori, ai principi, alle indicazioni di metodo, alle modalità di rapporto educativo, alle doti personali, culturali e morali, necessarie nell’educatore, che ne costituiscono i caratteri peculiari.
3. Origine e sviluppi in campo didattico. Anche nell’ambito dell’ → insegnamento, metodi di p. dell’azione didattica sono sempre stati presi in considerazione in modo più o meno esplicito. L’insistenza attuale sul momento progettuale dell’azione didattica può essere fatto risalire agli apporti della tecnologia dell’educazione, che a partire dagli anni venti, ha progressivamente delineato una metodologia di lavoro sempre più chiara e definita. In particolare la p. di un percorso didattico può essere collegata all’idea di poter identificare con una certa precisione ed efficacia i passi successivi che gli allievi dovrebbero percorrere per conquistare determinate conoscenze e competenze. L’avvento delle macchine per insegnare e dell’ → istruzione programmata ha dato un nuovo impulso alla p.d., in quanto dovevano essere identificati con grande precisione i singoli obiettivi didattici parziali, le modalità di presentazione e di consolidamento delle conoscenze e competenze da questi richiesti, le forme di valutazione del loro raggiungimento, i percorsi alternativi nel caso di non conseguimento. Tale spinta è stata ulteriormente sollecitata dalle ipotesi più recenti di sviluppo di percorsi istruttivi gestiti da sistemi informatici (→ tecnologia dell’educazione), in cui la p. e sviluppo dei programmi didattici ha un rilievo ben più importante della loro somministrazione. Ciò è particolarmente evidente nei percorsi formativi sviluppati con tecniche di → insegnamento a distanza.
4. Critiche e distinzioni. Critiche a una insistenza eccessiva sull’importanza del momento progettuale sono venute da chi, come L. Stenhouse (1977), pensa che il cuore dell’attività formativa consista nell’organizzare attività ricche di potenzialità educative da cui ciascuno possa trarre vantaggi personali, anche diversi da quelli degli altri. Altre critiche possono derivare dal mettere in evidenza i pericoli di una sottovalutazione dell’importanza dell’azione educativa concreta e della relazione educativa effettivamente instaurata con tutte le problematiche decisionali e di rapporti sociali che queste comportano. In ambito scolastico una p.e. e didattica corretta dovrebbe essere considerata come la formulazione di un’ipotesi di intervento formativo sufficientemente organizzato nelle sue componenti essenziali, ma suscettibile di continui adattamenti flessibili alle situazioni concrete man mano che queste lo esigono. D’altra parte nel contesto scolastico la p.e. può essere distinta da quella didattica in quanto la prima è più attenta alla promozione della crescita personale e sociale dell’educando, mentre la seconda si concentra prevalentemente sulle componenti di natura culturale e professionale. La prima deve essere considerata come il riferimento ideale e valoriale che forma l’orizzonte educativo entro cui deve essere sviluppata la p.d. relativa alle varie discipline di insegnamento. Infine sia la p.e. che quella didattica vanno distinte dalla programmazione degli interventi, cioè dalla predisposizione concreta dei tempi, delle risorse e delle singole azioni formative da impostare all’inizio di ogni anno o ciclo di studi. Tuttavia nei documenti ufficiali scolastici si nota una certa ambiguità di definizione tra p. e programmazione. Come criteri operativi di distinzione si possono assumere i seguenti: a) criterio temporale: la p. considera un respiro temporale più ampio del solo anno o quadrimestre scolastico, in genere pluriennale; b) criterio sostanziale: la p. riguarda il quadro generale di identificazione educativa o formativa che la comunità intende assumere come riferimento stabile per la sua azione mentre la programmazione si riferisce a scelte più puntuali e di natura prevalentemente organizzativa. In altre parole la programmazione elabora, entro il quadro fornito dal Progetto Educativo di Istituto e dai programmi scolastici o formativi in vigore, un piano di lavoro limitato a un anno scolastico o formativo, che indica nel concreto i tempi, le risorse, le attività da sviluppare per rendere operativo tale Progetto.
