BULIMIA

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BULIMIA

La b. consiste in una fame insaziabile ed incontrollabile. Il termine deriva da due parole greche (bous​​ =​​ bue e​​ limòs​​ = fame). Letteralmente: «fame da bue».

1. Tale disturbo, come per l’​​ ​​ anoressia, nella maggioranza dei casi riguarda il sesso femminile. Tra gli studenti universitari, le femmine denunciano la percentuale del 4,5% contro lo 0,40% dei maschi. Esso inoltre è dalle 5 alle 10 volte più diffuso dell’anoressia. La b. di solito compare verso i 15-16 anni, con punte massime dopo i 20 anni. Il decorso è intermittente con tendenza verso la cronicizzazione.

2. I sintomi principali della b. sono: ricorrenti episodi di abbuffate senza alcun controllo, vomito auto-indotto, uso di lassativi o di diuretici, eccessiva preoccupazione per il peso corporeo, ricorso all’alcol o a sostanze stupefacenti, scarsa​​ ​​ stima di sé, ricerca di appoggio,​​ ​​ depressione. A differenza delle anoressiche, le bulimiche tendono ad essere sessualmente attive, anche se poi denunciano una certa difficoltà nell’ottenere soddisfazione dei loro bisogni emotivi. Entro questo contesto, l’orgia alimentare viene vissuta, per un verso, come tentativo di «prendersi cura» e, per un altro, come rabbia nei confronti dell’oggetto frustrante e deludente.

Bibliografia

Igoin L.,​​ La boulimie et son infortune,​​ Paris, PUF, 1979; Gordon R. A.,​​ Anoressia e b. Anatomia di un’epidemia sociale,​​ Milano, Cortina, 1991;​​ Sánchez Cárdenas M.,​​ Le comportement boulimique,​​ Paris, Masson,​​ 1991; Lavanchy P.,​​ Il corpo in fame, Milano, Rizzoli, 1994; Selvini Palazzoli M.,​​ Ragazze anoressiche e bulimiche, Milano, Cortina, 1998; Miller J. A.,​​ Gli imbrogli del corpo, Roma, Borla, 2006; Jeammet Ph.,​​ Anoressia b., Milano, Angeli, 2006; Recalcati M. - M. Zuccardi Merli,​​ Anoressia,​​ b. e obesità, Torino, Bollati Boringhieri, 2006.

V. L. Castellazzi