VIVES Juan Luis
n. a Valencia nel 1492 - m. a Bruges nel 1540, umanista spagnolo.
1. Nasce in una famiglia benestante di origine ebraica. Frequenta lo «Studio generale» della città natale e l’Università di Parigi (1509-1514). Insegna a Lovanio, dove instaura rapporti di amicizia con Erasmo. Invitato a trasferirsi in Inghilterra (1523-1528), diventa precettore della principessa Maria, figlia di Enrico VIII, e professore di lingue classiche a Oxford. Caduto in disgrazia, perché contrario al divorzio del re, V. si stabilisce a Bruges, dove si era sposato nel 1524. Durante il soggiorno inglese scrive le prime opere di carattere pedagogico: De institutione foeminae christianae (1523), De ratione studii puerilis (1523). Negli ultimi anni di vita, nonostante le difficoltà economiche e la precaria salute, svolge intensa attività intellettuale. Opere più importanti: De subventione pauperum (1526); De tradendis disciplinis (1531), trattato sull’insegnamento; De anima et vita (1538), studio sulla psicologia umana.
2. Per V. è chiara anzitutto la necessità di dare un fondamento psicologico all’azione educativa e didattica: «i maestri dovrebbero radunarsi quattro volte l’anno, per discutere e deliberare, con affetto paterno e severo giudizio, sull’indole e la natura di ciascun ragazzo, indirizzando ognuno al tipo di studio per il quale sembra avere maggiore attitudine» (De tradendis, II, 568). L’istanza psicologica si ritrova anche nelle considerazioni sull’importanza del «fattore uomo»: il maestro deve essere oggetto di una «prudente e coscienziosa scelta», persona di «cultura e padrone dell’arte d’insegnare, capace di adattarsi al livello di ogni alunno» (De tradendis, II, 588). Due termini, pietas e eruditio, strettamente legati tra di loro, sintetizzano gli obiettivi fondamentali che V. addita alla scuola. Più dei suoi contemporanei, egli insiste sulla diffusione delle scuole, da ubicare in luoghi igienici e ameni, fuori delle città, per evitare distrazioni e pericoli per gli scolari. Il tema viviano che ha suscitato maggiore interesse è quello dell’educazione femminile. Pur collocato in un’ottica tradizionale, alcuni punti meritano attenzione: cultura classica, cura delle diverse dimensioni della formazione della fanciulla, esigenza di coniugare la teoria con gli aspetti pratici, propri della missione di madre di famiglia.
3. L’umanista spagnolo è ritenuto il «padre della psicologia moderna» (Sancipriano, 1963, 5). Speciale e unanime apprezzamento ha meritato il tentativo di fondare l’intervento educativo e l’insegnamento sull’osservazione psicologica. In Italia ha avuto grande diffusione il suo breve scritto Colloquia o Exercitatio linguae latinae (1539). Ne sono state individuate 20 edizioni lat. pubblicate in Italia e 14 edizioni in traduzione it. Ancora recentemente sono state ripubblicate due delle più importanti opere viviane: De tradendis disciplinis (Cassino, 1984), De pacificatione (Roma, 1990).
Bibliografia
a) Fonti: Obras completas; versión castellana, introducción y notas de L. Riber, Madrid, Aguilar, 1947, 2 voll.; Los diálogos; estudio introd., edición crítica y comentario de M. P. García, Barañáin (Navarra), EUNSA, 2005. b) Studi: Urmeneta F., La doctrina psicológica y pedagógica de L.V., Madrid, C.S.I.C., 1949; Sancipriano M., Introduzione a De anima et vita, Torino, Bottega d’Erasmo, 1963; Prellezo J. M., J.L.V. (1492-1992). Le opere e il pensiero pedagogico in Italia, in «Orientamenti Pedagogici» 40 (1993) 69-91; Fontán A., Erasmo, Moro, V.: el humanismo cristiano europeo, Madrid, Nueva Revista, 2002.
J. M. Prellezo
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