SCUOLA DELL’INFANZIA

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SCUOLA DELL’INFANZIA

Con questa espressione, nel passato usata in maniera alternativa rispetto a quella classica di «s. materna», si indica la s. che accoglie ed educa i bambini dai tre ai sei anni.​​ 

1. Le prime s. infantili, poi chiamate «asili», sono nate in Italia nella prima metà dell’Ottocento (1830 circa) per iniziativa del sacerdote cremonese Ferrante​​ ​​ Aporti ed ebbero una rapida diffusione nell’età risorgimentale. Nel corso dello stesso secolo ad esse si affiancarono i giardini d’infanzia froebeliani, poi rinnovati e ricostruiti pedagogicamente da Rosa e Carolina​​ ​​ Agazzi e dal 1907 in poi le​​ Case dei bambini​​ montessoriane. Nel 1914 gli asili e i giardini infantili italiani ebbero i loro primi programmi, in cui si precisava che essi sono prima di tutto istituti di educazione e come tali si sono affermati nel corso del Novecento fino a giungere alla legge istitutiva della s. materna statale del 1968 (n. 444), ed agli​​ Orientamenti dell’attività educativa nelle s. materne statali​​ del 1969 e poi del 1991, che ne hanno ridefinito la natura, la specificità e l’identità e che sono alla base delle «Indicazioni Nazionali per i Piani Personalizzati delle attività educative nelle s.d.i.», legate alla L. 53 / 2003.

2. La s.d.i. si configura come un’istituzione scolastica connotata dal rapporto che intercorre tra la flessibilità, l’inventività didattica e «l’intenzionalità», chiamata a promuovere l’educazione integrale della personalità infantile e quindi un’equilibrata maturazione e organizzazione (per non dire sinergia) delle componenti affettive, sociali, religiose, e ad aiutare il bambino nell’acquisizione «di capacità logiche e di competenze di tipo comunicativo, espressivo e operativo», tenendo presenti la variabilità individuale dei ritmi, dei tempi e degli stili di apprendimento, le motivazioni e gli interessi personali. L’identità dell’istituzione è data infatti dall’attenzione per la centralità del bambino, come soggetto attivo e protagonista del suo apprendimento (individuale e cooperativo), che interagisce con gli adulti e con i «pari» e da un insieme di elementi che si influenzano vicendevolmente quali la particolarità del curricolo e / o del piano educativo, il rapporto tra esperienze e sistemi simbolico-culturali, le finalità, la qualità dell’organizzazione, della mediazione didattica, della relazione e della comunicazione, la valorizzazione dell’attività ludica, ludiforme «di lavoro» e di vita quotidiana e della collaborazione tra s. e famiglia e altri «servizi» educativi per l’infanzia.

Bibliografia

Macchietti S. S.,​​ La s. infantile tra politica e pedagogia dall’età aportiana ad oggi, Brescia, La Scuola, 1985; Scurati C. (Ed.),​​ Infanzia scenari di s., Ibid., 2003; Id.,​​ Infanzia famiglia s. Comunità e comunicazione, Ibid., 2005; Id.,​​ A s. per l’infanzia, Ibid., 2006.

S. S. Macchietti