AZIONE EDUCATIVA

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AZIONE EDUCATIVA

Intervento intenzionale, individuale o di gruppo o sociale, volto a promuovere il divenire integrale della​​ ​​ personalità, individuale e / o comunitaria, nella sua globalità o in qualche suo aspetto (v. anche​​ ​​ a. didattica).

1. L’a. è al crocevia di soggettività ed oggettività, di passato, presente, futuro. In essa la novità e l’alterità delle persone, delle cose e degli eventi si incontrano nel vivo del divenire storico, sia nelle modalità quotidiane sia in quelle che hanno valore di evento per la vita propria o per quella comunitaria. Nell’a. essere, conoscere, valutare, decidere ed impegnarsi si danno in una dinamica dagli esiti non scontati. L’a. è infatti intimamente percorsa ed attraversata dal mondo delle intenzioni, dei progetti, delle volontà, delle speranze, delle attese, e prima ancora dal mondo dei bisogni, degli impulsi, dei desideri, delle aspirazioni individuali, di gruppo, collettive.

2. La riflessione sull’a. aiuta a comprendere l’intenzionalità educativa e a precisare meglio l’​​ ​​ intervento educativo. In proposito può essere interessante la distinzione, ripresa da​​ ​​ Aristotele, tra prassi (praxis)​​ e produzione (poiesis)​​ (Et. Nic.,​​ VI,3-4, 1149 ss.), parallela alla distinzione di​​ ​​ Tommaso d’Aquino tra «actio immanens» (che rimane nell’agente, come il sentire, l’intendere, il volere) e «actio transiens» (che passa da chi opera in qualcosa di esterno, visto come prodotto) (Sum. Theol.,​​ I-II, q. 3, a. 2; e q. 111, a. 2), ed equivalente alla distinzione tra «agire» e «fare», presente un po’ in tutte le lingue. Essa permette di cogliere come l’educazione sia un​​ agire​​ che nasce nell’interiorità personale ed insieme un​​ produrre​​ parole, gesti, strumenti, condizioni, strategie, modelli che mediano il​​ ​​ rapporto educativo. In tal modo si evidenzia la responsabilità individuale e la corresponsabilità di gruppo o collettiva e la necessità di collegare in educazione tecnologia, teoria, etica e abilità.

3. La prospettiva tradizionale dell’educazione si incentrava quasi esclusivamente sull’attività intenzionale degli educatori.​​ Un’analisi più approfondita mostra invece che in concreto l’educazione appare​​ come un intersecarsi di azioni​​ (sia nel senso largo di attività e di operazione in genere, sia nel senso specifico di agire cosciente e libero e di produzione di oggetti): oltre quelle degli educatori (in qualità di genitori, parenti, docenti, dirigenti, animatori, ecc.; individualmente o come​​ team​​ educante), quelle degli educandi (come figli, allievi, membri di gruppi o di associazioni, ecc.; come singoli e come gruppi variamente strutturati), e quelle di coloro che a vario titolo, direttamente o indirettamente, personalmente o istituzionalmente, si interpongono od intervengono come variabili concomitanti dell’a.e. Ciascuno interviene con proprie intenzioni, opera secondo modi personali, coopera o si pone come «frontiera interna» rispetto all’a. altrui. Si comprende come si richieda una​​ ​​ progettazione educativa e una concordata​​ ​​ programmazione educativa, nella prospettiva di una speciale processualità (​​ processo educativo).

4. La filosofia dell’a. di indirizzo ermeneutico, aiuta a comprendere pure la​​ situazionalità,​​ la storicità e la singolarità propria dell’a.e., fino al suo carattere di​​ evento​​ in certa misura irrepetibile. Da ciò si evince la necessità di strategie conoscitive che individuino situazioni e​​ ​​ bisogni educativi nella loro contestualità; e trova rinnovata rilevanza la richiesta di una educazione contestualizzata e personalizzata (​​ personalizzazione).

Bibliografia

Bubner R.,​​ A.,​​ linguaggio e ragione,​​ Bologna, Il Mulino, 1985; Dalle Fratte G.,​​ La decisione in pedagogia,​​ Roma, Armando, 1988; Blondel M.,​​ L’a.,​​ Cinisello Balsamo (MI), Paoline, 1993; Damiano E.,​​ L’a. didattica,​​ Roma, Armando, 1993; Vayer P.,​​ La dinamica dell’a.e., Roma, Il Minotauro, 1999; Gramiglia A..,​​ Manuale di pedagogia sociale: scenari del presente e a.e., Roma, Armando, 2003.

C. Nanni