XENOFOBIA

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XENOFOBIA

Avversione ingiustificata nei confronti degli stranieri, paura senza sufficiente motivazione e quindi con carattere patologico.​​ Da​​ xeno-​​ e -fobia​​ comp. dal gr.​​ Ksénos​​ (strano) dal gr.​​ phobia​​ der. dal tema di​​ phobéomai​​ (temere).

1. La x. è un concetto vago quando descrive la percezione dell’altro o di gruppi diversi dai propri. È x. razionale quella del lavoratore che si sente minacciato dall’ingresso degli stranieri percepiti come pericolosi ed intrusi. La x. irrazionale si ha quando si nutre paura per comportamenti simbolici di gruppi umani poco conosciuti (es. Nomadi, Sikhs). In senso generale, la x. definisce un atteggiamento mentale, un comportamento xenofobo, di ostilità verso cose o persone straniere. La psicologia studia la x. , mentre il comportamento xenofobo è oggetto di studio delle scienze del comportamento, tra cui l’economia che valuta i costi della x. razionale e non razionale. Il comportamento xenofobo razionale (costi bassi, danno, utilità) si ha in presenza di condizioni che evidenziano la x. verso membri di altri gruppi di appartenenza. La x. non razionale fa uso di tre spiegazioni scientifiche: 1) psicopatologica (odio maniacale per gli stranieri); 2) sociobiologica (aggressività intertribale, sono amici quelli simili a noi); 3) psicologica (etnocentrismo come dato universale).

2. Nella scuola la x. si associa a fenomeni di razzismo, emarginazione, esclusione dei bambini con cittadinanza non italiana, di etnocentrismo studiati anche dall’antropologia culturale e sociale. Analisi circoscritte dei manuali scolastici conducono alla rilevazione della cosiddetta propensione allo stereotipo, incrocio di proporzione tra fatto narrato / commentato e strutturazione linguistica a fini cognitivi. Il modello pedagogico-educativo dello stereotipo è quello nel quale prevale l’indottrinamento e l’ideologizzazione della conoscenza, ottenuti seguendo un processo formativo chiuso, con uso di metodi autoritari di apprendimento-insegnamento che impediscono la costruzione libera, critica e responsabile del sapere da parte del soggetto e del gruppo. Gli stereotipi razziali o etnici sono espressione di pregiudizi a danno di altri. Per la pedagogia la x. non è un valore. La concatenazione straniero-capro espiatorio-razzismo-dispersione-stereotipo-pregiudizio-x. è tra le più studiate nelle scienze dell’educazione. Il termine x. è di scarso uso analitico-descrittivo-esplicativo, si preferiscono razza e relazioni etniche. La​​ xenofilia​​ è descritta come contrario della x. e si verifica quando ci si identifica con lo straniero, generando comportamenti di controtendenza alla x.

Bibliografia

Cashmore E. E. et al.​​ (Edd.),​​ X.,​​ dictionary of race and ethnic relations, London and New York, Routledge and Kegan, 1992; 314; Chistolini S.,​​ L’antirazzismo in Italia e Gran Bretagna.​​ Uno studio di educazione comparata,​​ Milano, Angeli, 2000; Id.,​​ Comparazione e sperimentazione in pedagogia, Ibid., 2001; Ortona G.,​​ Economia del comportamento xenofobo,​​ Torino, UTET, 2001; Portera A.,​​ X., in M. Laeng (Ed.),​​ Enciclopedia pedagogica, Appendice A-Z, Brescia, La Scuola, 2003, 1561-1564.

S. Chistolini