CARISMA

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CARISMA

Il c. si può definire come una relazione di potere fra una guida ispirata e i suoi seguaci, che riconoscono in essa e soprattutto nel suo messaggio la promessa di un ordine nuovo a cui essi aderiscono con una convinzione intensa. Per il leader carismatico che occupa una posizione del tutto centrale in un determinato gruppo di adepti o in una comunità emozionale, il messaggio è al tempo stesso una missione.

1. Il termine c., dal gr.​​ charisma​​ (grazia divina), è stato usato in sociologia per primo da E. Troeltsch (1912) e poi approfondito da​​ ​​ Weber (1922). Il c. è il potere straordinario di alcuni personaggi che possiedono un fascino particolare sugli altri. Esso è senz’altro diverso dal potere di un burocrate e si definisce per il suo carattere straordinario, sovrumano e sovrannaturale. Il carismatico è un «inviato da Dio» o da una forza eccezionale. Per lui non sono importanti tanto i compiti da svolgere, che sono vari e molto diversi, ma è importante piuttosto il modo, lo stile con cui realizzare la sua missione. Egli non dispone di un apparato organizzativo, economico o coercitivo perché l’obbedienza è assicurata attraverso la persuasione. L’opposto di un capo carismatico è il tiranno che governa attraverso la forza e la paura, oppure un governante al quale si obbedisce, indipendentemente dalle sue capacità personali.

2. Nel linguaggio corrente c., popolarità e contagio emotivo sono considerati sinonimi: tuttavia, a livello scientifico le differenze non mancano. Un individuo popolare non pretende niente; invece il capo carismatico è molto esigente. Così il c. non è riducibile alla popolarità anche se molte volte è associato a manifestazioni diffuse di entusiasmo. Il potere carismatico è sempre molto personale e per questo rende fragile l’istituzionalizzazione. Gesù è stato un capo puramente carismatico durante tutta la vita. Il carismatico, come portatore di c., ha su molti un fascino che si fonda probabilmente sull’apprezzamento dei comportamenti e delle prestazioni, ma che si sposta poi gradualmente sulla mera esistenza di essi. Così i carismatici, per il fatto stesso di esserci, contano e sono socialmente importanti; soddisfano i bisogni di dipendenza, di comportamenti individuali e collettivi e tendono a diventare criterio di verità e di valore. In tal senso, nel bene e nel male, i portatori di c. vengono ad avere una loro significatività educativa.

Bibliografia

Troeltsch E.,​​ Die Soziallehren der Christlichen Kirchen und Gruppen,​​ Tübingen, Mohr, 1912; Weber M.,​​ Wirtschaft und Gesellschaft,​​ Ibid., 1922; Eisenstadt S. N.,​​ Max Weber​​ on charisma and institution buildings.​​ Selected papers,​​ Chicago, University of Chicago Press, 1968; Ardigò A.,​​ Crisi di governabilità e mondi vitali,​​ Bologna, Cappelli, 1980; Alberoni F.,​​ Movimento e istituzione,​​ Bologna, Il Mulino, 1981; Tedeschi E.,​​ Per una sociologia del millennio. David Lazzaretti: c. e mutamento sociale,​​ Venezia, Marsilio, 1989; Tuccari F.,​​ C. e leadership nel pensiero politico di Max Weber, Milano, Angeli, 1991.

J. Bajzek