EDUCAZIONE SCIENTIFICA

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EDUCAZIONE SCIENTIFICA

Facendo riferimento alle voci​​ ​​ scienza, più teorica, e​​ ​​ scienze (insegnamento delle), più didattica, la presente considera lo sviluppo storico di tale insegnamento.

1. L’e.s. era pressoché assente nel mondo antico, tranne che a livelli superiori.​​ ​​ Platone, da buon pitagorico, diceva a proposito della sua Accademia: «nessuno entri che sia ignaro di geometria». E nel Peripato​​ ​​ Aristotele, e Teofrasto che gli succedette quale scolarca, impartivano pure elementi di biologia e zoologia e nozioni di astronomia. Ad Alessandria d’Egitto, nel Museo e nella Biblioteca, si raccoglievano anche opere di scienze; ed Eratostene misurò per primo con notevole approssimazione il meridiano terrestre, calcolando la differente lunghezza dell’ombra proiettata da un obelisco di altezza data ad Alessandria ed a Siene sul medio Nilo.

2. Nel​​ ​​ Medioevo l’e.s. trovava posto nel «quadrivio» delle​​ ​​ arti liberali come aritmetica, geometria, astronomia, e anche come musica (intesa come studio dei rapporti matematici tra note). Ma era un’introduzione elementare a scopi essenzialmente pratici. L’aritmetica era studiata nei cosiddetti​​ Libri de computo​​ a fini commerciali; la geometria ai fini dell’agrimensura e dell’architettura; l’astronomia ai fini della navigazione e della determinazione del calendario per scopi annalistici e liturgici. Alla fine del Medioevo cominciarono studi di ottica geometrica, utile anche per lo studio della prospettiva pittorica; e di alchimia, per il trattamento dei metalli e la produzione di medicamenti.

3. Nel Rinascimento si ravviva l’interesse per la natura, e poco dopo cominciano gli studi di fisica, chimica, biologia intesi in senso non più solo pratico, ma teoretico. Al nozionismo occasionale si sostituisce una ricerca sistematica al puro scopo di sapere. Essa diventa parte dell’e. dell’uomo completo, come lo intendono Leonardo da Vinci e Galileo Galilei. Proprio Leonardo asserisce di non poter soffrire «i trombetti e recitatori delle altrui opere» che tengono davanti agli occhi i libri al punto da non vedere la natura. Galilei è per le «sensate esperienze... e certe dimostrazioni» che muovono dall’esperienza e ne risolvono i nessi osservati in rapporti matematici; per questo appresta regoli, orologi, compassi, mezzi di ingrandimento ottico che consentano più precise misure. Inizia allora il grande sforzo di «matematizzazione» della fisica che, sostenuto anche dal cartesianesimo che teorizza il mondo come «res extensa», approderà alle grandi sintesi di Newton e Laplace.

4. Con il sec. XVII e il XVIII, oltre agli sviluppi della fisica e dell’astronomia, inizia il cammino autonomo di quasi tutte le scienze, incluse la mineralogia, la botanica, la zoologia, l’anatomia animale e umana. Inizia anche l’osservazione microscopica, si scopre la cellula; si dimostra l’inesistenza della generazione spontanea e si studiano gli infusori. Vengono fatti i primi passi verso la divulgazione scientifica con le dimostrazioni nei salotti, e con la creazione di erbari e di grandi collezioni museali. Nascono le prime grandi Accademie scientifiche distinte da quelle letterarie.

5. Il secolo d’oro dello sviluppo scientifico è il XIX; nasce la chimica sciogliendosi dagli impacci alchimistici; nascono lo studio dell’elettricità e del magnetismo, della radioattività e dell’atomo. Nascono la fisiologia e la psicologia sperimentali. La divulgazione diventa un nuovo genere letterario, e la filosofia del secolo diventa il «positivismo» che si presenta come filosofia «scientifica». L’e.s. viene ritenuta fondamentale ed entra ormai in tutti i programmi. Lo stile pesantemente nozionistico e l’esaltazione a senso unico delle conquiste fa velo tuttavia allo spirito critico, che viene riguadagnato solo all’inizio del sec. XX dopo la revisione della fisica classica ad opera della prima e seconda teoria dei quanti e della relatività. Quasi contemporaneamente vengono rivedute le prime teorie lamarckiane e darwiniane dell’evoluzione, includendo la genetica mendeliana e le scoperte dei geni e del DNA. Si giunge così ai giorni nostri, quando una nuova consapevolezza epistemologica supera le ingenuità positivistiche e accredita un nuovo spirito problematico e aperto, che ispira un insegnamento basato sul metodo delle ipotesi.

Bibliografia

Aubert J. M.,​​ Cosmologia: filosofia della natura,​​ Brescia, Paideia, 1968; Daumas M. (Ed.),​​ Storia della scienza,​​ 7 voll., Bari, Laterza, 1976-1978; Laeng M.,​​ Unità della cultura e costruzione di concetti scientifici, Lecce, Pensa MultiMedia, 2001; Gobbi L.,​​ L’e.s. nell’epoca della tecno-scienza: laboratori di storia della scienza, Azzano San Paolo, Junior, 2004; Laeng M.,​​ I gradini dell’ascesa. La vita e l’uomo, Brescia, La Scuola, 2004.

M. Laeng