ISIDORO DI SIVIGLIA

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ISIDORO DI SIVIGLIA

n. a Cartagena nel 562? - m. nel 636 a Siviglia, erudito, arcivescovo di Siviglia.

1. Attraverso le sue opere ed i suoi discepoli svolge un grande lavoro nella restaurazione culturale e spirituale della sua epoca, che darà luogo al cosiddetto «rinascimento isidoriano». Dopo le invasioni nordiche I. continua a trascrivere nel suo​​ scriptorium​​ di Siviglia buona parte degli umanisti classici, quelli dell’antichità cristiana, e i testi propedeutici elaborati per l’insegnamento da dotti e compilatori dell’epoca ellenistica. Nell’insieme monumentale delle sue opere raccoglie, classifica e ricolloca nell’universo isidoriano gli autori dell’antichità, avvalendosi di un metodo di lavoro​​ etimologico.​​ Ricerca gli elementi più semplici del sapere nella composizione-scomposizione delle parole; lavora sull’origine, le differenze, le antinomie, le omonimie, il significato. Salva così per i posteri il linguaggio scritto e orale, elemento di base di ogni cultura. Nell’apporto pedagogico di I. si evidenziano, soprattutto, le​​ Sentenze​​ o​​ Etimologie,​​ che rappresentano il primo tentativo di sistematizzazione del dogma e della morale cattolici. Nei XX libri delle​​ Origini​​ o​​ Etimologie,​​ I. riorganizza​​ enciclopedicamente​​ il sapere del suo tempo. I primi quattro libri sono dedicati al​​ trivium​​ e al​​ quadrivium,​​ una sintesi delle​​ ​​ arti liberali che avrà fortuna nelle scuole dell’alto​​ ​​ Medioevo.

2. Il contributo pedagogico di I. oltrepassa però i limiti dell’enciclopedia. Partendo dalla concezione cristiana, indica il fine dell’educazione in una teologia della salvezza. La formazione umana deve dare senso a tutte le​​ conoscenze,​​ che il processo educativo orienterà verso la​​ ​​ virtù. Questa, a sua volta, tende alla​​ ​​ saggezza cristiana. I doveri del saggio sono quelli di apprendere ed insegnare. Il​​ ​​ maestro, come dirà il IV Concilio di Toledo (633) presieduto dallo stesso I., sarà dotto, virtuoso, capace di adattarsi ad ogni tipo di intelligenza. Con le sue opere, I. realizza «una​​ praelectio​​ monumentale, una isagoge, un portico che consentirà l’ingresso prima alla rinascita carolingia e poi ai tre secoli seguenti» (P. Riché).

Bibliografia

a)​​ Fonti:​​ San I. de Sevilla. Etimologías. Introducción de M ª C. Diez Diez, Madrid, BAC, 2000. b)​​ Studi:​​ Riché P.,​​ Éducation et culture dans l’Occident barbare, Paris, Seuil,​​ 31962; Fontaine J.,​​ San I. de Sevilla. Génesis y originalidad de la cultura hispánica en tiempos de los visigodos,​​ Madrid,​​ Encuentro, 2002; Arce Martínez J.,​​ San I.,​​ Doctor Hispaniae, Sevilla, Fundación El Monte, 2002.

Á. Galino - Á. del Valle