ISTRUZIONE DIRETTA

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ISTRUZIONE DIRETTA

In genere con i.d. (direct instruction)​​ viene inteso un metodo didattico in cui l’insegnante è il protagonista principale, colui che dirige, modella, controlla, riceve e fornisce​​ feedback​​ correttivi e aiuta a raggiungere il comportamento desiderato di fatti e di sequenze di azioni. Il termine, che è apparso nella letteratura educativa alla fine del secolo scorso, è usato con altri termini simili come:​​ systematic teaching,​​ explicit instruction,​​ explicit teaching,​​ active teaching,​​ effective teaching.

1. Tutti questi termini insistono sul fatto che «se vuoi che lo studente impari qualcosa, insegnaglielo direttamente». Il metodo ha conseguito un’ampia diffusione e secondo Rosenshine (1995) può assumere diversi aspetti: l’i. condotta dall’insegnante, le procedure per un insegnamento efficace, quelle utilizzate per insegnare delle strategie cognitive, quelle usate per l’i. di processi di aritmetica e lettura e la situazione di apprendimento condotta dall’insegnante mentre gli studenti assistono passivamente. L’i.d. non ha una definizione ufficiale e definitiva. Per Duffy e Roehler, essa significa «una particolare attenzione alla scuola, una sequenza precisa del contenuto, un elevato impegno e coinvolgimento degli studenti, un attento e costante controllo, un​​ feedback​​ correttivo dato agli studenti» (1986, 35). Nonostante i vari significati e usi del termine, si può dire globalmente che il metodo dell’i.d. si propone l’obiettivo di insegnare allo studente come fare qualcosa e come apprendere in modo significativo qualche contenuto.

2. L’i.d. richiede fondamentalmente lo svolgimento di alcune funzioni (Rosenshine, 1986; Rosenshine-Meister, 1995): a) la revisione e il controllo del lavoro eseguito nella lezione precedente (ri-insegnamento se necessario) o la presentazione di quello che deve essere appreso, sia esso un contenuto o un processo mentale in piccoli passi; b) la pratica guidata dall’insegnante attraverso un pensare ad alta voce (modeling)​​ con verifica della​​ ​​ comprensione, suggerimenti per superare le difficoltà che si incontrano, domande e risposte; c) il​​ feedback,​​ le correzioni e le ripetizioni se è necessario; d) la presentazione di prestazioni esemplari del compito; e) la pratica indipendente in cui lo studente mette in atto ciò che ha imparato mentre l’insegnante sorveglia e controlla l’esecuzione; f) la revisione settimanale o mensile.

Bibliografia

Duffy G. G. - L. R. Roehler,​​ The subtleties of instructional mediation,​​ in «Educational Leadership» 43 (1986) 23-27; Rosenshine B.​​ V.,​​ Synthesis of research on explicit teaching,​​ in «Educational Leadership» 43 (1986) 145-153; Rosenshine B.​​ V.​​ - C. Meister, «Direct instruction», in L. W. Anderson (Ed.),​​ International encyclopedia of teaching and teacher education,​​ Oxford, Pergamon Press, 1995, 143-149.

M. Comoglio