MANJÓN Andrés
n. a Sargentes de la Lora (Burgos) nel 1846 - m. a Granada nel 1923, giurista ed educatore spagnolo.
1. Vita e opere. Nato in una famiglia contadina, in cui spicca la figura della madre, donna profondamente religiosa. La «circostanza» storica in cui compie gli studi e fa le prime esperienze docenti è assai travagliata (instabilità politica, scontri sociali, analfabetismo). Quando fonda la prima scuola «per ragazze bisognose», M. è ormai prete e professore di Diritto presso l’università di Granada. La scuola, che chiama dell’«Ave-María», sorge in un quartiere periferico, dove «l’ignoranza e la povertà, la trascuratezza e l’abbandono si davano la mano con la corruzione e lo scandalo». L’opera avemariana si estende a molte città spagnole e trova consensi anche all’estero. Avviata l’esperienza, M. ne racconta le origini e lo sviluppo in brevi scritti: Hojas (fogli) e Memorias.
2. Pensiero pedagogico. M. usa l’espressione «capitale di idee», per riferirsi allo scritto del 1897: Condizioni pedagogiche di una buona educazione e quali ci mancano. Questo saggio offre la migliore sintesi del suo pensiero: precisato il concetto di pedagogia («insieme di principi scientifici e regole pratiche il cui scopo finale è la formazione di uomini integri e completi»), vengono esaminate le «condizioni» dell’educazione: integrale, iniziata fin dalla culla, graduale e continua, progressiva, organica e armonica, «attiva da parte dell’allievo e del maestro», estetica, morale, religiosa, libera, manuale. Questi temi sono approfonditi in scritti posteriori: El maestro mirando hacia dentro (1915), Hojas paterno-escolares (1916). È agevole rilevare in essi nuclei dottrinali di efficacia educativa: visione integrale del bambino, amore alla natura, famiglia come ambiente formativo, ruolo della donna, opera educativa come progetto e «cosa di tutti», scuola strumento di rigenerazione sociale.
3. Critica. La figura di M. è oggetto di giudizi contrastanti. La valutazione dei nuclei accennati consente di superare silenzi e interpretazioni riduttive che mettono in risalto quasi esclusivamente determinati aspetti suggestivi (scuola all’aria aperta, giochi didattici, «mapas en relieve»). Accanto ad alcuni punti problematici (proposta del «catechismo come materia centrale»; innovazioni didattiche non accompagnate da una pari attenzione per il rinnovamento dei contenuti), vanno sottolineati giustamente i pregi: valorizzazione del contatto con l’ambiente naturale in un clima di spontaneità e gioia, rilievo dato alla famiglia, uso di metodi intuitivi e attivi.
Bibliografia
a) Fonti: Edición nacional de las obras selectas de A.M., [Granada], Ave-María, 1945-1956; Diario del P. M. 1895-1923. introd. y texto crítico de J. M. Prellezo, Madrid, BAC, 2003. b) Studi: Dévaud E., Pédagogie à ciel ouvert, in «Revue Belge de Pédagogie» 20 (1939) 416-427; Montero J., Didáctica manjoniana, Granada, CEPPAM, 1959; Prellezo J. M., Educación y familia en A.M. Estudio histórico-crítico, Zürich / Roma, PAS-Verlag, 1969; Id., Bibliografía de M. (1882-1997), Granada, Ave-María, 1997; García M. E., Las Escuelas del Ave María de Arnao, Castrillón, Patronato Municipal de Cultura, 2004.
J. M. Prellezo