PROGRAMMAZIONE EDUCATIVA SCOLASTICA
PROGRAMMAZIONE EDUCATIVA / SCOLASTICA
In campo scolastico, elaborazione del programma degli interventi educativi e didattici da attuare durante l’anno scolastico, specificato nei tempi, nelle risorse e nelle singole azioni formative da sviluppare; in campo informatico, traduzione di un procedimento di elaborazione di dati in un linguaggio artificiale che il computer è in grado di interpretare ed eseguire.
1. La p.e. e didattica. Il concetto è diventato comune dagli anni settanta, da quando cioè esso ha fatto la sua comparsa nei documenti ufficiali scolastici. Ad es. nei Decreti Delegati del 1974 a proposito del Collegio dei docenti si afferma che esso «cura la p. dell’azione educativa». Nel seguito si è introdotta e sottolineata una distinzione, ora assai diffusa, tra programma di studi e p. Quest’ultima indica l’adattamento dei programmi scolastici ufficiali alle caratteristiche peculiari della popolazione scolastica presente. È diventata comune l’espressione programmazione curricolare, come elaborazione del curricolo di studi sia al livello nazionale, sia al livello locale.
2. P.e. e piani di studio personalizzati. Con gli sviluppi della L. 28 marzo 2003, n. 53 insieme ad altre novità terminologiche, sono entrate nel vocabolario della scuola anche le espressioni: «piani di studio personalizzati», «unità di apprendimento», «obiettivi specifici di apprendimento», ecc. Con ciò si intendeva probabilmente tematizzare una svolta di mentalità il cui nucleo fondamentale stava nell’abbandonare «l’uniformità delle prestazioni progettate a priori». Nelle indicazioni nazionali si prospetta un insieme di passaggi metodologici. I piani di studio personalizzati mirano a tradurre le finalità generali del processo educativo espresse nel Profilo educativo, culturale e professionale (PECUP) e gli Obiettivi specifici di apprendimento (OSA) in Obiettivi formativi, cioè in obiettivi di apprendimento effettivamente adatti ai singoli allievi. Le Unità di apprendimento costituiscono lo strumento principale di strutturazione pratica dell’offerta formativa. Gli obiettivi formativi vengono tradotti in passaggi concreti dell’azione didattica e le singole unità di apprendimento mirano a trasformare le conoscenze e abilità proposte in competenze individuali, tenendo conto delle personali capacità di ciascuno. Esse vanno a costituire poi gli effettivi Piani di studio personalizzati.
3. Progettazione e p. La p.e. e didattica deve essere distinta dalla → progettazione in quanto quest’ultima riguarda l’elaborazione del progetto educativo che deve fare da guida ideale a tutta l’attività educativa e didattica che si svolge in un’istituzione formativa, fornendo a tutte le sue componenti un riferimento prospettico chiaro e condiviso di valori, mete formative, principi d’azione, sistemi di relazioni interpersonali e istituzionali e modalità di valutazione. L’attività di p. elabora, entro il quadro fornito dal piano dell’offerta formativa e dalle indicazioni nazionali, un piano di lavoro limitato a un anno scolastico o formativo, che indica in concreto i tempi, le risorse, le attività formative da sviluppare per rendere operativo tale progetto. In questo senso si è introdotto il concetto di Piano dell’Offerta Formativa (POF) come identità dell’istituzione scolastica e impegno che essa intende assumere nei confronti dei suoi utenti, mentre alla p. curricolare si affida il compito di tradurre tale piano in concrete modalità di attuazione.
4. Programmi e p. Il concetto di p. è stato introdotto anche per segnalare la necessità da parte della comunità scolastica, e in particolare dai Collegi dei docenti e dai Consigli di Istituto, di rileggere e interpretare i programmi di insegnamento ufficiali alla luce della domanda educativa della popolazione giovanile effettivamente presente nella scuola e delle risorse formative disponibili. In effetti le indicazioni nazionali si presentano, per quanto concerne l’articolazione dei contenuti specifici e la loro distribuzione annuale, in gran parte come indicativi, lasciando quindi un notevole margine discrezionale alle decisioni collegiali della scuola. Di qui la necessità di sviluppare accuratamente ogni anno un corretto lavoro programmatorio.
Bibliografia
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M. Pellerey