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STILE DI VITA

 

STILE DI VITA

Lo s.d.v. esteriorizza l’immagine di sé privata e pubblica, consapevole e intenzionale, intima e comunicativa, che ogni persona assume ed esprime.

1. Come ogni forma esistenziale, lo s.d.v. si costruisce, matura, cambia relativamente. È legato a età, sesso, costituzione, carattere emotivo e reattivo, personalità olistica e soprattutto spirituale, nonché influssi d’ambiente. È unificato o tende a uniformità, tra rigidità bloccata dentro e dura all’esterno, labilità imprevedibile e sconcertante, fluidità capace di molti volti e adattamenti. Esso si costruisce e si educa insieme all’individualizzazione della persona, non solo tollerata, ma privilegiata nella cultura moderna. Lo s.d.v. oggi risente dell’inserimento dell’individuo nell’uguaglianza planetaria con tutti. Esprime l’appartenenza a minoranze qualificate di età, sesso, cultura e sottocultura, professione, stato di vita. Si colloca nello spazio prezioso dove ognuno è uguale solo a sé e ha su tutto sempre qualcosa di suo da dire agli altri, determinando accettazioni e rapporti.

2. In genere lo s.d.v. è un sottosistema della persona legato a condizioni e scelte sostanziali che obbligano o consigliano lo s.d.v. come modo d’uso del tempo, come forme del fare, dire, rapportarsi, scegliere, avere, essere, dare. Lo s.d.v. è collegabile ai tipi ideali. Questi sono costruzioni teoriche semplificanti. In rapporto ad essi lo s.d.v. può essere libero e personalizzato, imposto, conformista, tradizionale, inespressivo, forzato; o anche estroso, provocante, controcorrente, esotico. I costumi e le mode lo sostengono, ma anche lo banalizzano nella ripetizione, lo privano di creatività, di originalità e di quella varietà che arricchisce ambienti e gruppi quando è produzione interna e linguaggio comunicativo esterno capace di concretizzare valori in forme e messaggi. Lo s. conformista può venire premiato, imposto, controllato, rifiutato. L’anticonformismo molte volte si traduce in banale mancanza di gusto, in ostentazione di diversità provocanti prive di contenuti e messaggi, in trasgressione più immaginata che reale.

3. Dal punto di vista pedagogico, lo s.d.v. può essere inteso come parte dei contenuti dell’educazione, nasce dai suoi metodi, qualifica i risultati possessivi. Considerato in se stesso è un «oggetto» particolare dell’educazione. Infatti lo s.d.v. è educabile; esso attraversa fasi di imitazione ripetitiva, di critica o rifiuto, di ricerca e prova, di creatività originale e personale. Gruppi o ambienti possono crearne uno e offrirlo o tendere a imporlo a tutti. Lo s. personale dell’educatore ha molte conseguenze, non solo sul piano dell’esemplarità ripetitiva. Se valido, è testimonianza da interpretare per andare oltre verso il proprio s.d.v. È via di educazione indiretta, offerta privilegiando concezioni di vita, idee di sé, orizzonti di valori, con coscienza e modalità di comunicazione e coinvolgimento significative.

Bibliografia

Henz H.,​​ Lehrbuch der systematischen Pädagogik,​​ Freiburg, Herder,​​ 1964; Battistella G.,​​ Nuovi s.d.v.: intuizioni ed esperienze,​​ Bologna, EMI, 1995.

P. Gianola​​