BLONSKIJ Pavel Petrovič

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BLONSKIJ Pavel Petrovič

n. a Kiev nel 1884 - m. a Mosca nel 1941, professore di pedagogia e psicologia, con impegno filosofico.

1. Consolidò i suo interessi con la libera docenza (1913) e l’insegnamento nell’università. Partecipò al movimento dell’Educazione libera;​​ dopo la rivoluzione, aderì al bolscevismo e intraprese una corposa attività pubblicistica, che lo inserì negli organismi dello stato per la scuola, muovendosi nella linea della​​ ​​ pedologia.​​ Con l’affermarsi dello stalinismo iniziò la sua emarginazione, da cui si difese, lavorando solo nell’Istituto statale di psicologia, specie dopo la condanna della pedologia (1936). Tra le sue opere:​​ Kurs pedagogiki,​​ Mosca, Zadruga, 1916;​​ Psichologija,​​ Ibid., 1919;​​ Trudovaja skola​​ (Scuola del lavoro), Mosca, NKP-Giz, 1919;​​ Pedologia,​​ Ibid., 1925.

2. Oltre all’interesse psicologico, si è caratterizzato per la​​ fondazione di una scienza marxista dell’educazione​​ e una conseguente ristrutturazione della scuola, supportate dalla centralità dei processi produttivi e del lavoro, da cui la​​ politecnicità,​​ dibattuto concetto marxiano. B. polemizza con l’educazione delle​​ ​​ «Scuole Nuove», per la loro concezione del bambino, il cui sviluppo naturale però egli stesso non trascura, secondo gli orientamenti pedologici. Propone una «scuola politecnica del lavoro», sintesi dialettica tra «l’educazione dell’uomo in generale» e «l’educazione dello specialista». Essa, ispirata al bisogno industriale, si articola su tre livelli: dai 3 ai 7 anni, di imitazione e riproduzione della vita degli adulti, con un rilancio del gioco e un relativo inserimento del lavoro; dagli 8 ai 13 anni (= obbligo di 1° grado), con la conoscenza della vita umana nel suo sviluppo e con un’attività produttiva agricolo-artigianale, in una «comune», con flessibilità di orari e di discipline; dai 14 ai 18 anni, in fabbrica, con una «sintesi di sapere e di fare», integrata da una riflessione scientifico-teorica, da sport e attività artistiche. B. vi ha introdotto, didatticamente, il «metodo dei complessi», di cui fu sostenitore. Oggi se ne riconosce, oltre alla matrice marxista, il legame con classici e Scuole Nuove. Ebbe importanza ed influsso fino al 1925-1926.

Bibliografia

Tra i saggi più accessibili e comprensivi:​​ Dietrich Th.,​​ Sozialistische Pädagogik,​​ Bad Heilbrunn, Klinkhardt, 1966, 127-161.

B. A. Bellerate