SOFISTI
SOFISTI
I S. sono una categoria di pensatori e uomini di cultura della → Grecia, che, dalla seconda metà del V sec. a.C., esercita un influsso di grande rilievo in diversi settori della cultura e della vita del mondo greco: filosofia, letteratura, politica; particolarmente nel campo dell’educazione. I più importanti sono Protagora di Abdera, Gorgia di Lentini, Ippia di Elide, Prodico di Ceo.
1. Come educatori dei cittadini si presentano nel rapido affermarsi della democrazia e, come maestri, instaurano quella che oggi chiamiamo la professione del professore. Nella scarsità di notizie dirette di cui disponiamo, questa è la loro caratteristica più certa e comune; per essa, per le sue modalità e per i suoi contenuti, entrano con un apporto proprio e innovatore nella storia della → paideia (della formazione dell’uomo greco), differenziandosi sia dalla tradizione arcaica aristocratica tramandata dai grandi poeti, per la nuova idealità politico-democratica; sia dalla visione dei filosofi loro contemporanei (→ Socrate, → Platone, → Aristotele), per la concezione radicalmente diversa di fronte alla ricerca della verità. Essi portano nel solco della speculazione filosofica la valorizzazione dell’uomo, propria del genio greco. L’aspetto positivo del loro apporto è, dunque, la centralità dell’uomo, esaltato con Protagora a misura di tutte le cose. Il limite ne è la sfiducia, in contrasto con i filosofi, nella possibilità dell’intelletto umano di raggiungere la verità, fino alla negazione, con Gorgia, dell’esistenza stessa della verità o almeno della sua conoscibilità e comunicabilità. Dalla ricerca della verità debbono quindi ripiegare sull’opinione, da valorizzare e difendere e di cui saper convincere, per il raggiungimento dei fini politici nella vita della città. Ciò mina alla radice la validità (l’obiettività) di quella paideia, soprattutto politica (l’areté del cittadino) di cui si propongono come maestri.
2. La ricerca e l’affinamento degli strumenti attraverso cui realizzare la loro opera, ne fa gli iniziatori di quella corrente della paideia greca che ha il suo paradigma ideale nel retore. Tali strumenti sono in particolare: la dialettica, o arte dell’argomentazione; la retorica, o arte della parola; la polimatia, o ampiezza di cultura e di erudizione. La dialettica, non ordinata a una verità da dimostrare (come è per il filosofo), diventa l’arte del convincere della validità o della convenienza dell’opinione; si perfeziona nell’eristica (arte della discussione). La retorica, arte della parola, ha un proprio fascino e una propria dignità. Messa però al servizio della dialettica di cui si è detto, e minata, come valore, dallo scetticismo dei maestri, scade a tecnica oratoria più che elevarsi a vera forma di paideia (come si impegnerà a fare → Isocrate). Ciò spiega da una parte l’importanza dell’esercizio alla scuola del sofista, dall’altra il formalismo al servizio dell’interesse politico, per cui si arriverà alla tecnica dei dissòi lógoi (discorsi a duplice valenza, in quanto atti a convincere di una opinione, come di quella contraria, secondo le circostanze).
3. La cultura greca ha dai S. la prima strutturazione organica che, mentre è per essi la base del loro insegnamento e la condizione della loro azione politica, costituisce pure l’eredità che trasmettono alla cultura umanistica delle epoche posteriori. Abbiamo così il primo studio sistematico dei poeti, degli oratori, degli storici; la prima organizzazione delle discipline di insegnamento, che si perfezioneranno nella enkykliospaideia del periodo ellenistico, le bonae artes dell’humanitas romana e le → arti liberali del → Medioevo.
Bibliografia
Capizzi A. (Ed.), I S., Firenze, La Nuova Italia, 1976; Gallinari L., I problemi pedagogici della sofistica, Cassino, Garigliano, 1979; Kerferd G. B., I S., Bologna, Il Mulino, 1988; Romilly J. de, Les grands sophistes dans l’Athènes de Périclès, Paris, Fallois, 1988; Marrou H. I, Storia dell’educazione nell’antichità, Roma, Studium, 1994; Untersteiner M., I s., Milano, Mondadori, 1996.
M. Simoncelli