TEORIA DEI SISTEMI

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TEORIA DEI SISTEMI

L’approccio chiamato t.d.s., risalente alle intuizioni di L. von Bertalanffy, attinge alle scienze dell’ingegneria, della biologia, della psicologia della​​ ​​ Gestalt e specialmente della cibernetica e delle teorie dell’informazione. Esso tende alla ricerca di leggi e di principi generali che si possano applicare ai sistemi presenti in tutte le aree della scienza.

1. La t.d.s. sottolinea l’importanza delle funzioni di controllo e di regolazione (omeostasi), lo scambio di informazione con l’ambiente esterno, la necessità di un centro di governo dei sistemi, la capacità peculiare dei sistemi viventi, inclusi quelli sociali, di svilupparsi reagendo alle variazioni degli input provenienti dall’esterno, infine la presenza di processi che tendono continuamente a modificare la struttura e lo stato del sistema. Il modello sistemico intende esaminare un processo o un evento, come unitario e organico in se stesso non come fenomeno isolato, ma come parte correlata e interdipendente con altre componenti di una unità più complessa. Un sistema può essere a sua volta parte (sottosistema) di un sistema superiore, o includere in sé altri sottosistemi inferiori. Si parla quindi di «modello sistemico di lettura della realtà», quando essa viene percepita come un «sistema di sistemi», dove il concetto di sistema include tre leggi fondamentali: la interrelazione tra gli elementi, la loro unità globale e l’organizzazione delle interrelazioni tra di loro. I servizi possono essere aperti o chiusi, stabili o instabili, rigidamente deterministici o imprevedibili, coscienti o inconsci.

2. Tale approccio, in un tempo in cui tutto il mondo sta diventando un «sistema sociale unico» anche se variegato e complesso, offre il grande vantaggio di poter ragionare su oggetti di natura diversa e di porli sistematicamente in relazione, nel quadro di uno schema rigorosamente unitario. La t.d.s. aiuta a capire, a spiegare il disegno e le origini e a prevedere i possibili sviluppi della trama delle diverse interdipendenze. Risente però dei limiti di una visione piuttosto strutturalistica della realtà. Per l’educatore un «saper fare» sistemico significa comprensione e cambiamento non solo dell’individuo ma anche del contesto e quindi intervento non solo verso la persona, ma anche verso le reti primarie della stessa e i gruppi territoriali più ampi, come avviene nella pedagogia sociale e nelle politiche dei​​ ​​ servizi sociali.

Bibliografia

Gallino L.,​​ La società,​​ perché cambia e come funziona: un’introduzione sistemica alla sociologia, Torino, Paravia, 1980; Campanini A. M. - F. Luppi (Edd.),​​ Servizio sociale e modello sistemico, Roma, NIS, 1988; Collins R.,​​ Teorie sociologiche, Bologna, Il Mulino, 1992; Gavagnino G.,​​ Modello sistemico e analisi dei servizi, Roma, NIS, 1992;​​ Sanchis Llopis R.,​​ Problemas resueltos de teoría de sistemas,​​ Valencia, Publicacions de la Universitat Jaume I, Servei de Comunicació i Publicacions,​​ 2002; Addario N. (Ed.),​​ T.d.s. sociali e modernità, Roma, Carocci, 2003; Bertalanffy L. von,​​ T. generale d.s. Fondamenti,​​ sviluppo e applicazioni,​​ Milano, Mondadori, 2004.

R. Mion