effetto PIGMALIONE

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PIGMALIONE: effetto

L’effetto P. trova la sua applicazione nell’educazione, particolarmente nell’apprendimento, con una progressiva trasformazione del suo significato. P. è un mitico re di Cipro, il quale, dopo aver scolpito la statua di Venere, se ne innamora. L’idea fondamentale del mito che un intenso rapporto affettivo può modellare una persona è stata elaborata da G. B. Shaw nell’opera teatrale​​ Pygmalion,​​ in cui un professore di letteratura trasforma l’uso non corretto della lingua inglese di una fioraia di origine ungherese in un uso perfetto. Negli anni ’40 Robert Merton ha sostenuto che le aspettative, anche se fondate sulle convinzioni errate, si realizzano ed ha coniato l’espressione «profezia che si autorealizza».

1. Negli anni ’60 del sec. scorso, Rosenthal e Jacobson (1968) ipotizzarono che le aspettative degli insegnanti potrebbero produrre un effetto benefico sullo​​ ​​ sviluppo intellettuale dei loro alunni. Essi idearono un esperimento per dimostrare che è possibile creare negli insegnanti con informazioni errate sui loro alunni delle aspettative positive o negative sulla loro intelligenza, e di conseguenza che essi li avrebbero trattati nel modo corrispondente promovendo o inibendo il loro sviluppo intellettuale. I due autori riportarono varie conferme sperimentali sull’effetto delle aspettative degli insegnanti esattamente come avevano ipotizzato. L’opera ebbe notevole eco e stimolò ulteriori verifiche; tuttavia sollevò anche numerose critiche (Poláček, 1985). In base a tali contributi l’effetto delle aspettative è stato esteso anche ad altre variabili (oltre all’intelligenza) come la motivazione ed è stata operata la distinzione tra le aspettative indotte sperimentalmente e quelle naturali (razza, sesso, livello socioculturale dell’alunno). È stata chiarita inoltre la portata dell’autorealizzazione delle predizioni, una logica conseguenza delle aspettative (predizione positiva o negativa che l’insegnante fa sull’alunno e che questi poi realizza). Una delle conclusioni importanti sulle aspettative riguarda il fatto che esse devono essere fondate sulla realtà; le aspettative superiori alle possibilità dell’alunno hanno un effetto transitorio e non fanno parte del tessuto vitale del soggetto. La fioraia di Shaw lo ha espresso molto bene: «Ho dimenticato la mia lingua di una volta e la nuova che ho appreso è inutilizzabile».

2. L’effetto P. trova applicazione anche in altri settori della vita umana: nella medicina (effetto placebo e operazioni simulate danno sollievo agli ammalati), nella ricerca sociologica (il campione tende a comportarsi secondo le aspettative dello sperimentatore), nel rapporto terapeutico. In questo ultimo caso il terapeuta può trovare molto gratificante il rapporto con il paziente e per prolungarlo può cercare di mantenere il paziente in uno stato di dipendenza e in tal modo ritardare la separazione. A tale scopo ritarda la sua crescita e riduce la sua autonomia. Allo stesso modo può comportarsi un genitore verso il figlio.

3. Dalla pubblicazione dell’opera di Rosenthal e Jacobson (1968) sono passati più di 35 anni e sull’effetto P., sulle aspettative e sulle predizioni che si autorealizzano sono state condotte numerose ricerche. Da esse è possibile trarre, come hanno fatto Jussim e Harber (2005) le seguenti considerazioni di cui alcune operazionali: a) la profezia che si autorealizza avviene realmente nelle classi, ma l’effetto è solo modesto, non aumenta sensibilmente nel tempo e spesso progressivamente diminuisce; b) tale profezia può realizzarsi in modo notevole per soggetti appartenenti a gruppi fortemente etichettati e stigmatizzati socialmente; c) è molto incerto se le aspettative positive contribuiscano allo sviluppo dell’intelligenza e quelle negative lo inibiscano; d) se le aspettative degli insegnanti producono un effetto (positivo o negativo) lo fanno molto di più perché sono fondate sui dati piuttosto che su errate supposizioni. Sarebbe ingenuo, notano Trouilloud e Sarazzin (2003), credere che le aspettative negative possano essere del tutto eliminate in quanto esse fanno parte delle convinzioni irrazionali, presenti in tutte le aree della vita personale e sociale.

Bibliografia

Rosenthal R. - L. Jacobson,​​ Pygmalion in the classroom: Teacher expectation and pupils’ intellectual development, New York, Holt, Rinehart and Winston,​​ 1968; Poláček k.,​​ Le aspettative degli insegnanti e il rendimento scolastico degli alunni,​​ in «Orientamenti Pedagogici» 32 (1985) 651-666;​​ Trouilloud D. - P. Sarazzin,​​ Les connaissances actuelles sur l’effet Pygmalion: Processus,​​ poids et modulateurs, in «Revue Française de Pédagogie»,​​ 2003, 145, 89-119;​​ Jussim L. - K. D. Harber,​​ Teacher expectations and self-fulfilling prophecies: knowns and unknowns,​​ resolved and unresolved controversies, in «Personality and Social Psychology Review», 2005, 9,​​ 131-155.

K. Poláček