FORMAZIONE PROFESSIONALE

image_pdfimage_print

 

FORMAZIONE PROFESSIONALE

Con una certa approssimazione per f.p. si potrebbe intendere un processo attraverso il quale delle persone possono acquisire, aggiornare o anche solo migliorare le proprie conoscenze e capacità in vista di un esercizio più produttivo e responsabile di un’attività professionale.

1.​​ Il​​ termine e i suoi significati.​​ Il significato di f.p. si presenta con sfumature diverse. In alcuni ambienti è sinonimo di intervento formativo rivolto a giovani per avviarli velocemente al lavoro, un​​ ​​ addestramento breve per un inserimento rapido nel mondo produttivo. In altri, invece, acquista un significato più ricco legato all’acquisizione di conoscenze e competenze finalizzate ad una professione indipendentemente dall’età degli allievi. Si parla anche di​​ prima f.p.,​​ intendendo con tale denominazione tutti quegli interventi rivolti normalmente a giovani che per la prima volta affrontano il problema di una preparazione sistematica al mondo del lavoro, e di una​​ seconda​​ e​​ terza f.p.​​ se l’intervento viene rivolto a persone che hanno già acquisito un qualche tipo di professionalità o attraverso una preparazione precedente o anche solo con una f. sul lavoro. In quest’ottica la f.p. viene considerata come un momento intensivo di approfondimento e di sviluppo sia professionale che umano, in una visione di f. permanente; un momento di preparazione ad un​​ ruolo professionale.​​ Attualmente si fa sempre più strada un concetto di f.p. più attento alla situazione concreta di un mondo in rapida evoluzione tecnologica, dove è necessario rispondere alle esigenze formative di una società in continuo cambiamento e progettare quindi una f.p. flessibile, facilmente modificabile, che entri in una realtà dinamica. La f.p. si presenta come un insieme di azioni finalizzate alla preparazione di giovani e adulti ad un’attività lavorativa dipendente o indipendente sia per un inserimento nel mondo produttivo in generale, sia per assumere un compito specifico in un settore ben definito di esso. Richiede un processo attraverso il quale le persone, generalmente dopo una preparazione di base, possono acquisire o anche solo migliorare conoscenze e capacità per l’esercizio di un’attività professionale adeguata ai mutamenti della situazione socioeconomica in continuo cambiamento.

2.​​ F.p. e concezione del lavoro.​​ Il significato di f.p. dipende molto dalla visione globale della società nel suo insieme ed in particolare dalla visione che si ha circa l’articolazione del mondo del lavoro. Si può sentire parlare di f.p. come di un momento in cui progettare e gestire interventi mirati alla riqualificazione del personale, all’acquisizione di capacità manageriali nelle aziende, allo sviluppo delle motivazioni; ma si parla di f.p. anche come di una modalità di addestramento utilizzata nella preparazione del personale per i reparti produttivi delle aziende assumendo ruoli di tipo esecutivo. Nel definire la f.p. è necessario tenere continuamente presente tutto ciò che riguarda il mondo del lavoro e la sua organizzazione, in quanto, direttamente o indirettamente, esso contribuisce a dare un significato alla f.p. e alla progettazione di interventi formativi ad essa legati. Se si vuole, ad es., preparare delle persone per ruoli esclusivamente esecutivi, capaci di operare in un ambito molto ristretto svolgendo mansioni molto definite e circoscritte con scarsa o nulla autonomia decisionale, allora per f.p. si intenderà un momento molto addestrativo, di breve durata e comunque orientato all’acquisizione di competenze molto specifiche. Non faranno parte di tale momento altri elementi non strettamente necessari per un immediato inserimento nel contesto produttivo ma molto importanti per una crescita professionale e una reale possibilità di riqualificazione nel futuro. Se invece si vuole vedere la f.p. come un momento di maturazione non solo professionale ma anche umana, etico-sociale, politico-sindacale, allora per f.p. si intenderà qualcosa di più articolato e complesso.