5. Elementi costitutivi della p. In una p.e. le articolazioni portanti sono costituite in primo luogo dai fini, o valori di riferimento, che sono chiamati a formare l’orizzonte educativo entro cui acquista senso e validità l’azione formativa. Questo orizzonte deve appoggiarsi sulla visione antropologica assunta dagli educatori, o dalla comunità educante, cioè su una concezione dell’uomo, della società e del loro bene, non astratta, bensì connessa strettamente con il contesto culturale e sociale di riferimento. Il secondo elemento costitutivo di ogni progetto educativo riguarda i destinatari dell’azione formativa e la loro condizione umana, culturale, sociale ed economica. La lettura attenta e l’interpretazione di tali condizioni alla luce dei valori o ideali educativi di riferimento permette di individuare da una lato la domanda educativa presente, cioè bisogni di formazione emergenti, e dall’altra la scelta e definizione degli obiettivi educativi da assumere come intenti operativi per l’azione formativa. Il terzo passaggio riguarda la prefigurazione dell’azione formativa, la scelta e organizzazione delle risorse formative, cioè delle pratiche educative (attività ed esperienze, loro contenuti, metodi e strumenti) disponibili e che appaiono valide ed efficaci: valide nei riguardi degli obiettivi e dei valori di riferimento, efficaci nei confronti dei risultati che si intendono conseguire. Si tratta della componente strategica della p., cioè della prefigurazione di un percorso formativo che può essere realizzata solo in riferimento a un concreto e specifico contesto educativo, orchestrando in maniera conveniente le differenti risorse formative disponibili in vista di mete educative determinate. Il quarto e ultimo passaggio è costituito dalla impostazione di un sistema di regolazione dell’azione formativa, cioè di valutazione continua e finale. L’istanza valutativa ha un ruolo e un significato permanente e puntale nel guidare l’azione. In effetti, sia nel momento di analisi della situazione iniziale, sia in quello di conduzione dell’azione progettata, sia in quello di verifica dei suoi risultati è presente sempre l’esigenza di interpretare e valutare quanto si riscontra nella realtà educativa. Di qui la necessità di prefigurare i dispositivi da mettere in atto per rendere presente e operante tale istanza.
6. Prospettive teoriche. Sono state elaborate nel passato, e vengono tutt’oggi prospettate, teorie sistematiche relative alla p. di interventi didattici di varia natura, dalla configurazione di azioni formative scolastiche, alla redazione di testi e manuali di autoistruzione, alla predisposizione di programmi multimediali o di costruzione di ambienti di insegnamento a distanza e di e-learning. In genere queste teorie progettuali valorizzano teorie di riferimento relative all’apprendimento, alla motivazione, alla comunicazione, ecc. In questi ultimi anni è stata valorizzata una metodologia di ricerca educativa basata su progetti, i cosiddetti esperimenti progettuali, che mette in luce l’esigenza di partire da un progetto sufficientemente definito nel suo impianto, ma sensibile alla esigenze emergenti nel contesto dinamico della realtà educativa scolastica. Le scelte di modifica e adattamento del progetto, tuttavia, vanno adeguatamente giustificate e documentate (Pellerey, 2005).
Bibliografia
Kaufman R. A., Educational system planning, Englewood Cliffs, Prentice Hall, 1972; Stenhouse L., Dalla scuola del programma alla scuola del curricolo, Roma, Armando, 1977; Keller J. M., «Motivational design of instruction», in C. M. Reigeluth (Ed.), Instructional design theories and models: An overview of their current status, Hillsdale, Erlbaum, 1983; Vecchi J. - J. M. Prellezo (Edd.), Progetto educativo pastorale: Elementi modulari, Roma, LAS, 1984; Merrill M. D., Instructional design theory, Englewood Cliffs, Educational Technology Publications, 1994; Pellerey M., P. didattica, Torino, SEI, 21994; Semeraro R., La p. didattica. Teorie, metodi, contesti, Firenze, Giunti, 1999; Pellerey M., Verso una nuova metodologia di ricerca educativa. Per una Ricerca Basata su Progetti (Design based research), in «Orientamenti Pedagogici» 52 (2005) 721-737.
M. Pellerey