PAURA
Risposta razionale e motivata tesa ad evitare oggetti (persone, animali, cose), situazioni o avvenimenti realmente pericolosi.
1. Secondo J. Bowlby (1975) l’organismo umano ha una predisposizione filogeneticamente strutturata a reagire con la p. di fronte ad indizi naturali di pericolo. La funzione fondamentale della p. quindi è quella di segnalare la minaccia e di mobilitare l’individuo ad un’azione di difesa. L’esperienza della p. comporta un’emozione più o meno intensa con connesse modificazioni fisiche originate dall’eccitazione del sistema nervoso simpatico.
2. Piccole e transitorie p. sono facilmente riscontrabili nel periodo dell’età evolutiva intesa in senso stretto. Esse in via normale tendono a scomparire spontaneamente con il crescere dell’età. Inoltre quasi sempre sono connesse con una determinata fase dello sviluppo (es.: la p. del buio tra i tre e i cinque anni) o con il momento di passaggio da una fase all’altra (es.: la p. della solitudine nella prima → adolescenza). Va sottolineato che l’assenza totale di p. in certe fasi dello sviluppo è indice di patologia.
3. Oltre ad una p. normale, c’è una p. patologica, denominata più precisamente fobia (→ nevrosi). Questa è riscontrabile allorché il soggetto di fronte ad un pericolo dà risposte inadeguate rispetto alla reale situazione, reagisce in modo sproporzionato rispetto all’età e denuncia un’ansia abnorme e persistente nel tempo.
Bibliografia
Bowlby J., La separazione dalla madre, Torino, Bollati Boringhieri, 1975; Zlotowicz M., Le p. infantili, Torino, SEI, 1978; Speltini G., Inquietudini e p. nell’adolescenza, Bologna, Cappelli, 1982; Falorni M. L. - A. Smorti, La p. tra fantasie e realtà, Roma, Borla, 1984; Rogge J. U., Quando i bambini hanno p., Milano, Pratiche, 1998; Oliverio Ferraris A., Psicologia della p., Torino, Bollati Boringhieri, 2007; Kast V., Le fiabe di p. Il trauma della separazione e il rischio della simbiosi, Como, Red, 2007; Bourke J., P. Una storia culturale, Bari, Laterza, 2007.
V. L. Castellazzi