3.​​ Evoluzione storica.​​ Per altro la concezione della f.p. dipende anche dall’evoluzione storica della produzione del lavoro. Certamente il significato che diamo oggi al termine f.p. è alquanto diverso da quello dato al tempo dell’impero romano o nel sec. XI e per molti aspetti anche da quello che veniva dato solo qualche decina di anni or sono. È difficile fare dei confronti e dei paragoni, in quanto troppo diversi erano l’ambiente sociale in cui ci si trovava ad operare e i fini che si volevano perseguire. Ci sono certamente elementi di grande interesse e notevoli somiglianze che ci permettono di capire meglio alcune impostazioni attuali, ma non si vede più una grande validità per una forma di f.p. fatta attraverso un apprendistato più o meno diversificato, un addestramento e un apprendimento del​​ mestiere​​ quasi in un’ottica familiare​​ attraverso l’imitazione, l’attenta osservazione e la ripetizione di operazioni singole sino ad acquisirne destrezza ed abilità, come poteva avvenire in modo generalizzato in tempi non lontanissimi. Modalità simili si presentavano già allora con dei limiti particolarmente quando si trattava di costruire attrezzature sofisticate ed era necessario imparare a lavorare i diversi materiali con tecniche nuove, avere conoscenze sul tipo appropriato di utensili necessari alla produzione dei nuovi manufatti. Sono dovuti però passare diversi anni per accorgersi che era sempre più necessario avere una f. sistematica e flessibile per riuscire a soddisfare quanto veniva richiesto dalle nuove professioni emergenti. Il processo che fece concretizzare la necessità di preparare le persone in modo più organico e con una professionalità arricchita anche da una base teorica fu lento e contrastato. È necessario attendere il periodo delle grandi scoperte e della rivoluzione industriale per assistere a cambiamenti consistenti sul modo di fare f.p. Le esigenze delle nascenti industrie obbligarono in qualche modo a ripensare seriamente le modalità di formare il personale per il mondo produttivo sempre più concorrenziale ed esigente. La stessa organizzazione del lavoro si era trasformata rapidamente, passando da un sistema in cui era il lavoro a raggiungere il lavoratore, ad un sistema in cui il lavoratore doveva spostarsi presso le grandi industrie ed ivi lavorare. Di conseguenza anche la f.p. ha dovuto modificarsi notevolmente e preparare il personale per un mondo non più solo artigianale, ma industriale che operava grosse concentrazioni e monopoli. In un primo momento, quando l’industria si organizzò in modo da avere bisogno di​​ pochi tecnici ben preparati​​ capaci di mettere a punto l’intero ciclo produttivo gestendolo nel tempo e di​​ molti operai poco preparati​​ chiamati a svolgere mansioni elementari, nella f.p. si offriva una preparazione molto qualificata per alcune poche persone e una semplice, rapida, relativamente dequalificata per la maggioranza delle altre. In Francia nel 1794 fu fondata un’Accademia di Arti e Mestieri; alla fine del 1700 sorsero diverse «scuole domenicali di arti e mestieri», prima in Germania e poi in altre nazioni, legate nella maggioranza dei casi ad ambienti religiosi. L’Inghilterra, con una serie di interventi legislativi intorno al 1850, istituì scuole diurne e serali per la classe operaia. Gli imprenditori stessi iniziarono corsi di istruzione per i loro dipendenti. Nei secoli XVIII-XIX si ebbero poi tentativi in diversi Paesi, particolarmente in campo cattolico, attraverso l’istituzione di Centri di f.p. strutturati secondo esigenze locali, in particolare nelle periferie delle grandi metropoli. All’inizio del sec. XX il problema venne affrontato in modo più sistematico, con interventi diretti da parte dello Stato e la problematica sulla f.p., si delineò meglio nei primi decenni in particolare nel mondo tedesco, dove si prese a criticare una f.p. troppo legata alla sola acquisizione di capacità manuali e venne suggerito di collegare competenza operativa ad una buona sensibilità civica. Si prospettò una «scuola del lavoro», che avrebbe dovuto comprendere contemporaneamente una f. di base per preparare all’inserimento immediato nel mondo produttivo e una f. più generale maggiormente aperta ai valori. Si volle infine una f.p. che inserisse nei suoi programmi interessi più ampi rispetto a quelli strettamente professionali anche in vista di un completamento della f. in momenti successivi. Nel periodo precedente alla prima guerra mondiale molti governi, spinti anche da necessità belliche, potenziarono notevolmente la preparazione professionale delle persone in modo più o meno strutturato, prendendo normalmente come riferimento, diretto o indiretto, i sistemi scolastici. Dal secondo dopoguerra sino ad oggi l’interesse verso articolazioni innovative e flessibili della f.p. è aumentato anche da parte di organismi nazionali e internazionali. L’attenzione si è spostata molto​​ dal mestiere e dal posto di lavoro,​​ al ruolo e alla persona che dovrà occupare tale posto.

