MACCHINE PER INSEGNARE

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MACCHINE PER INSEGNARE

L’introduzione di un mezzo meccanico o elettromeccanico per imparare non è una novità del nostro tempo. Il termine m.p.i. però risale a questo secolo ed è legato agli studi sull’​​ ​​ istruzione programmata per potenziare l’istruzione automatizzata. Attualmente ha un significato più articolato di quello iniziale espresso da Pressey e​​ ​​ Skinner dove veniva accentuato maggiormente la «m.» e meno il «programma» che rende la m. interessante. L’insieme delle funzioni necessarie per insegnare può essere compiuto in vari modi attraverso un rapporto diretto con l’insegnante o mediato attraverso altri materiali e m. Anche se oggi con i sistemi computerizzati la m.p.i. ha perso la sua importanza primitiva ha ancora una certa significatività soprattutto dove si hanno situazioni particolari di insegnamento dovute a casi di soggetti in difficoltà per motivi diversi determinati da forme più o meno gravi di​​ ​​ handicap. Potremmo definire la m.p.i. come​​ un meccanismo d’istruzione usato per produrre cambiamenti sistematici nel comportamento di uno studente.​​ Essa è strutturata in modo che possa adempiere ad un insieme di funzioni utili ai fini dell’​​ ​​ apprendimento di una persona. Naturalmente le m.p.i. devono avere un programma di insegnamento ben strutturato nei più piccoli dettagli e devono prevedere un minimo di interazione con chi le sta utilizzando, diversamente risultano demotivanti e in fondo poco utili.

Bibliografia

Calvani A.,​​ Manuale di tecnologie dell’educazione, Pisa, ETS, 1999; Id.,​​ Che cos’è la tecnologia dell’educazione, Roma, Carocci, 2004.

N. Zanni​​