TOLSTOJ Lev Nikolajevič

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TOLSTOJ Lev Nikolajevič

n. a Jasnaja Poljana nel 1828 - m. a Astapovo nel 1910, intellettuale, scrittore ed educatore russo.

1.​​ Vita e opere. Quarto di 5 figli, di famiglia nobile, perde la madre a 2 anni e il padre a 9. Gli zii lo affidano alle cure di precettori e, dopo gli studi secondari, si iscrive all’università di Kazan in lingue orientali, ma l’anno successivo opta per diritto, conseguendo il baccellierato. Dal 1846 soggiorna alternativamente in città (Pietroburgo e Mosca) e a Jasnaja Poljana: casa (che venderà), parco, poderi e 330 «anime» (maschi). Nel 1852 si arruola e parteciperà alla difesa di Sebastopoli, mentre conclude la sua prima rilevante opera,​​ Infanzia, con grande successo. Segue​​ Adolescenza​​ (1853) e poi​​ Giovinezza​​ (1857): il trittico autobiografico, che ne svela l’animo impetuoso, caparbio, vanitoso, ma, al tempo stesso, riflessivo, problematico e ansioso. Nel 1856 si congeda dalla patria; dal 1857 al 1859 e ancora nel 1860 viaggia attraverso la Francia, Svizzera, Germania e Inghilterra, interessandosi soprattutto di educazione Alla fine del 1859 apre la sua scuola a Jasnaja Poljana, dopo un precedente tentativo fallito (1849), appoggiata poi dall’ omonima rivista (1862), e nel 1863 conclude la sua attività educativa. Si occuperà ancora di didattica negli anni ’70 (i​​ Quattro libri di lettura​​ per bambini) e non dimenticherà i suoi interessi e le sue tesi educative neppure negli ultimi anni. Più tempo dedica al suo impegno di scrittore e romanziere, sempre teso a rivendicare la giustizia, sognando un utopico cambiamento della società. Spirito inquieto, con grande intuito psicologico, vive il disagio e la doppiezza sociale in prima persona, fino a una profonda crisi di fede, che lo porta alla rottura con la sua Chiesa (1901), nel moltiplicarsi di scritti a sfondo etico-religioso, centrati sulla tesi della non resistenza al male.

2.​​ Il pensiero pedagogico. L’interesse gli deriva dal desiderio di promozione della condizione umana e sociale dei «servi della gleba», soprattutto. Dopo un’affannosa ricerca di informazioni, nei suoi viaggi, sollecitati dalla precedente e decisiva lettura dell’Emilio, sua palese fonte d’ispirazione, T. si conferma sempre più nell’idea che è la​​ vita, l’esperienza, la​​ matrice reale di ogni crescita umana.​​ Di qui le sue critiche alle istituzioni educative e, in genere, alla pretesa di educare, imponendo conoscenze, comportamenti e atteggiamenti agli allievi. Tale sistema, a suo avviso, presupponeva certezze assolute da trasmettere e un’autorità indiscutibile da parte del docente: due tesi per lui insostenibili, sulla base della sua stessa esperienza. Certo invece il bisogno di crescita, che però è autogestito, sulla scorta della natura «buona», e va da tutti rispettato e agevolato. Per questo​​ rifiuta l’educazione, intesa come un’«azione coercitiva, unilaterale, esercitata da un individuo su un altro individuo», mentre​​ punta alla formazione, che «implica un rapporto libero tra le persone», senza imposizioni bensì con spirito di collaborazione. Per entrambe è​​ strumento indispensabile l’insegnamento, che dovrà comunque rispettare la libertà e l’iniziativa dei discenti. Su queste basi imposta la sua​​ scuola antiautoritaria, senza precisi programmi, orari, lezioni, pur rispettando talune regole e con un impegno alla solidarietà, alla collaborazione e all’aiuto reciproco, mediante il​​ ​​ mutuo insegnamento, non imposto però da esigenze pratiche. Significativa anche la sua critica al «dogma dell’infallibilità papale del professore» nelle università, in cui auspica una «con-formazione culturale» tra docenti e studenti in un reciproco rispetto.

3.​​ Valutazione. T. è stato uno spirito originale, che, pur rifacendosi a​​ ​​ Rousseau, se ne distacca, riconoscendo una maggior autonomia e concretezza storica al soggetto. Come lui tuttavia è coinvolto in prima persona dalle sue tesi, che espone con uno stile vivace, conquidente e, talvolta, paradossale. Ebbe notevole influsso soprattutto nel suo Paese.

Bibliografia

a)​​ Fonti:​​ La scuola di Jasnaja Poljana​​ e altri scritti pedagogici, Bergamo, Minerva Italica, 1965;​​ T. on education, Chicago, University of Chicago Press, 1967;​​ Scritti pedagogici, Bari, Adriatica, 1972;​​ Quale scuola, Milano, Emme, 1978. b)​​ Studi:​​ Tolstaja A. A.,​​ L.T. mon père, Paris, Dumont,​​ 1956;​​ Kienitz W.,​​ L.T. als Pädagoge, Berlin, Volks und Wissen, 1959; Volpicelli L. - V. S. Morozov,​​ A scuola da T., Roma, Armando, 1971;​​ Maroger L. D.,​​ Les idées pédagogiques de T., Lille, Université de Lille,​​ 1974; Bori P. C. - G. Sofri,​​ Gandhi e T., Bologna, Il Mulino, 1985.

B. A. Bellerate