PSICOLOGIA CLINICA

image_pdfimage_print

 

PSICOLOGIA CLINICA

La p.c. è un’area della p. applicata intenta ad intervenire sui problemi concreti, individuali o collettivi, utilizzando le conoscenze e le metodologie della p. teorica legati oltre che al disagio e al disadattamento al benessere mentale.

1. La nascita della p.c. è largamente debitrice alla​​ ​​ psicopatologia e alla psichiatria. Alla lettera la parola «clinico» significa «al letto del paziente», e già questo ci fa comprendere quanto questa disciplina intenda accostarsi alla persona sofferente. In effetti la p.c. si occupa di individui o gruppi che presentano problemi di ordine mentale, ma non solo. Questo tipo di competenza, infatti, non ha a che fare unicamente con situazioni di tipo psicopatologico. Visto che oggi la gente comune, ma anche certi studenti ed alcuni psicologi, tende ad identificare erroneamente la p. con quella clinica (fenomeno dovuto anche al largo numero di psicologi che svolgono la loro attività professionale in questa area), è importante sfatare questo vecchio pregiudizio per il quale la p.c. si occupi solamente di soggetti malati o disturbati psichicamente. Il suo campo d’azione è, infatti, assai più vasto. È più corretto dire che essa si interessa anche della salute e del benessere mentale degli individui. Infatti, sempre più frequentemente, le persone che si rivolgono ad un servizio di p.c. chiedono di essere consigliate e sostenute in un problema psicologico, e non psicopatologico, relativo a una particolare situazione della vita in cui si presenta un disagio esistenziale che tocca l’individuo come singolo e / o come parte di un sistema relazionale (istituzione sociale, famiglia, coppia, gruppo, ecc.).

2. Il metodo privilegiato in questo ambito applicativo è quello clinico. La particolarità del metodo clinico è quella di affrontare la realtà, sia individuale che sociale, nel modo più globale possibile. Chi lo utilizza in ambito individuale se ne serve per conoscere e promuovere il cambiamento del soggetto nella sua specificità (in ciò che lo contraddistingue dagli altri) e nella sua totalità (in relazione al suo passato, al suo presente, alle sue aspettative future, alla sua famiglia, al suo ambiente di lavoro, ai suoi valori, ecc.). Chi lo usa in ambito sociale si propone di favorire il cambiamento promuovendo il reciproco scambio fra tutte le forze presenti. Strumento privilegiato del metodo clinico è il​​ ​​ colloquio che consiste in una vera e propria tecnica di ricerca descrittiva basata sull’osservazione e lo studio del comportamento umano all’interno di un processo di comunicazione verbale. Si tratta di un procedimento di raccolta, di analisi e di elaborazione di informazioni per trovare alcuni indizi sui quali costruire un’ipotesi conclusiva. Il primo obiettivo del colloquio è quello di stabilire un buon rapporto di condivisione tra lo psicologo e il cliente. I due, da sconosciuti che sono, devono essere in grado di costruire un’alleanza ai fini diagnostici, terapeutici, orientativi o educativi. L’obiettivo non è quello di sapere cose sul soggetto, ma di «sapere» con il soggetto. Questa modalità di «conoscere insieme», infatti, oltre che fornire delle informazioni più ricche ed approfondite, innesca già di per sé un processo di cambiamento. Tutto ciò presuppone che psicologo e cliente riconoscano i reciproci ruoli e le reciproche competenze. Il cliente metterà in gioco se stesso, il proprio mondo interiore e la propria situazione. Lo psicologo, invece, oltre alle sue competenze specifiche, impiegherà la sua capacità empatica per cogliere ed accogliere i pensieri e gli stati d’animo dell’altro pur mantenendo quella distanza che gli permetterà di restare obiettivo.

3. Nella pratica clinica la diagnosi rappresenta il primo passo del percorso. Questa ha lo scopo di reperire informazioni qualitative sulla persona o sulla situazione da affrontare in modo da rilevare gli elementi di problematicità e individuare possibili vie di risoluzione. In alcuni casi questa prevede l’utilizzo di tecniche psicometriche specifiche strutturate e / o proiettive. Quando il percorso clinico riguarda un individuo, può proseguire con un cammino di sostegno psicologico o con una vera e propria​​ ​​ psicoterapia il cui orientamento è determinato dalle caratteristiche del cliente e delle sue problematiche e dall’approccio teorico dello specialista; quando riguarda una comunità può proseguire invece con uno specifico progetto d’intervento.

Bibliografia

Carli R. - R. M. Paniccia,​​ La formazione in p.c.,​​ Bologna, Il Mulino, 1999; Sanavio E.,​​ P.c.,​​ Ibid., 2001; Gambini P.,​​ Introduzione alla p.,​​ Milano, Angeli, 2006; Verrastro V. - F. Petruccelli,​​ P.c. La storia,​​ i metodi,​​ gli strumenti,​​ Ibid., 2006.

P. Gambini