PROCESSO EDUCATIVO
Per p. si intende in generale una successione di fatti o fenomeni o attività aventi tra loro un nesso più o meno profondo. A voler essere più circostanziati, specie quando si parla di p. storici, in cui oltre agli andamenti fisici, naturali, interviene anche l’azione umana libera, nell’idea di p. è contenuta anche l’implicanza di una sequenzialità rivolta verso qualcosa che si pone, più o meno coscientemente, come fine e che porta a organizzare l’insieme, e persino a sottoporre a regole e norme le soggettività che intervengono o interagiscono nel p. In pedagogia l’idea di p. è anzitutto connessa con il divenire e con la crescita delle persone. In tal senso il termine si applica alla → formazione. Il concetto di p. è poi applicato all’azione e all’intervento di educatori (e degli stessi educandi) sul divenire personale. In tal senso si parla di p.e. (→ educazione).
1. L’educazione come p. L’educazione, infatti, non si risolve in un atto singolo o in un’azione di breve durata. Necessita di dispiegarsi nel tempo e di agire su piani articolati e diversi; e di organizzarsi secondo un certo disegno o progetto, più o meno manifesto o più o meno cosciente, ma non per questo meno impegnativo o strutturante l’azione concreta (→ curricolo). In senso più largo l’educazione è p. perché parte dalla carica di vitalità insita nell’organismo totale, la sviluppa e la investe nelle situazioni relazionali in cui viene a vivere e operare. Essa, infatti, per un verso funziona come una concentrazione interna di strutture e dinamiche germinali corporee e psichiche, spirituali e di grazia, e per altro verso come sviluppo evolutivo genetico di personalità, di vita, di comportamenti, di un sistema di relazioni verso sé, gli altri, il mondo, la società, la cultura, la storia, la trascendenza.
2. Proposte diverse. Il behaviorismo insiste sul p. d’apprendimento sociale rinforzato. La → psicoanalisi mette a fuoco il p. di rientro nelle profondità inconsce, di gioco dinamico tra es, ego e super-ego, di funzione mediatrice dell’io, di patologia e di sublimazione. L’ → umanesimo, classico e nuovo, definisce preferibilmente p. cognitivi, elettivi, conativi, proattivi e progettuali virtuosi. L’indirizzo esistenziale ed esperienziale è attento ai p. fattuali, relativi, contestuali e storici. Indirizzi di → psicopedagogia e sociopedagogia si spartiscono accentuazioni intime e ambientali, relazionali formali e contenutistiche. Qualcuno aggiunge p. di trascendenza etica, storica, religiosa.
3. P.e. formali. Il p.e. globale si articola in molti p. formali e sostanziali. Tra i primi si possono includere p. di → liberazione della vitalità interiore, fino alla massima espansione organica, funzionale e operazionale. Centrale è il p. di liberazione delle condizioni di uso abituale della libertà personale come fatto e valore psicologico, etico, sociale, religioso. La pedagogia recente ha dato molti nomi e contenuti a questo p.e. fondamentale: realizzazione di sé e del potenziale vitale (→ Rogers, Karkhuff), → autoeducazione (Schneider), → personalizzazione (García Hoz), ominizzazione e cristificazione (Teilhard de Chardin), coscientizzazione (→ Freire), epigenesi o divenire dell’io (→ Erikson, → Allport, Rapaport, Guindon), liberazione popolare (Pedagogia terzomondista). I p. di → socializzazione guidano l’inserimento della persona nelle relazioni interpersonali, nei sistemi culturali di interpretazione, di valori, di progetti, nei sistemi politici, economici, professionali lavorativi, religiosi, in quelli del mondo fisico e virtuale. Oggi i p. di → comunicazione hanno aperto nuove vie, offerto potenti strumenti, permesso migliore conoscenza e uso delle dinamiche, delle leggi, delle condizioni di apprendimento-insegnamento, messo a disposizione informazioni variegate: non senza l’insorgenza di specifici problemi umani, esistenziali, educativi. Così pure, oggi si è molto attenti e si provano strategie specifiche per p. di cambiamento, correzione, → conversione, recupero, rieducazione. Ma per essi oltre il curare c’è il rimotivare e l’esercitare in positivo persone e comunità di riferimento. In tal senso dovrà essere necessaria la critica relativa ai sistemi culturali e valoriali di appartenenza; e magari occorrerà impegnarsi a far evolvere e cambiare radicalmente non solo persone, ma anche contesti di vita.
