ROSMINI-SERBATI Antonio
n. a Rovereto nel 1797 - m. a Stresa nel 1855, sacerdote, filosofo e pedagogista italiano.
1. Di nobile famiglia, compie gli studi elementari e superiori a Rovereto, quelli universitari a Padova, dove conosce N. Tommaseo e traduce il De catechizandis rudibus di → Agostino, che pubblica nel 1821. Per la sorella Margherita, direttrice nel 1820 dell’orfanotrofio femminile di Rovereto, scrive Dell’educazione cristiana, edita nel 1823. Sacerdote dal 1821 conduce vita austera tra studi e opere di carità, mentre matura l’idea di elaborare una grande opera politica per risanare moralmente la società. A tale scopo nel 1826 si reca a Milano, dove conosce Manzoni e il conte Mellerio. Scrive il saggio Sull’unità dell’educazione (1826), in cui sostiene che prima regola dell’educazione è l’unità e ogni forma di essa deve tendere alla formazione di tutto l’uomo, in modo che «tutto in esso armoniosamente proceda». Nel 1828 è al monte Calvario di Domodossola: fonda l’Istituto della Carità e ne scrive le Costituzioni; a novembre è a Roma per far approvare l’Istituto, per pubblicare il Nuovo saggio sull’origine delle idee (1830) e le Massime di perfezione cristiana (1830). Gli anni che seguono sono caratterizzati da intenso lavoro: fondazione (1832) delle Suore della Provvidenza (Rosminiane); istituzione del Collegio degli Educatori elementari e quello dei Missionari; pubblicazione di molte opere. Tra il 1839-40 scrive Del principio supremo della metodica (pubblicato postumo nel 1857) per aiutare i suoi religiosi / e a meglio svolgere il loro insegnamento nelle scuole materne, elementari e superiori.
2. R. svolge il problema metodologico dal punto di vista filosofico e pedagogico riprendendolo nella Logica (1854) e, ancor prima, nella Prefazione al Catechismo disposto secondo l’ordine delle idee (ediz. 1844): «Il principio che regge e governa tutto quanto l’ordine didattico è il seguente semplicissimo: “Le verità sieno disposte in una serie ordinata in guisa che quelle che precedono non abbiano bisogno per essere intese di quelle che seguono”». Nel 1848 il governo piemontese gli affida una missione diplomatica presso la S. Sede, che fallisce anche per la politica filoaustriaca del card. Antonelli. Nel 1849 ritorna a Stresa, dove si è stabilito dal 1836, e continua la sua attività di scrittore e di guida degli istituti da lui fondati senza ribellarsi per la messa all’Indice di due sue opere: Le cinque piaghe della Santa Chiesa, Costituzione secondo la giustizia sociale. Su proposta del vescovo d’Ivrea, scrive una serie di articoli in difesa della libertà d’insegnamento. È in relazione con i più noti pedagogisti del → Risorgimento italiano. Dopo il Concilio Vaticano II, la sua persona e i suoi scritti, che spaziano in vari ambiti del sapere, sono oggetto di studio e vivo interesse. Nel 1994 si dà inizio alla causa di beatificazione. In data 26.06.2006 la Congregazione delle Cause dei Santi promulga il decreto riguardante le virtù eroiche del Venerabile A.R.
Bibliografia
a) Fonti: l’ediz. di tutte le opere di R. è ora continuata dall’ediz. critica a cura dell’Istituto di Studi Filosofici di Roma e dal Centro Internazionale di Studi Rosminiani di Stresa. Prevede circa 80 volumi, che vengono pubblicati dall’Editrice Città Nuova di Roma. Tra questi Della educ. cristiana. Sull’unità dell’educazione, a cura di L. Prenna, n. 31. b) Studi: per la vita di R. è fondamentale: La vita di A. R. scritta da un sacerdote dell’Istituto della Carità riveduta e aggiornata dal prof. G. Rossi, 2 voll., Rovereto, Manfrini, 1959. Validi strumenti di lavoro sono: Bergamaschi C., Bibliografia Rosminiana, Stresa, Edizioni Rosminiane Sodalitas, 1967-1996, 7 voll. e Id., Grande dizionario antologico del pensiero di A. R., Novara, Interlinea, 1997; Morando D., La pedagogia di A. R., Brescia, La Scuola, 1948; Prenna L., Dall’essere all’uomo. Antropologia dell’educazione nel pensiero rosminiano, Roma, Città Nuova, 1979; Lanfranchi R., Genesi degli scritti pedagogici di A. R., Ibid., 1983.
R. Lanfranchi