NEOSCOLASTICA PEDAGOGICA

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NEOSCOLASTICA PEDAGOGICA

«N.» è termine concettualmente e storicamente connesso con il termine​​ ​​ «Scolastica». In generale, si accreditano alla n.p. autori che nei secoli XIX e XX in ambito cattolico hanno trattato i problemi teorici e metodologici dell’educazione posti dal pensiero e dalla prassi moderna, mediante la riassunzione innovativa di principi e idee che si rifacevano alle grandi scuole filosofiche e teologiche medioevali e in particolare a s.​​ ​​ Tommaso d’Aquino: non pochi, infatti, soprattutto al seguito dell’enciclica​​ Aeterni Patris​​ di Leone XIII (4 agosto 1879) hanno identificato la n. con il neo-tomismo, seppure non sempre rigorosamente e univocamente interpretato. Inoltre, alcuni hanno associato l’ascendenza n. o neotomistica a svariate forme di personalismo spiritualista, tra cui alcune fondate anche in antropologie ispirate a una metafisica dell’essere di matrice aristotelico-tomista.

1. Pertanto le posizioni individuali non risultano, sempre omogenee tra loro; tuttavia, nel confronto tra antico e moderno, appaiono sostanzialmente solidali sui seguenti punti: a) l’inserzione della​​ pedagogia​​ o delle​​ ​​ scienze dell’educazione nel quadro epistemologico classico, aristotelico-tomistico, con particolare sottolineatura della funzione fondante e normativa della​​ filosofia realista dell’educazione;​​ b) l’introduzione nel sistema delle scienze dell’educazione, da parte di non pochi, anche della​​ pedagogia sperimentale​​ quale aspetto legittimo e fecondo della ricerca scientifica in campo educativo; c) il confronto critico con alcune filosofie di volta in volta dominanti, in particolare con il​​ positivismo​​ generatore del «naturalismo pedagogico», e coll’idealismo​​ immanentista che fagocita totalmente il «pedagogico» nella filosofia; d) l’apertura alle nuove scienze dell’uomo, in particolare alla sociologia e alla psicologia, pur preservando la riflessione pedagogica da ogni deriva nel​​ sociologismo​​ e nello​​ psicologismo​​ e rivendicando la necessaria fondazione della pedagogia sulla filosofia: «Ogni pedagogia è basata su una filosofia della vita. Ogni verace pedagogia sulla filosofia totale della vita. La vera pedagogia sulla vera filosofia della vita» (De Hovre,​​ Le Catholicisme, 5); e) l’equilibrata valutazione filosofico-teologica e la giusta valorizzazione metodologica dell’attivismo​​ (​​ Dévaud); f) il rifiuto critico del nazionalismo e dello statalismo in campo educativo e scolastico; g) l’apertura dell’educazione e della riflessione pedagogica al «religioso», raggiunto con la ragione o con la fede nella «rivelazione» e la conseguente ipotesi di una esplicita​​ ​​ teologia dell’educazione​​ quale parte essenziale di un compiuto sistema di scienze dell’educazione; h) la discussione dei temi relativi alla laicità, al pluralismo e alla conflittualità nell’ambito della scuola e delle altre istituzioni educative, entro corretti rapporti tra le principali agenzie educative: Stato, Chiesa, società, famiglia; i) l’approfondimento innovativo delle classiche «antinomie pedagogiche» – autoeducazione ed eteroeducazione, autorità e libertà, educazione intenzionale e educazione funzionale –, integrando e superando le posizioni di matrice rousseauiana, marxiana, deweyana; 1) l’insistenza nel ricondurre la molteplicità delle dimensioni educative al nucleo centrale costituito dalla formazione alla libertà nella responsabilità morale: «l’educazione è in primo luogo opera di formazione morale» (Mercier,​​ Principes d’éducation chré­tienne,​​ 13).

2. Il movimento neoscolastico, infatti, riconosce come uno dei suoi protagonisti, anche sotto il profilo pedagogico, D. J. Mercier (1851-1926), fondatore dell’Institut Supérieur de philosophie​​ (1882) presso l’Università cattolica di Louvain, autore anche del denso studio citato,​​ Principes d’éducation chrétienne​​ (1912). Gli si avvicina con analogo vigore speculativo, spiccata modernità e personale sforzo di ripensamento innovativo​​ ​​ Maritain. Tra molti altri pedagogisti di indirizzo neoscolastico, talora in senso neotomistico oppure con varianti personalistiche, si distinguono:​​ ​​ Casotti (Maestro e scolaro. Saggio di filosofia dell’educazione, 1930); Fr. De Hovre (1884-1950), autore di un lucido​​ Essai de philosophie pédagogique​​ (1927); F. Olgiati (1886-1962),​​ Primi lineamenti di pedagogia cristiana​​ (1924); G. Nosengo (1906-1968),​​ La persona umana e l’educazione​​ (1948); R. Blanco y Sánchez (1861-1936),​​ Teoría de la educación​​ (1930); J. Zaragüeta y Bengoechea (1883-1974),​​ Pedagogía fundamental​​ (1942); G. Di Napoli (1910-1980),​​ II concetto di educazione. Lineamenti di filosofia pedagogica​​ (1952); N. Petruzzellis (1910-1988),​​ I problemi della pedagogia come scienza filosofica​​ (1945);​​ ​​ Sinistrero,​​ Sulla problematica dell’educazione, in «Salesianum» 9 (1947) 386-399; 10 (1948) 79-102;​​ ​​ Corallo,​​ La pedagogia della libertà. Saggio di pedagogia generale​​ (1948, 1951); A. Agazzi,​​ I​​ problemi dell’educazione e della pedagogia​​ (1978).

Bibliografia

De Hovre F.,​​ Le Catholicisme,​​ ses pédagogues,​​ sa pédagogie,​​ Bruxelles,​​ Dewit, 1930; Olgiati F. (Ed.),​​ Indirizzi e conquiste della filosofia n.,​​ Milano, Vita e Pensiero, 1934; Braido P.,​​ La teoria dell’educazione e i suoi problemi,​​ Zürich, PAS-Verlag, 1968; Coreth E. - W. M. Neidl - G. Pfliegersdorfer (Edd.),​​ La filosofia cristiana nei secoli XIX e XX,​​ vol. II,​​ Ritorno all’eredità scolastica,​​ a cura di G. Mura e G. Penzo, Roma, Città Nuova, 1994; Mari G.,​​ Razionalità metafisica e pensiero pedagogico, Brescia, La Scuola, 1998; Coreth E.,​​ Antropologia filosofica, Brescia, Morcelliana, 2004.

P. Braido