COMPORTAMENTO

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COMPORTAMENTO

Il c. è un modo di agire, una condotta, un contegno. Implica un aspetto sociologico in quanto gli effetti del c. interessano i rapporti interpersonali ed ambientali in genere, e un aspetto psicologico che riguarda le motivazioni del c. e le soddisfazioni o insoddisfazioni che derivano al soggetto dai c. attuati. Può riguardare inoltre il c. collettivo con tutti i risvolti psicosociali che ne derivano. Importante, in senso psicologico, è, come si è accennato sopra, lo studio delle motivazioni che inducono il c.

1.​​ Storia.​​ È noto che dopo gli studi di Thorndike sull’intelligenza animale,​​ ​​ Watson nei primi decenni del 1900 diede inizio ad una Scuola denominata «behaviorista» che si prefissava di studiare il c. umano come risposta ai vari stimoli che il soggetto può ricevere sia dall’interno che dall’esterno del proprio organismo. Con questa metodologia, analoga a quella usata da Pavlov per i riflessi condizionati, si aveva il vantaggio di poter misurare con sufficiente esattezza il numero e l’intensità degli stimoli e delle risposte, giacché erano tutte cose osservabili. Evidentemente venivano trascurate l’elaborazione interiore operata dalla psiche del soggetto e le motivazioni coscienti o inconsce che determinano le risposte, come pure l’intenzionalità e la progettazione che ciascun individuo può operare. Tuttavia i primi ricercatori in questa direzione, fra cui il rinomato​​ ​​ Skinner, insistettero molto sull’indispensabilità della quantificazione dell’osservabile, in modo da avere dati incontrovertibili e procedimenti scientificamente esatti. È chiaro però che si è resa sempre più imperiosa la necessità di studiare i processi cognitivi e soprattutto quelli emozionali con indagini anche intrapsichiche e con l’uso di test che dovrebbero rivelare le situazioni inconsce, in modo da avere accanto ai risultati quantificabili dei c. esterni, anche dei dati riferentisi ai processi intrapsichici. È vero che questi ultimi hanno bisogno di interpretazione e non garantiscono l’oggettività, però è anche vero che data la complessità della psiche non si può pretendere di sondarla con un’unica metodologia o con un solo tipo di strumenti, ma si deve fare uso di qualsiasi mezzo valido si abbia a disposizione per poter ottenere il massimo numero di dati attendibili.

2.​​ Situazione attuale.​​ Oggi si parla più volentieri di Scuole cognitivo-comportamentali che, come molte altre Scuole, non trascurano l’apporto di elementi provenienti da fonti diverse. Si va molto più volentieri verso l’interdisciplinarità, che si considera più efficiente e più sicura. Il c. rimane in molte circostanze il dato di partenza indispensabile per poter risalire poi a conoscenze più approfondite.

3.​​ Condizionatori del c.​​ Possono essere condizionatori biologici, psicologici e sociologici. Fra i condizionatori biologici: a) l’organismo nella sua globalità, in quanto a seconda della sua struttura di base, potrebbe essere (seguendo la nomenclatura di De Lisi): forte, celere, abile, agile; forte, lento, inabile, pesante; debole, celere, abile, agile; fiacco, lento, inabile, impacciato. Si possono riscontrare anche forme intermedie; b) la struttura e le funzioni del sistema nervoso, del sistema endocrino e di quello immunitario nelle loro particolarità. Fra i condizionatori psichici: l’immagine di sé che il soggetto si è formata; l’armonizzazione delle varie componenti della​​ ​​ personalità che si è determinata durante lo sviluppo; la governabilità delle pulsioni; le produzioni della fantasia; la gestione dell’​​ ​​ ansia. Fra i condizionatori sociali si ricordano: i sentimenti, gli atteggiamenti e i c. degli altri sia come singoli individui, sia come società, le condizioni fisiche ambientali.

Bibliografia

a)​​ I classici:​​ Watson J. B.,​​ Behaviorism,​​ New York, 1924; Tolman E. C.,​​ Purposive behavior in animals and men,​​ London, 1932; Russel E. S.,​​ The behaviorism of animals,​​ London, 1934. b)​​ I moderni:​​ Polizzi V.,​​ Psiche e soma,​​ Roma, LAS, 1976; Oliverio A.,​​ Biologia e c.,​​ Bologna, Zanichelli, 1982; Bruno F. J.,​​ Adjustment and personal growth,​​ New York, Wiley, 1983; Andreoli V.,​​ La norma e la scelta,​​ Milano, Mondadori, 1984; Arto A.,​​ Crescita e maturazione morale,​​ Roma, LAS, 1984; Polizzi V.,​​ L’identità dell’homo sapiens,​​ Ibid., 1986; Pancheri P. et al.,​​ Trattato italiano di psichiatria,​​ Milano, Masson, 1993; Renna L. (Ed.),​​ Neuroscienze e c.​​ umano, Roma, Vivere In, 2006.

V. Polizzi

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