WATSON John Broadus

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WATSON John Broadus

n. a Greenville (Carolina del Sud) nel 1878 - m. a New York nel 1958, psicologo statunitense.

1. Dopo essersi diplomato alla Furnham University nel 1900, consegue a Chicago, sotto la supervisione di James R. Angeli e di Henry H. Donaldson nel 1903 il dottorato in Psicologia con la tesi​​ Animal education: the psychical development of the white rat. Si trasferisce nel 1904 a Baltimora, alla Johns Hopkins University dove prosegue la sperimentazione sugli animali. Nel 1908 è nominato professore di psicologia sperimentale e comparata alla Johns Hopkins University. Sempre più insoddisfatto dell’impianto teorico e sperimentale della psicologia strutturalista e funzionalista, pubblica nel 1913 un articolo (Psychology as the behaviorist views it) unanimemente considerato il manifesto del​​ ​​ comportamentismo. Dando una formulazione precisa e sistematica ad una prospettiva teorica e di ricerca che era andata maturando nei primi decenni del secolo tra gli psicologi statunitensi, in gran parte di orientamento funzionalista, W. definisce la psicologia «una branca sperimentale puramente oggettiva delle scienze naturali che identifica il suo obiettivo teorico nella previsione e il controllo del comportamento» e propone di sostituire lo studio degli eventi mentali con quello del comportamento, analizzabile in termini di connessioni o correlazioni tra stimoli visivi, auditivi, cinestesici da un lato e risposte cui tali stimoli danno luogo dall’altro. I punti essenziali dello scritto possono essere dunque identificati nel rifiuto della coscienza, nella delimitazione dell’indagine alla previsione e al controllo del comportamento e nella possibilità di unificare su queste basi il comportamento umano ed animale.

2. Negli scritti successivi, oltre ad una sistematizzazione della sua teoria (Behavior: An introduction to comparative psychology, 1914) W. individua nel riflesso condizionato, così come definito da Pavlov, l’unità di analisi per lo studio dell’abitudine o acquisizione di nuovi comportamenti (The place of conditioned reflex in psychology, 1916) e accentua il versante ambientalista della sua teoria (An attempted formulation of the scope of behavior psychology, 1917). Dopo essere stato nel 1915 presidente dell’American Psychological Association, nel 1920, travolto dallo scandalo suscitato dalla sua causa di divorzio, è costretto a dare le dimissioni dall’insegnamento universitario. Rivolge quindi la sua attività in campo pubblicitario e scrive, oltre a Behaviorism (1924), recensito con entusiasmo dalla stampa di grande diffusione e a​​ The ways of behaviorism​​ (1928), una serie di articoli di carattere divulgativo caratterizzati da un netto ambientalismo ed enfatizzanti le possibilità di modificare il comportamento umano. Scrive inoltre, in collaborazione con Rosalie Rayner, sua seconda moglie, un articolo,​​ Conditioned emotional reactions, che susciterà tutta una serie di critiche e di obiezioni, in cui sostiene la possibilità di condizionare nel bambino le risposte emotive e un libro​​ Psychological care of infant and child​​ (1928), che otterrà un notevole successo editoriale.

Bibliografia

a) Alcune opere in it. di W.:​​ Antologia degli scritti,​​ a cura di P. Meazzini, Bologna, Il Mulino, 1976. b) Su W.:​​ Naville P.,​​ La psychologie du comportement: le behaviorism de W., Paris, Gallimard,​​ 1943; Woodworth R. S.,​​ B.W.,​​ 1878-1958, in «American Journal of Psychology» 72 (1959) 301-310; Modesti U.,​​ Il problema dell’unità del sapere nel comportamentismo, Padova, CEDAM, 1967; Mackenzie B. R.,​​ Il comportamentismo e i limiti del metodo scientifico, Roma, Armando, 1980; Buckley K. W.,​​ Mechanical man.​​ J.B.W. and the beginnings of behaviorism, New York, Guilfort Publ., 1989.

F. Ortu - N. Dazzi