PROCESSO DI BOLOGNA

image_pdfimage_print

 

PROCESSO DI BOLOGNA

Per P.d.B. s’intende la creazione entro il 2010 dello​​ Spazio Europeo dell’Istruzione Superiore, delimitato dalla conoscenza, arricchito dalla cittadinanza europea, scandito da competenze e consapevolezze valoriali. Il P.d.B. nasce con la Dichiarazione di Bologna del 19 giugno 1999 firmata da 29 Ministri dell’Istruzione che impegnano i propri Paesi a partecipare alla riforma dei loro sistemi di istruzione superiore per facilitare la trasparenza e la cooperazione.

1. Gli obiettivi principali del P.d.B. sono l’incremento di competizione, la mobilità, l’occupazione attraverso il raggiungimento da parte di ogni sistema dei seguenti sei traguardi: 1) rilascio di titoli di laurea, master e dottorato, facilmente leggibili e comparabili (Diploma Supplement); 2) introduzione del doppio ciclo di formazione universitaria; 3) riconoscimento e trasferimento dei crediti formativi; 4) mobilità di studenti e professori; 5) accertamento dei livelli di qualità con comparazione di criteri e metodologie; 6) promozione della dimensione europea. Nell’incontro di Praga (2001) si aggiungono tre obiettivi: 7) educazione permanente; 8) partecipazione degli studenti; 9) capacità di attrazione. A Berlino (2003) si aggiunge un altro obiettivo: 10) favorire la ricerca e la formazione (dottorato).

2. La struttura denominata​​ The Bologna Follow-up group (BFUG), prepara gli incontri semestrali, le iniziative connesse ed esamina lo stato di avanzamento del P.d.B. Nell’estate 2000 viene lanciato il​​ Tuning Educational Structures in Europe project​​ che offre alcune linee generali di azione per orientare le università, soprattutto per il trasferimento dei crediti. Le università di Deusto-Bilbao (Spagna) e Groningen (Olanda) sono i centri di elaborazione del progetto di sintonia dei sistemi educativi, vengono rivisti gli obiettivi e precisate le aspettative di ciascuna disciplina (competenze generali e specifiche), senza che le università perdano specificità e autonomia. I discorsi si concentrano su curricoli e chiarezza dei risultati di apprendimento. I Consigli europei di Lisbona (2000) e Barcellona (2002) convergono sul P.d.B. Entrando nel sistema di convergenza le università accettano di condividere l’obiettivo comune e lo realizzano a livello nazionale (riforme strutturali), internazionale (incontri e verifiche europee), istituzionale (Facoltà, Dipartimenti). Nel 2007 sono 46 i Paesi che partecipano al P.d.B. Le nuove priorità riguardano: la sinergia tra ricerca e formazione; la dimensione sociale; la mobilità; le relazioni con il resto del mondo. Nel bilancio di Londra,​​ Stocktaking Report​​ (2007), si sollecita la predisposizione di percorsi di istruzione superiore flessibili, con il riconoscimento di apprendimenti maturati in vari contesti. Le sfide correnti per il sistema italiano sono: la dispersione negli studi; il conseguimento del titolo entro i tempi prescritti; il miglioramento dei livelli di occupazione di chi ha conseguito la laurea triennale; l’internazionalizzazione del sistema universitario.

Bibliografia

Haug G.,​​ Tuning educational structures in Europe.​​ Project launching event. The Tuning project in the context of main trends in higher education in Europe, Brussels, European University Association (EUA), 4 May 2001; Europa,​​ Ricerca e formazione.​​ Verso uno spazio europeo della ricerca, in http: / / europa.eu / scadplus / leg / it / lvb / i23010.htm, 2005; Rauhvargers A. et al.​​ (Edd.),​​ Bologna Process Stocktaking Report from a working group appointed by the Bologna Follow-up Group to the Ministerial Conference in London, May 2007, London, Department for Education and Skills, Socrates, 2007.

S. Chistolini