4. P.e. sostanziali. Tra essi si può anzitutto includere la → identificazione personale che è conquista di una identità personale, culturale e sociale, autocosciente ed articolata, di una buona immagine di sé, tra reale, profondo e idealità, aperta a sviluppi e consolidamenti. La → appartenenza è presa di coscienza, definizione, sviluppo relazionale centripeto e centrifugo, dell’essere con e in relazione ai sistemi contestuali naturali, personali, sociali, etnici, politici, religiosi, ma anche generazionali, locali e mondiali, intimi e pubblici. In tal senso è p. dinamico da interpretare, da assimilare e integrare nelle sue molte dimensioni. La → partecipazione operativa attiva, consegue dalla sintesi dinamica delle diverse facce dell’identità e della pluralità delle appartenenze. Esige un’ampia articolazione di sotto-processi educativi soggettivo-oggettivi, di percezione, valutazione, giudizio, decisione, preparazione, divenire complesso e realistico. È unitaria rispetto alla soggettività olistica impegnata; è pluralistica rispetto alla molteplicità contemporanea di ruoli e compiti. Rischia conflitti e richiede composizioni e integrazioni impegnative, gerarchie di verità e valori, priorità di impegni e di urgenze.
5. Il cammino processuale. Una sequenza di p. chiede riflessione e attuazione competente. L’ → azione educativa parte impegnando il soggetto in un p. di esperienza conoscitiva delle realtà interiori e di contesto, delle rappresentazioni di valore e di verità, di norme e di modelli di atteggiamento e di comportamento. Passa attraverso un p. decisivo di valorizzazione oggettiva e soggettiva, personalizzata. Genera → amore che è tensione affettiva e morale, tendenzialmente irresistibile. Sviluppa il dovere, non come necessità esterna, ma come tensione interiore. Conclude con la volontà dei fini e dei mezzi, di consenso e di coerenza. Segue l’attuazione fedele. Globalmente vi è un p. unico di interiorizzazione di fattori reali, ideali e modali educanti e di investimento integratore di sé e dei propri poteri vitali personali e contestuali. Il p. di organizzazione personale cognitiva, affettiva, progettuale, resta sempre solo relativamente finalistico in quanto è sempre aperto a ulteriori aggiunte e dilatazioni, miglioramenti di qualità e perfino correzioni, cioè sempre critico e disposto a p. continui di ristrutturazione del campo e di riorganizzazione più avanzata di esso.
6. Quando i. p. sono educativi? Lo sono per alcune qualità: in quanto sono consapevoli e intenzionali, vale a dire rivolti all’effettiva educazione della personalità; in quanto sono direzionali, vale a dire dotati di spinta e tensione intenzionale umanamente significativa; in quanto sono complessi, vale a dire liberatori di vitalità, relazionali a realtà, generatori di buone forme dell’essere, dell’agire virtuoso, dell’operare valido, del vivere solidale con gli altri; ed infine in quanto sono bisognosi di mediazione e di guida.
Bibliografia
Allport G. W. Divenire. Fondamenti di una psicologia della personalità, Firenze, Barbera, 1968; Gianola P., Il campo e la domanda, il progetto e l’azione. Per una pedagogia metodologica. Edizione a cura di C. Nanni, Roma, LAS, 2003; García Hoz V., L’educazione personalizzata, Brescia, La Scuola, 2005.
P. Gianola