FORMAZIONE VOCAZIONALE

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FORMAZIONE VOCAZIONALE

Il termine può indicare due modi di sviluppo personale, uno più generale e uno più specifico (e con caratteristiche particolari in ambito cristiano).

1.​​ In generale.​​ In rapporto a persone adulte il termine f.v. indica il processo attraverso il quale la​​ ​​ persona si impegna liberamente nell’organizzare e unificare la sua vita, dentro le sue possibilità e in interazione con la comunità umana, in funzione di una vita di valore anche mediante una​​ ​​ professionalità conseguente (come è soprattutto in ambito anglofono dove​​ vocational​​ è riferito al tipo di carriera professionale a cui si aspira e a cui ci si prepara con la formazione professionale). In rapporto a persone in età evolutiva la f. aiuta il soggetto ad entrare nella vita adulta secondo un itinerario che le permette di affrontare il problema della propria​​ ​​ identità personale e del suo integrale sviluppo in relazione con gli altri e con la società. Lungo questo percorso la persona in crescita acquista la capacità di autodefinirsi, di affrontare il senso della propria unicità personale, di apprezzare la propria persona, d’impegnarsi spinta dai valori, di prendere posto nel proprio ambiente, d’integrare la forza vitale dell’amore, di riconoscersi nella propria singolarità e di perseverare nel proprio impegno. L’attività di​​ ​​ orientamento trova qui una sua significativa funzione. Allo stesso modo la presenza di un formatore è di primaria importanza. Con l’esempio ispiratore della sua vita, le conoscenze professionali e il valore delle realizzazioni, questi può aiutare il giovane a riflettere e ad approfondire, con libertà interiore, le opzioni, che lo conducono a discernere il proprio progetto di vita. Queste tuttavia dovranno essere assunte nel progetto formativo in maniera tale che il formando possa incorporare nel suo campo di responsabilità la visione integrale della persona. La f.v. è ben riuscita, stabile e positiva, solo quando la persona giunge ad armonizzare e integrare i vari aspetti della sua personalità con il senso della propria esistenza. La f. non è mai solo quello che si riceve, ma ciò al cui contatto si cresce reagendo personalmente, con responsabilità e intelligenza.

2.​​ Identità personale e vocazione cristiana.​​ In questo senso specifico (e cristiano in particolare) f.v. sta a significare un processo risultante dalla relazione tra le forze vitali della propria persona (l’io attuale,​​ ossia ciò che specifica la persona nel suo essere e nel suo agire abituale) e il rapporto, assolutamente originale e fondante, con la chiamata di Dio a collaborare allo sviluppo organico della comunità ecclesiale con differenti funzioni, ministeri, carismi (l’io ideale,​​ ossia ciò che l’uomo è chiamato ad essere con il suo progetto di vita). La f.v., a livello cristiano, si colloca, perciò, nel contesto della vocazione e missione della​​ ​​ Chiesa. Essa è un processo verso una nuova configurazione e rappresentazione di sé, attraverso cui le inclinazioni e le doti naturali della persona, sollecitate dalla chiamata di Dio e con l’aiuto del formatore e del sistema di f., giungono a maturazione per lo svolgimento di una missione.

3. Elementi educativi processuali.​​ La f.v. è un processo di promozione dello sviluppo integrale di: 1)​​ tutto l’​​ ​​ uomo con tutte le risorse personali​​ liberamente donato a Dio, coinvolto con la propria storia (l’ambiente, la cultura e la mediazione di figure e di strutture di sostegno come la famiglia, la scuola, la comunità sociale ed ecclesiale), in una peculiarità differente di funzioni, ministeri e carismi; 2)​​ in continua consolidazione​​ della carica ideale del progetto di vita, mai del tutto pienamente posseduto e attuato; 3)​​ in cammino progressivo di consolidamento della propria identità vocazionale.​​ Per giungere a scoprirla e realizzarla, «il formando» s’impegna liberamente in un processo in cui si rende cosciente dei propri valori di fondo e dell’orizzonte lungo il quale dove portare avanti la ricerca; si dimostra capace di integrare i differenti aspetti della propria personalità in funzione della natura del progetto vocazionale; acquista sufficiente autonomia psichica per prendere decisioni stabili in accordo al senso che ha dato alla propria vita e al progetto da costruire; 4)​​ in un impegno personale​​ di disponibilità incondizionata e di abbandono illimitato della propria esistenza a Qualcuno o a qualcosa di significativo. Nella nostra visuale è essenzialmente Cristo, a cui consegnare incondizionatamente la propria vita, perché ne disponga come vuole; 5)​​ coadiuvato da una guida​​ che conosce le potenzialità e i limiti della persona e presta il suo aiuto temporaneo, perché questa possa discernere in sé l’azione di Dio e prendere una decisione vocazionale con tutta libertà e responsabilità.

Bibliografia

Szentmartoni M,​​ Identità personale. Un concetto ambiguo,​​ in «Orientamenti Pedagogici» 35 (1988) 440-448; Cencini A. - A. Manenti,​​ Psicologia e f. Strutture e dinamismi,​​ Bologna, Dehoniane, 1992; Alday J. M.,​​ La f. alla vita consacrata nel magistero della Chiesa. Dal Concilio Vaticano II ad oggi,​​ Roma, Rogate, 1993; Cencini A.,​​ I sentimenti del Figlio. Il cammino formativo nella vita consacrata, Bologna, EDB, 1998; Imoda F.,​​ Sviluppo umano,​​ psicologia e mistero, Ibid., 2005.

V. Gambino