FORMATORE

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FORMATORE

Operatore che svolge precisa attività di formazione nei confronti di altre persone nell’ambito extrascolastico, al fine di far pervenire l’utente al possesso di diverse abilità nei vari campi di attività in cui opera.

1. Etimologicamente il termine deriva dal lat.​​ formare​​ (dare forma, plasmare), e richiama la duplice idea di una sostanza cedevole, plasmabile, ed al contempo l’idea che l’essere umano possieda un patrimonio innato da estrarre e sviluppare. Le aree di attività affini sono l’educazione, l’istruzione e l’insegnamento (educatore, insegnante). L’attività del f. (​​ formazione) si esercita in un contesto strutturato, composto di reti formali e informali di diversi operatori, quasi sempre in équipe. Insieme all’Istituzione presso cui opera esprime un progetto formativo condiviso in obiettivi, contenuti, metodi e strumenti, tipi di verifica, che attua autonomamente in funzione dell’utenza e dell’organizzazione stessa. Il f. consulente tende così ad avere una propria struttura permanente e a rivendicare uno spazio istituzionale tra committenza e utenza, formalizzando prestazioni e processi. Si intende la formazione come​​ pratica sociale,​​ nel senso di una attività educativa riguardante adulti in situazione di transizione sociale; sul piano metodologico si intende come processo trasformativo intenzionale avente influenza sociale globale.

2. Lo stato professionale di questo operatore è eterogeneo e diverso da Paese a Paese, e pertanto è difficile una definizione univoca, anche a causa della mancanza di uno statuto e inquadramento professionale omogeneo. Diverse sono le accezioni in cui il termine è usato: docente, istruttore, tutor, maestro di apprendistato, animatore,​​ job trainer.​​ Tali accezioni appartengono al campo economico, socio-culturale e socio-professionale e differiscono all’interno di questi a seconda che pertengano a sistemi di​​ ​​ formazione professionale o a sistemi di formazione continua. Il riferimento comune di tali termini è il momento erogativo della formazione, il corso o​​ stage.

3 Esistono diverse categorizzazioni del f., a seconda degli obiettivi del tipo di intervento:​​ professionali,​​ interventi di primo inserimento, di riconversione, di perfezionamento, di promozione in rapporto a soggetti in situazione lavorativa;​​ personali,​​ interventi rivolti allo sviluppo dell’espressione individuale di ogni singola persona;​​ sociali,​​ interventi riguardanti la vita non professionale, familiare, associativa ecc. I settori di intervento sono in sintesi quello pubblico, delle politiche formative, del lavoro e politiche sociali; quello privato legato alle richieste aziendali, consulenze tecnologico-organizzative o domande individuali extraprofessionali; quello autogestito, basato sull’autoorganizzazione degli interventi, la cooperazione, il​​ ​​ volontariato.

4. Le tipologie più recenti del f. considerano diverse variabili, quali la natura concorrenziale o no degli organismi che lo impiegano, le funzioni o i ruoli effettivamente ricoperti, le caratteristiche del rapporto di lavoro, se permanente o occasionale. Si avranno pertanto le figure del responsabile della formazione, con funzione di gestione, amministrazione, direzione, ricerca e formazione dei f.; dell’esperto (​​ insegnante, specialista); dell’​​ ​​ animatore; del consulente esterno all’intervento con funzione di informazione, documentazione, orientamento. Le competenze richieste al f. sono insieme organizzative ed educative, dunque tecniche ma anche relazionali e valoriali.​​ 

5. Il​​ tipo​​ di f. è strettamente dipendente dalla filosofia della formazione nelle diverse culture organizzative. Se la formazione è intesa come trasmissione di conoscenze e informazioni – normalmente ciò avviene in culture organizzative normativo-burocratiche – il f. si presenterà come​​ istruttore;​​ nelle culture tecnocratiche, che intendono la formazione come sviluppo delle capacità professionali e / o relazionali del soggetto, sarà​​ conduttore​​ di processi di comunicazione; nelle culture di tipo permissivo-individualista la formazione è intesa come animazione dell’espressività e il f. sarà​​ animatore;​​ nelle culture dove la formazione è intesa come cura della crescita personale, generalmente culture di tipo familistico, il f. sarà da intendersi come​​ terapeuta.

Bibliografia

Quaglino G. P.,​​ Fare formazione,​​ Bologna, Il Mulino, 1985; Bellotto M. - G. Trentini (Edd.),​​ Culture organizzative e formazione,​​ Milano, Angeli, 1990; Maggi B. (Ed.),​​ La formazione: concezioni a confronto,​​ Milano, Etas, 1991; Pardilla A.,​​ Il f. e la formatrice testimoni di Cristo, Roma, Claretianum, 1999.

M. Groppo - L. Righi