PIETISMO
In Germania nella prima metà del Seicento già si delineava la nascita del razionalismo illuministico, ma contemporaneamente in seno al → protestantesimo sorgeva un movimento religioso che, in un certo senso, risentiva dell’indirizzo giansenistico.
1. Iniziatore del P. fu Filippo Giacomo Spener (1635-1705), che mirava a reagire all’atteggiamento dogmatico ed all’eccessivo formalismo dottrinale dei teologi luterani, esaltando il valore della purezza della coscienza e del sentimento che va colto nella sua immediatezza. Come i giansenisti (→ Giansenismo) anche i pietisti muovevano dal principio della natura umana corrotta dal peccato originale. Conseguentemente il processo educativo, se solo la fede e la pietà possono risanare l’uomo, deve essere guidato da un’amorevole vigilanza sul fanciullo, evitando che questi sia fuorviato da gioie anche innocenti (e quindi niente giochi, niente premi, niente elogi).
2. Fondatore della pedagogia pietistica e delle attuazioni scolastiche a questa ispirate fu → Francke. Seguì studi di teologia, filosofia, filologia, storia. Istituì a Lipsia il Collegium philobiblicum, e fu insegnante all’università. Di lui va ricordata la grande aspirazione ad istituire un «Seminario universale in cui si procacciasse un reale miglioramento di tutte le classi sociali in Germania, in Europa, in tutte le parti del mondo». Forse da questa angolatura si possono giustificare le varie scuole da lui fondate ad Halle. Si preoccupò dapprima dei ragazzi poveri, la cui ignoranza lo aveva colpito; accanto alle scuole, fondò poi l’orfanotrofio, per ragazzi e ragazze separatamente, nel 1695 il Paedagogium, dove alcuni studenti da lui diretti si dedicavano all’istruzione dei ragazzi provenienti da famiglie abbienti. Nasceva successivamente il Seminarium praeceptorum, frequentato da studenti di teologia mantenuti gratuitamente nell’orfanotrofio, con l’obbligo di insegnare due ore al giorno nel Paedagogium. Un nuovo seminario veniva aperto nel 1707, destinato proprio alla preparazione degli insegnanti (Seminarium selectum praeceptorum). Altra istituzione fu poi la scuola latina (il nostro ginnasio). In definitiva, ecco i dati relativi alla situazione alla morte del Francke: 134 fra maschi e femmine nell’orfanotrofio, 1725 nelle scuole tedesche (o elementari), divise in due categorie, poveri e abbienti, 400 nella scuola latina, 82 nel Paedagogium. Va ricordato che, proprio in vista di uno stretto rapporto tra scuola e vita, negli istituti di Halle non si trascurava l’istruzione professionale. Uomo estremamente pratico il Francke fondò pure una farmacia, una tipografia con vendita di libri, una biblioteca, un gabinetto di storia naturale e arte. Tra gli scritti del Francke è da ricordare la Breve e semplice istruzione sul modo di indirizzare i bambini verso la vera beatitudine divina e la saggezza cristiana (1702). Occorre intendere rettamente col cuore e con l’intelletto le sentenze della Bibbia sì da tradurle «in atti di fede e d’amore», e la preghiera altro non è che un libero rivolgersi a Dio con proprie parole. Pace con Dio e apertura al mondo: la vera saggezza ha come fondamento scienza ed esperienza. Occorre mirare alla fondazione di un Cristianesimo bene operante. Un solo cenno alla organizzazione. Per le materie, oltre alla componente religiosa, l’insegnamento prevede lettura, scrittura, aritmetica, musica. Nel Paedagogium si aggiunge lo studio del lat., del gr., dell’ebraico, ed anche delle lingue orientali. Si attribuisce importanza alla historia naturalis. La giornata si articola nelle varie attività dalle 5 alle 22. Domina il senso della concretezza anche di fronte alla realtà economica, e le autorità laiche vedono con favore l’iniziativa.
3. I tentativi di sviluppo di attività artigianali troveranno realizzazione nelle Realschulen, frutto duraturo della pedagogia pietista. Per primo diede una struttura a queste J. J. Hecker, un discepolo del Francke: la nuova istituzione ebbe il pieno appoggio di Federico il Grande. In essa poté sviluppare il suo metodo tabellare e letterale.
Bibliografia
a) Fonti: Spener Ph. J., Pia Desideria (1675), ediz. critica a cura di K. Aland (1940), trad. it. a cura di R. Osculati, Torino, Claudiana, 1986. b) Studi: Calò G., «Francke e il P. nella storia della pedagogia», in Dall’umanesimo alla scuola del lavoro, Firenze, La Nuova Italia, 1940; Catalfamo G., «Il pensiero pedagogico nei secoli XVII e XVIII», in M. F. Sciacca (Ed.), Grande antologia filosofica, vol. XVI, Milano, Marzorati, 1968, 228-235; Hoser E., «Francke», in M. Laeng (Ed.), Enciclopedia pedagogica, vol. III, Brescia, La Scuola, 1989, 5085-5088; Sacchi R., «P.», in Ibid., vol. V, 1992, 9090-9092; Id., «Spener», in Ibid., vol. VI, 1994, 11036-11038; Buzzi F., «P.», in Enciclopedia Filosofica, vol. IX, Milano, Bompiani, 2006, 8621-8622.
F. De Vivo
PIETRO LOMBARDO → Scolastica