KRUPSKAJA Nadezda Konstantinovna
n. a Pietroburgo nel 1869 - m. a Mosca nel 1939, pubblicista e pedagogista russa impegnata politicamente.
1. Vita e opere. Figlia unica di nobili decaduti, ammira il padre ufficiale e, dopo la sua morte, conclude gli studi in un ginnasio privato, puntando, nella scia di → Tolstoj, all’insegnamento. Matricola all’università, entra in contatto con circoli marxisti e insegna in una scuola serale e festiva per adulti. Nel 1893 incontra Lenin, di cui condivide l’attività: arrestata e rilasciata, si fidanza e lo sposa poi in Siberia, condividendone del tutto peripezie e impegni e consacrandosi su sua sollecitazione alle questioni femminili. In esilio, collabora a riviste e all’organizzazione del partito e prepara la sua opera maggiore, Formazione popolare e democrazia, che pubblicherà al suo ritorno in patria (1917), dove si dedica principalmente ai problemi dell’educazione, collaborando con Lunačarskij, contro il Proletkult (cultura proletaria) e per una politecnicizzazione della scuola. Dal 1921 al 1924 è al servizio di Lenin, malato, e, dopo la sua morte, se ne fa interprete, contro Stalin. Nel 1927 entra nel Comitato centrale, con cedimenti nei confronti di Stalin; nel 1931 è membro dell’Accademia delle Scienze; nel 1936 dottore «honoris causa» in pedagogia e inizio del declino con la → pedologia; nel 1937 membro del «Praesidium». I suoi scritti sono raccolti in: Pedagogičeskie sočinenija v 11 tomach (Opere pedagogiche in 11 voll.), a cura di N. K. Gončarov, Mosca, Izdatel’stvo Akademii pedagogičeskich nauk, 1957-1963.
2. Il pensiero. Parte da un’accurata conoscenza degli orientamenti prerivoluzionari (aveva fatto parte del movimento: L’educazione libera), della pedagogia occidentale e del marxismo. Tesa verso la democrazia, vede prevalere il centralismo e la burocrazia. In pedagogia cerca gli apporti di altre scienze, specialmente della psicologia e sociologia (→ pedologia), in chiave materialistica e non precettistica, come contributo alla conoscenza e crescita del bambino. Punta sull’autoformazione, ma nel collettivo, in funzione della costruzione del socialismo: di qui la morale sovietica, aliena ad ogni religione, sia pure socialista, ma aperta all’internazionalismo proletario. La K. si è interessata, in particolare, per l’educazione popolare (impegnata nella campagna per l’alfabetizzazione) e degli adulti, nonché per la ricostruzione di una scuola unitaria e politecnica, in vista di «un uomo onnilateralmente sviluppato», senza discriminazioni e coercizioni. Più che per il collettivo, presente nell’extra-scuola, si è battuta per la politecnicizzazione (→ marxismo pedagogico), variamente interpretata, che comportasse, senza esaurirvisi, un lavoro produttivo, rapportato a tutte le discipline pertinenti, unendo così teoria e prassi. Altri suoi interessi riguardarono l’educazione extra-scolastica (specie dei pionieri) e pre-scolastica, anche familiare, nonché la figura dell’insegnante, cui offre significative indicazioni didattiche, centrate sempre sul soggetto.
3. Valutazione. Vissuta prima all’ombra di Lenin, se ne fa poi memoria, ritirandosi a poco a poco dalla scena pubblica, nonostante le cariche. Non ha mai rinunciato agli interessi educativi, malgrado le difficoltà e incomprensioni, tanto da essere «una delle più tragiche figure della storia della rivoluzione» (Trockij).
Bibliografia
gli studi sulla K. sono raccolti in: N.K.K. Bibliografija trudov i literatury o žizni i dejatel’nosti, 2 voll., Mosca, Izdatel’stvo Akademii pedagogičeskich nauk, 1969 e 1973. Inoltre: Rudneva E. I., Pedagogičeskaja sistema N.K.K., Mosca, Izdatel’stvo Mosk, Universiteta, 1968; McNeal R. H., Bride of the revolution - K. & Lenin, Londra, Gollancz, 1973; Baumann U., K. zwischen Bildungstheorie und Revolution, Weinheim, Beltz, 1974.
B. A. Bellerate