MUSEI
Il nome deriva da quello dell’edificio ellenistico dedicato alle Muse annesso alla grande Biblioteca di Alessandria d’Egitto. Dall’antichità all’epoca moderna non sono esistiti m. nel senso moderno, bensì raccolte talora anche cospicue di opere d’arte nei templi, negli edifici pubblici, nelle dimore regali e principesche. Accanto alle raccolte d’arte spesso vi sono oggetti rari, strani o curiosi, come pepite, cristalli, conchiglie, fossili, ossa di animali preistorici, meteoriti caduti dal cielo, denti di narvalo ritenuti di unicorno, che costituiscono le Wunderkammer (camere delle meraviglie).
1. Il m. moderno nasce dopo l’apertura (gratuita o pagante) al pubblico delle predette raccolte, e con l’incremento di esse a fini di studio e di promozione della cultura. Un forte impulso alla trasformazione viene dato dalla Rivoluzione francese, che dopo le prime distruzioni di regge e monasteri dovute alla furia estremista, si interessa invece alla conservazione ed esposizione dei beni culturali e artistici; essa estende la sua attenzione anche alle raccolte scientifiche (di minerali, piante, animali), agli strumenti e alle tecnologie, creando il primo grande m. del genere a Parigi nel Conservatoire des Arts et Métiers a Saint Martin des Champs. Gli scavi archeologici e lo studio sistematico della storia dell’arte incentivano la creazione di m. di belle arti; ad essi si aggiungono m. storici e archivi nazionali di documenti. Da parte sua il positivismo con l’interesse alla divulgazione scientifica favorisce i m. naturalistici. Con la democratizzazione degli Stati europei e americani, l’apertura delle raccolte trasformate in m. pubblici viene generalizzata, e l’affluenza dei visitatori ascende ai parecchi milioni annuali odierni.
2. Un m. è «un’organizzazione di segni iconici» (U. Eco) e come tale un sistema di messaggi essenzialmente visivi. Sono quindi fondamentali la scelta dei pezzi che vanno esposti, la loro comparazione e sequenza, la disposizione in vetrine illuminate, l’organizzazione delle visite, l’abbinamento degli oggetti a cartellini esplicativi, a schede descrittive, a guide e libri, l’offerta di riproduzioni e facsimili, di sussidi audiovisivi, di strumenti informatici e di CD interattivi. I vecchi m. artistici assembravano in disordine centinaia di opere in poco spazio, più che altro in funzione di tesoro o di decoro; quelli scientifici allineavano migliaia di minerali, di piante, di insetti, di animali imbalsamati o conservati sotto alcole o formalina. L’effetto era opprimente e la visita faticosa. Oggi vengono scelti per la esposizione al pubblico pochi pezzi veramente significativi, e messi in evidenza con tecniche «vetrinistiche» di sicuro richiamo. Le vaste raccolte di base e quelle specialistiche sono invece custodite in depositi per gli studiosi e gli scambi.
3. Le discipline museali costituiscono oggi accanto a quelle bibliografiche e biblioteconomiche un importante settore dei beni culturali; vi attendono la museografia e la museologia. Ma notevole interesse è quello della didattica della → educazione artistica e della → educazione scientifica.
Bibliografia
Angela A., M. e mostre a misura d’uomo, Roma, Armando, 1988; Pedagogie del m., Genova, SAGEP,1991; Gallo Barbisio C. - C. Quaranta (Edd.), Il significato del m. laboratorio di territorio, Torino, Tirrenia Stampatori, 1997; Nardi E., Leggere il m.: proposte didattiche, Formello, SEAM, 2001; M. didattico: polo MUSIS permanente: 8. aggiornamento: 12. settimana della cultura scientifica, marzo 2002, Roma, Euroma, 2002.
M. Laeng