EDUCAZIONE AMBIENTALE
Il significato del lemma richiama l’idea di e., intesa come il processo di formazione dell’uomo nel suo rapporto con l’ → ambiente che lo circonda. Si tratta di una relazione in cui il soggetto è parte dell’ambiente, ma al contempo viene orientandosi ad esplorarlo e conoscerlo. L’e.a., pertanto, risponde a quel processo d’interpretazione e conoscenza dell’ambiente nelle sue caratteristiche morfologiche, geografiche, ecologiche, sociali e, più ampiamente, culturali il cui fine si colloca nello sviluppo di una coscienza ambientale diffusa che favorisca la protezione, il rispetto e la valorizzazione dell’habitat naturale e umano.
1. L’ambiente naturale. Compito di una corretta e.a. sarà allora quello di far maturare la consapevolezza secondo cui l’uomo è parte integrante e certo fondamentale dell’ambiente, senza per questo esserne l’elemento unico, prioritario, assoluto. Al contempo, proprio sull’uomo grava la responsabilità morale di adempiere al processo di salvaguardia dell’integrità ambientale in ogni suo aspetto. La prima direzione prevista dall’e.a. è quella che conduce alla conoscenza della natura sotto il profilo biologico (animale, vegetale, minerale), antropologico ed ecologico, affinché il giovane comprenda l’importanza – per se stesso e per la specie – di una natura conservata e preservata dalla distruzione, dallo sfruttamento cieco delle sue risorse, dalle differenti forme d’inquinamento.
2. L’ambiente storico-economico e sociopolitico. Una seconda direzione predispone la formazione umana verso l’ambiente nelle sue condizioni economiche, storiche, sociali, politiche. La città e le sue molteplici funzioni acquisiscono qui una «eminenza» pedagogica dovuta ai riflessi antropologici riverberati sull’ambiente modificato dall’uomo.
3. L’ambiente estetico ed etico. Questa terza direzione include sia il carattere morale e valoriale su cui ogni corretta e.a. viene impostandosi, sia le peculiarità estetiche rivelate dall’ambiente. Le zone archeologiche, i siti d’interesse speleologico, i beni culturali e l’arte disseminata nell’ambiente ne suggellano una lettura capace di riconoscerlo anche per queste sue apprezzabili dimensioni di → bellezza e di godimento estetico. Le tre direzioni conoscitive dell’e.a. sopra riassunte implicano un’adeguata ricerca d’ambiente. Questa salda la scuola all’extrascolastico colto nelle sue molteplici sfaccettature, riconducendo il mondo di vita del soggetto in corso di formazione verso l’ambiente circostante e quotidiano, ma anche alla volta di territori naturali, sociali, estetici, geograficamente o / e psicologicamente distanti. L’e.a. si apre così: a) alla pedagogia del viaggio vissuto attraverso l’esplorazione e la scoperta; b) all’ → e. scientifica per mezzo della quale studiare l’ambiente; c) all’e. estetica (→ e. artistica) con cui comprendere l’estetica dell’ambiente in quanto linguaggio dell’e.; d) alla pedagogia ecologica intesa come occasione di formazione dell’uomo nell’esercizio della conoscenza degli ecosistemi, dei biosistemi e dei sociosistemi in cui vive.
Bibliografia
Scurati C. (Ed.), L’e. extrascolastica, Brescia, La Scuola, 1986; Gennari M. (Ed.), Beni culturali e scuola, Ibid., 1988; Id., Estetiche dell’ambiente, Genova, Sagep, 1988; Jonas H., Il principio di responsabilità, Torino, Einaudi, 1990; Zucchini G. L., Educare all’ambiente, Firenze, La Nuova Italia, 1990; Gutiérrez Pérez J., La educación ambiental, Madrid, La Muralla, 1995; Gennari M., Trattato di pedagogia generale, Milano, Bompiani, 2006.
M. Gennari