CONTESTAZIONE GIOVANILE

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CONTESTAZIONE GIOVANILE

Per c.g. generalmente viene inteso quel fenomeno di protesta e di ribellione dei​​ ​​ giovani, soprattutto studenti, europei e non, contro la​​ ​​ società in generale o la classe politica in particolare, che ha visto nel ’68 il suo momento culminante.

1.​​ Natura e contesto storico.​​ Essa ha avuto origine attorno agli anni ’60 negli USA, partendo spesso da istituzioni formative prestigiose, come le università, per diffondersi poi con fasi alterne e con motivazioni e modalità differenziate in altri Paesi sia dell’Europa orientale che del Terzo Mondo. È stato il cammino di un’ideologia che, passando attraverso le proteste della «generazione Beat» (1955), del movimento Hippy e della «New Left» americana degli anni ’60, ha impresso una forte accelerazione a tutte le componenti della società, riportando in primo piano l’esigenza e la volontà di protagonismo da parte dei giovani. I primi fermenti contestativi sistematici apparvero nel 1962 all’Università di Berkeley, a cui seguì dal 1964 al 1967 un più esteso movimento di protesta contro la subordinazione degli istituti di ricerca al potere militare, per culminare nel 1968 con le grandi manifestazioni contro il conflitto vietnamita, l’arruolamento dei giovani americani per quella guerra «infinita», e contro la segregazione razziale. I motivi ispiratori della protesta sono da collegarsi a varie situazioni politiche internazionali, come la Rivoluzione culturale in Cina, la guerriglia in America Latina, la presenza del Che Guevara in Bolivia, l’invasione sovietica della Cecoslovacchia, il colpo di Stato dei colonnelli in Grecia.

2.​​ Diffusività e caratteristiche.​​ Al di là delle differenti caratterizzazioni che la protesta veniva ad assumere in ogni Paese,​​ il motivo ispiratore​​ di fondo era dato in misura generalizzata da tre fattori e cioè: dalla più viva consapevolezza della precaria situazione universitaria sia a livello politico che didattico e della conseguente «segregazione sociale» a cui i giovani si sentivano avviati per la mancanza di adeguati sbocchi professionali; dalla ripresa più acuta della loro coscienza socio-politica e del loro peso nelle decisioni che più direttamente li riguardavano; dalla rivendicazione studentesca contro i diversi tipi di autoritarismo dei docenti, della struttura accademica, dell’intera società. In sostanza si era acutizzata sempre più l’insofferenza per un certo tipo di rapporti sociali giudicati insoddisfacenti che ora si tentava di cambiare. La protesta ha avvolto l’intera Europa, e ha contagiato anche gli altri continenti in misura proporzionale. In Italia vi erano state occupazioni di Facoltà già fin dal 1963 alla Normale di Pisa, a Firenze, a Trento (che manteneva stretti collegamenti con Berlino). La protesta si è diffusa poi ad altre Università come Roma, Torino e Milano fino a costituire nel ’68 un Movimento di c. non solo di opinione, ma anche di protesta diretta con scontri di piazza e interventi della polizia. Inoltre, ad un periodo definito di «riflusso», immediatamente dopo il ’68, sono seguite fasi successive denominate in modo assai tipico: «Movimento del ’77», i «Ragazzi dell’85», il «Movimento della Pantera» e negli anni ’90 il Movimento della «Jurassic School». La c.g. del ’68 si è qualificata per alcuni​​ tratti caratteristici comuni.​​ Tra questi sono stati importanti: la singolare contemporaneità in tutti i continenti, la particolare somiglianza delle idee, degli stessi slogans e dei comportamenti, l’accesa rivendicazione della soggettività, del protagonismo e della leadership giovanile a scapito della direzione adulta, la forte valenza politica e antiautoritaria della protesta, la critica antiistituzionale globale per una più diffusa democratizzazione del sapere.

Bibliografia

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R. Mion