AUTOILLUSIONE

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AUTOILLUSIONE

L’a. consiste nella strategia efficace che il soggetto adotta per potenziare il suo​​ ​​ benessere fisico o psichico. In vista di tale finalità egli usa alcuni​​ ​​ meccanismi di difesa per sfuggire o almeno per mitigare gli effetti di una dura realtà.

1. La strategia dell’a. è stata ampiamente elaborata da Taylor e Brown (1988) e successivamente ancora da Taylor (1991). Nella prima pubblicazione, che ha avuto una straordinaria risonanza, le due autrici hanno sostenuto che la moderata sopravvalutazione di se stessi, l’illusoria convinzione di padroneggiare le cause del proprio comportamento e un non del tutto fondato ottimismo, aumentano il benessere psichico e spesso anche la​​ ​​ creatività. Le ipotesi delle due autrici sono state confermate in studi successivi: i soggetti psichicamente sani e socialmente adattati avevano un concetto di sé distorto in direzione positiva, mentre i soggetti con il concetto di sé realistico avevano una bassa stima di se stessi ed erano inclini alla​​ ​​ depressione. È stato quindi concluso che le illusioni potenziano la salute delle persone e infondono ottimismo sul loro futuro. Qualche autore ha invece rilevato che Taylor e Brown non hanno chiarito i confini tra la valutazione distorta e quella oggettiva, ed hanno sostenuto che l’a. può produrre solo un effetto transitorio e che su una realtà distorta non è possibile effettuare un valido adattamento. Taylor e Brown (1994) hanno replicato che non è facile nella​​ ​​ autovalutazione distinguere tra l’illusione e la realtà. Altri autori ancora hanno sottolineato i rischi dell’a.: i soggetti che lo adottano diventano insensibili alle giuste critiche e spesso negano l’esistenza dei loro limiti; si attribuiscono i meriti puramente casuali mentre attribuiscono ai fattori esterni i fallimenti, ed in tal modo si convincono di padroneggiare il proprio ambiente sociale.

2. I pregi e i rischi dell’a. sono stati documentati sugli ammalati terminali. Alcuni autori, pur riconoscendo l’effetto positivo dell’a. sul benessere di tali soggetti, hanno notato che essi tendevano a trascurare le cure efficaci aggravando in tal modo la propria salute. L’a. viene adottata dalle persone per proteggere o per potenziare la​​ ​​ stima di sé. A tale scopo vengono usati i noti meccanismi di difesa (Poláček, 2001) come la repressione (evitare i pensieri disturbanti), la negazione (non riconoscere problemi evidenti), la rimozione (allontanare desideri, sentimenti, pensieri ed esperienze disturbanti), la razionalizzazione (fare ragionamenti infondati), l’intellettualizzazione (discutere sui problemi senza risolverli). Da quando la psicologia dinamica ha ammesso che lo scopo della terapia non è più quello di far accettare al paziente la realtà, anche l’a. è considerata una strategia utile per la promozione della salute mentale delle persone. Nell’educazione l’a. trova la sua utilizzazione nella considerazione positiva delle risorse dei giovani, nel coltivare l’ottimismo sul loro futuro e nel proporre obiettivi superiori alle loro «reali» possibilità.

Bibliografia

Taylor S. E. - J. D. Brown,​​ Illusion and well-being: a social psychological perspective on mental health,​​ in «Psychological Bulletin» 103 (1988) 193-210; Taylor S. E.,​​ Illusioni: Quando e perché l’autoinganno diventa la strategia più giusta,​​ Firenze, Giunti, 1991; Taylor S. E. - J. D. Brown,​​ Positive illusions and well-being revisited: Separating fact from fiction,​​ in «Psychological Bulletin» 116 (1994) 21-27; Poláček K.,​​ I meccanismi di difesa nell’ambito educativo: un aggiornamento,​​ in «Orientamenti Pedagogici» 48 (2001) 997-1008.

K. Poláček