AUDIOVISIVO

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AUDIOVISIVO

Il termine a. è relativamente nuovo ed ha un significato molto ampio e fluido.

1.​​ Precisazioni.​​ Pur essendo alquanto discutibile da un punto di vista semantico, con tale termine si abbraccia un complesso di situazioni e di tecniche nuove che si riferiscono al suono, all’immagine fissa e in movimento vista in modo integrato o separato. Esso proviene dall’ambiente pedagogico americano degli anni 1930 / 40 e si è diffuso rapidamente nell’immediato dopoguerra in Europa e in diversi altri Paesi. Nella lingua francese esso appare per la prima volta nelle Raccomandazioni della X Conferenza Internazionale dell’Educazione del 1947 ed entra nel lessico scolastico nel 1959. Nel mondo scolastico italiano appare ufficialmente nel 1956 e all’incirca negli stessi anni in diversi altri Paesi europei. Per a. potremmo intendere «l’insieme di procedimenti elettrici ed elettronici di riproduzione e di diffusione delle immagini e del suono utilizzati nella comunicazione di massa per una ricezione collettiva o individuale organizzata» (Dieuzeide, 1976, 11). Oggi il termine indica sia apparecchiature (​​ hardware)​​ destinate a produrre o a trasmettere messaggi visivi e sonori, sia tutto ciò che viene utilizzato come supporto per riprodurre tali messaggi,​​ ​​ software,​​ per visualizzare cioè immagini e trasmettere suoni. Esso viene usato in contesti ed ambienti assai diversi. Lo possiamo trovare nel settore produttivo, in quello formativo, nel settore dell’assistenza e del tempo libero e perfino in quello politico. L’a. nei processi formativi ha un ruolo che può variare in base alla sensibilità delle persone e all’uso che ne viene fatto, ma che fondamentalmente riguarda aspetti di supporto e di integrazione all’azione formativa in generale. Esso può potenziare notevolmente la capacità di espressione e di​​ ​​ comunicazione: sia per​​ estendere i messaggi​​ tradizionali, perfezionarli, renderli più intuitivi e facilmente ripetibili soprattutto per chi ha scarse capacità di astrazione; sia per dare un​​ contributo innovativo​​ all’intervento, coinvolgendo le persone in modo più diretto.

2. Utilizzazione.​​ Gli a. sono apparecchiature che trattano immagini e suoni utilizzando il linguaggio orale e iconico. È chiaro dunque che per avere una resa ottimale quando si usano in modo sistematico, è necessario essere attenti ad una serie di problemi relativi alle modalità di comunicazione in generale, oltre che a quelle specifiche del linguaggio usato dell’a. considerato. In chi intende usarli si rende necessario acquisire una conoscenza delle possibilità comunicative di tali linguaggi, almeno negli aspetti fondamentali ed una capacità di utilizzarli concretamente in modo efficace. Normalmente un a. si presta bene per:​​ trasmettere dei contenuti​​ completando, ad es., un messaggio con immagini o commenti semplificati e legati in modo strumentale al particolare concetto da evidenziare;​​ stimolare una discussione / creare interesse​​ in modo da avviare un discorso che verrà poi approfondito con altri mezzi ed in altri momenti;​​ dimostrare abilità da acquisire o atteggiamenti da modificare​​ evidenziando situazioni legate all’oggetto o alla realtà che si vuole far vedere;​​ approfondire particolari​​ di discorsi, di situazioni o oggetti, enfatizzando, in questo caso, gli aspetti che si vogliono studiare per facilitarne la comprensione;​​ documentare la realtà​​ a scopo anche solo informativo. L’a. normalmente facilita molto la trasmissione di conoscenze e l’acquisizione di atteggiamenti desiderati, difficilmente però riesce ad esaurire una tematica complessa. Per completare l’informazione o anche solo per meglio interiorizzarla, si rende necessario aggiungere un apporto successivo attraverso un lavoro di ricerca personale e di gruppo, con interventi di esperti o semplicemente approfondimenti con letture personali. Normalmente l’a. contribuisce a problematizzare, presentare una parte o alcuni aspetti di un tema che verrà successivamente puntualizzato e completato per una sua comprensione completa. Solo con tematiche relativamente semplici e con​​ software​​ ben strutturati si riesce ad essere esaustivi attraverso l’a. Nell’apprendimento il momento di interiorizzazione di conoscenze ed abilità ha forme e ritmi molto personalizzati che difficilmente possono essere gestiti completamente e autonomamente da un a.

3.​​ Prospetto.​​ Oggi gli a. sono presenti in diversi ambienti e sono in continua evoluzione. Un elenco preciso è difficile da fare e rischierebbe di essere incompleto. Inoltre molto dipende da cosa si vuole sottolineare:​​ aspetti storici​​ in cui si evidenziano salti qualitativi o generazionali;​​ aspetti di ordine percettivo o intellettivo; aspetti legati all’integrabilità dei processi formativi;​​ o infine​​ aspetti pratici o di convenienza​​ didattica o commerciale. Il mercato oggi ne propone una certa varietà. Alcuni tipi si presentano principalmente come​​ apparecchiature per un solo uso:​​ lavagna luminosa, proiettore per diapositive e​​ filmstrips, proiettore per​​ microfiches, episcopio, registratore, radio, giradischi (sostituiti sempre più da​​ compact disc),​​ proiettore per film (super 8 oppure 16 / 32 mm), televisione (sia a circuito chiuso via cavo, sia via etere). Altri invece si presentano più come​​ sistemi integrati​​ con nomi legati alle funzioni o alle ditte costruttrici:​​ diatape​​ (registratore + proiettore diapositive), epidiascopio (episcopio + proiettore diapositive),​​ diagraf​​ (lavagna luminosa proiettore per diapositive),​​ multivision​​ (insieme di più proiettori opportunamente sincronizzati),​​ videotop​​ (super 8 con possibilità di variare velocità delle sequenze). Tra gli a. oggi si potrebbe annoverare anche il​​ personal computer,​​ nel senso che può gestire ed integrare suoni e immagini in funzione di una migliore comunicazione. Esso ha però caratteristiche e peculiarità che vanno oltre l’ambito di un a., essendo una apparecchiatura della nuova generazione più potente e versatile. In quest’ottica è quindi riduttivo vederlo come un semplice a.

Bibliografia

Dieuzeide H.,​​ Le tecniche audiovisive nell’insegnamento, Roma, Armando, 1976; Rivoltella P. C. (Ed.),​​ L’a. e la formazione: metodi per l’analisi,​​ Padova, CEDAM, 1998; Parmeggiani P.,​​ Dall’a. al multimediale: documentare per la didattica e la ricerca,​​ Verona,​​ Forum, 2000; Chiocci F. et al.,​​ La grana dell’audio: la dimensione sonora della televisione,​​ Roma, RAI / ERI, 2002.

N. Zanni