CONSULENZA PSICOPEDAGOGICA

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CONSULENZA PSICOPEDAGOGICA

Per c.p. s’intende l’assistenza e l’aiuto rivolti alle persone che si occupano in vari modi di educazione, affinché possano guidare ed agevolare lo sviluppo fisico, intellettuale e morale sia dei bambini «normali», sia di quelli portatori di handicap od affetti da disturbi della​​ ​​ personalità. Per queste ultime categorie gli educatori potrebbero aver bisogno di un’assistenza particolare, in quanto devono essere aiutati nella risoluzione di problemi educativi fuori della norma e quindi necessitano di avere la competenza per poter effettuare un invio mirato a un professionista specifico.

1. In ambito educativo la c., nel senso non professionale della parola, è sempre esistita, mentre come professione si è sviluppata solo nel XX sec., divenendo sempre più finalizzata, deliberata, metodica, obiettiva e scientificamente fondata. Sono stati così creati centri specializzati di c.p. che si avvalgono della partecipazione di vari esperti, quali psicologi specializzati, pedagogisti, logopedisti, assistenti sociali, fisioterapeuti ecc. che sono in grado di esaminare, da varie angolature, i problemi e pertanto possono individuare, in collaborazione con la persona in difficoltà, le soluzioni più convenienti. Si suole operare una distinzione tra la forma di aiuto che possono dare la c.p., il​​ counseling​​ e la​​ ​​ psicoterapia. Nella c.p. gli incontri tra lo specialista e la persona in difficoltà sono brevi e mirati alla soluzione della problematica presentata; nel tipo di c. o consultazione, abitualmente chiamato​​ counseling,​​ invece, vengono esaminati con l’aiuto di un esperto, gli aspetti consci delle difficoltà vissute dalla persona affinché questa possa gestire il contesto in cui vive e riprendere il proprio cammino di crescita, di maturazione e possa vivere in maniera positiva l’esperienza scolastica, familiare, o professionale. Nella psicoterapia, infine, il terapeuta per mezzo di vari metodi psicologici e di colloqui individuali o tecniche di terapia di gruppo, cerca di rimuovere i disturbi mentali, emotivi e comportamentali la cui origine può avere radici nell’inconscio.

2. Il consulente psicopedagogico svolge la propria attività prevalentemente in ambito scolastico, anche se a volte si trova questa figura presso i consultori come supporto alla famiglia nel sostenere il figlio, per cui il suo compito assume caratteristiche di volta in volta diverse. Infatti nella scuola materna egli si impegna ad aiutare il bambino ad inserirsi ed a sentirsi accettato come una persona che ha caratteristiche proprie. Attraverso il​​ ​​ colloquio, riservato e personalizzato, con gli insegnanti ed i genitori del bambino, può giungere a ristrutturare qualche aspetto della dinamica familiare e dei comportamenti parentali che possono avere degli influssi negativi sul fanciullo e che spesso si evidenziano nei suoi rapporti con i coetanei. Il consulente non risolve il problema ma deve far nascere nei genitori e nell’​​ ​​ insegnante la consapevolezza della presenza di una difficoltà, aiutarli a gestirla, e possibilmente a risolverla; deve inoltre orientare i genitori, se necessario, nella scelta di interventi specialistici per risolvere problemi particolari che si manifestano con chiarezza nell’ambiente scolastico. Nella scuola elementare il lavoro del consulente si inserisce nel progetto educativo e pertanto dovrebbe gestire il collegamento tra la scuola materna e la scuola elementare, oltre che tra famiglia e scuola, nella difficile fase dell’impatto, da parte del fanciullo, con una realtà del tutto diversa. Inoltre ha il compito di favorire, presso l’insegnante, una maggiore comprensione dell’alunno e dei suoi problemi. Nella scuola secondaria il consulente acquista un ruolo educativo particolare in quanto, non essendo implicato nelle vicende scolastiche è più adatto a comprendere ed a dialogare con l’adolescente sui problemi della vita che in questa età si presentano complessi ed insormontabili se la loro soluzione viene lasciata al solo soggetto. Nel periodo universitario, infine, il consulente ha una funzione più che altro orientativa per le scelte professionali e occupazionali.

3. Non va dimenticata, infine, l’importanza del lavoro svolto dal consulente sia in ambito rieducativo, dove la sua opera si rivolge a soggetti particolarmente difficili quali i ritardati scolastici, i soggetti caratteriali, le persone con disturbi del linguaggio, i disadattati sociali; sia nel campo della​​ ​​ prevenzione dove, per mezzo di una diagnosi precoce e di un adeguato e tempestivo trattamento, può evitare che nel soggetto si consolidino particolari difficoltà.

Bibliografia

Rogers C. R. - G. M. Kinget,​​ Psicoterapia e relazioni umane,​​ Torino, Bollati Boringhieri, 1970; Zavalloni R. (Ed.),​​ Figura e funzione del consigliere,​​ Roma, Armando, 1975; Korchin S. J.,​​ Psicologia clinica moderna,​​ 2​​ voll., Roma, Borla, 1977; Schneider P. B.,​​ I​​ fondamenti della psicoterapia,​​ Ibid., 1977.

W. Visconti