4.​​ Modalità di intervento nella f.p.​​ Le modalità con cui si organizzano gli interventi di f.p., capaci di dare la preparazione richiesta variano da nazione a nazione. Nei Paesi industrializzati si nota comunque una crescente attenzione ad una f.p. orientata verso una globalità di interessi e ad una polivalenza professionale che renda più agevole l’assunzione nel contesto produttivo di un ruolo aperto a sviluppi futuri, facilitando così sia la mobilità orizzontale che quella verticale. Proprio l’esigenza di acquisire anche una certa disponibilità al cambiamento spinge la f.p. verso un’articolazione flessibile e capace di rinnovarsi sistematicamente. A livello mondiale particolarmente significative sono le raccomandazioni di organismi come l’Unesco dove si sottolinea molto l’interesse per il «destinatario» dell’intervento di f.p.: «l’uomo» con una pluralità di interessi che superano la sola acquisizione di capacità specifiche inerenti la professione e dove si evidenzia con forza il carattere evolutivo della f.p. In ambienti a noi più vicini, ad es. in Europa occidentale e particolarmente nella Comunità Europea, si insiste molto sulla necessità di dare alla f.p. un carattere polivalente, globale, attento alle esigenze della persona e ai suoi mondi vitali. Certamente, pur potendo evidenziare ancora molti aspetti problematici, si può affermare che nei Paesi industrializzati è stato fatto un salto di qualità nel modo d’intervenire nella f.p. Se si confrontano anche solo gli anni del secondo dopoguerra con il momento attuale, si constata facilmente che si è avuta una maturazione della società in genere per quanto riguarda il problema formativo, una evoluzione tecnologica molto rapida e uno sviluppo della capacità di confronto globale sul problema del mondo del lavoro tra imprenditori e forze politiche, sociali, sindacali. Tutto ciò ha portato ad una nuova attenzione alla f.p. per cercare di ricucire quello strappo insanabile di un sistema socio-produttivo messo fuori equilibrio dalle nuove tecnologie. Il senso del termine ha perciò una valenza dinamica con sfumature che variano nel tempo pur conservando il significato fondamentale di momento preparatorio al mondo del lavoro.

Bibliografia

Malizia​​ G. et al.,​​ Le parole chiave della f.p.,​​ Roma, CNOS-FAP, 2004;​​ Franchini R.,​​ Per una istruzione e f.p. di eccellenza, Milano, Angeli, 2005;​​ De Vita A.,​​ L’e-learning nella f.p. Strategie,​​ modelli e metodi,​​ Trento, Erickson, 2007;​​ Prellezo J. M.,​​ Le scuole professionali salesiane (1880-1922), in J. G. González et. al.,​​ L’educazione salesiana dal 1880 al 1922, vol. 1, Roma, LAS, 2007, 53-94;​​ Negri M. P. -​​ M. Castoldi (Edd.),​​ Professionalità e f. Empowerment per le scuole,​​ Milano, Angeli, 2007.​​ 

N. Zanni