NON DIRETTIVITÀ

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NON-DIRETTIVITÀ

Criterio educativo mirante a valorizzare la capacità di autodirezione del soggetto ed anche orientamento pedagogico, affermatosi soprattutto negli anni ’60 e ’70, connesso con le concezioni antiautoritarie e con la​​ ​​ pedagogia istituzionale.

1.​​ Collocazioni. In quanto criterio educativo, il principio della n.-d., che consiste, ricollegandosi idealmente al modello​​ dell’Emilio​​ di​​ ​​ Rousseau, nel sostenere che il soggetto possiede capacità di autoconduzione ed autoorientamento che non vengono utilizzate ed anzi represse ed atrofizzate dal tradizionale rapporto autoritario, circola ampiamente nella visione della scuola attiva, dove si esprime anche in concrete e specifiche realizzazioni (come il lavoro per gruppi, le cooperative scolastiche, l’autogoverno). In quanto orientamento pedagogico, esso trova la sua formulazione più compiuta nel pensiero di​​ ​​ C. Rogers, che, dopo aver elaborato una originale concezione della terapia come relazione di aiuto centrata sul cliente, ne ha proposto una versione in chiave educativa, ripresa ed applicata soprattutto nella cultura francese, in cui la funzione dell’educatore e dell’insegnante consiste nel «facilitare», sulla base dei reali sentimenti di «empatia» e di «congruenza» che egli prova nei suoi confronti, i processi autonomi di sviluppo e di apprendimento del soggetto.

2.​​ Discussioni. Il punto di vista non direttivo, nelle sue varie espressioni e modulazioni, è stato sottoposto a numerose critiche, il cui nucleo centrale è costituito dalla chiusura di ogni valore e ogni significato nell’interno esclusivo del sentimento psicologicamente inteso, per cui viene a cadere la possibilità di ancorare il processo educativo a qualsiasi elemento di fondazione oggettiva (morale, storica, culturale, sociale). In sostanza, il modello originario della terapia finisce coll’invadere ogni altra ulteriore determinazione. Nello stesso tempo, non deve venire dimenticata, di contro, la funzione di richiamo nei confronti degli eccessi autoritaristici e conformistici e non devono essere sottostimati la valorizzazione delle potenzialità positive della persona e l’appello al principio relazionale dell’​​ ​​ empatia.

Bibliografia

Zavalloni R.,​​ La terapia non direttiva nell’educazione, Roma, Armando, 1971; Rogers C.,​​ Libertà nell’apprendimento, Firenze, Giunti-Barbera, 1973; Scurati C.,​​ N.-d., Brescia, La Scuola, 1976; Genco A.,​​ Educazione nuova e n.-d., Ibid., 1977; Bellingreri A.,​​ Per una pedagogia dell’empatia, Milano, Vita e Pensiero, 2005.

C. Scurati