NICHILISMO E EDUCAZIONE
Tra le molte e contrastanti accezioni del termine n., due sono quelle che, in direzione opposta, riguardano direttamente il problema dell’educazione. Da una parte quella, per lo più in voga nelle forme del discorso comune, secondo la quale il n., in quanto indifferenza pratica nei confronti di qualsiasi valore, non è che la negazione, individuale e sociale, di qualunque possibilità educativa. Viceversa, sotto un diverso e ben più complesso punto di vista storiografico, per n. s’intende, a partire da Nietzsche, la critica filosofica più radicale del pensiero moderno e della sua tradizione metafisica. Secondo tale prospettiva esso designa non già una dottrina peculiare, quanto piuttosto il termine interpretativo della situazione storica propria dell’uomo contemporaneo. Un termine che, includendo la negatività radicale nella struttura fondamentale dell’esistenza, sembra dettare anche un compito eminentemente pedagogico: educare l’uomo contro il proprio tempo, in vista di un oltrepassamento dei valori correnti. O verso la direzione estetica del desiderio. O verso quella etica dell’autenticità esistenziale. In quest’ultimo senso l’educazione sembra consistere nella tragicità del contrasto tra il soggetto e il mondo che lo circonda. Tragicità che, contro gli usuali sentimenti di valore, finirebbe per coincidere, tuttavia, con l’elemento profetico di un nuovo comando morale: diventare ciò che si è.
Bibliografia
Penzo G., Il n. Da Nietzsche a Sartre, Roma, Città Nuova, 1976 (con antologia); Caracciolo A., Pensiero contemporaneo e n., Napoli, Guida, 1976; Volpi F., Il n., Roma / Bari, Laterza, 1996 (con bibliografia); Löwith K., Il n. europeo (1939), Ibid., 1999; Erbetta A., Pedagogia e n. Cinque capitoli di filosofia dell’educazione, Torino, Tirrenia Stampatori, 2007 (con bibliografia).
A. Erbetta