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VIVEKANANDA Swami (Narendranath Datta)

 

VIVEKANANDA Swami​​ (Narendranath Datta)

n. a Calcutta nel 1863 - m. ivi nel 1902, monaco ed educatore indiano.

1. La famiglia benestante gli permette di studiare senza problemi economici fino all’università. Le domande di senso sull’uomo lo conducono alla militanza politica e quelle su Dio all’incontro con Ramakrishna, dal quale non si separerà più e che farà conoscere all’Occidente (Congresso delle Religioni, Chicago 1893). Alla contemplazione di Ramakrishna, egli unisce l’impegno nella società e nella storia, cerca cioè di diffondere quanto l’umanità ha raggiunto attraverso lo sviluppo dell’uomo in genere e di Ramakrishna in particolare. La razionalità di V., attratta dalla mistica del maestro, è rafforzata dall’esperienza sia indiana che occidentale. Il Vedanta (​​ Vedismo) è il sistema filosofico-religioso dal quale egli riceve le risposte che cerca e che costituisce il suo riferimento costante nell’insegnamento ispirato ad una religione a carattere universale, più ideale che reale.

2. L’idea di educazione in V. trova fondamento nella religione ed in particolare nell’​​ ​​ Induismo. L’educazione è tutto quello in cui si manifesta la perfezione dell’uomo e l’uomo spirituale è la sede di ogni conoscenza. Propone il metodo della concentrazione attraverso cui l’energia mentale è convogliata sull’oggetto di conoscenza. Seguono la meditazione ed il distacco necessari per il passaggio al momento della valutazione. Lo yoga (unione dell’uomo a Dio) proprio della cultura indiana (Upanishad) torna in V. che riprende ed amplia il lavoro di sistemazione condotto da Patanjali. Nel 1885 V. fonda il primo monastero ispirato agli insegnamenti del maestro (Ramakrishna Math), nel 1887 viene istituito l’Ordine (per i monaci) e nel 1897 la Missione (per i laici) che assumerà progressivamente la forma di movimento la cui valenza pedagogica si manifesta tuttora a livello mondiale, sia nei contenuti teorici che nella creazione e nel mantenimento di centri, scuole,​​ college, servizi sociali.

Bibliografia

V.S.,​​ Yoga pratici. Karma-yoga,​​ Bhakti-yoga,​​ Raja-yoga, Roma, Ubaldini, 1963; Chistolini S.,​​ Ramakrishna,​​ V.,​​ Gandhi. Maestri senza scuola, Roma, La Goliardica, 1992; Filippani Ronconi P. - F. Scialpi - S. E. K. Sahdev,​​ Nel centenario dell’intervento di S.V. al Parlamento mondiale delle religioni (Chicago 1893): due conferenze, Roma, Istituto Italiano per l’Africa e l’Oriente, 1997.

S. Chistolini




VIVES Juan Luis

 

VIVES Juan Luis

n. a Valencia nel 1492 - m. a Bruges nel 1540, umanista spagnolo.

1. Nasce in una famiglia benestante di origine ebraica. Frequenta lo «Studio generale» della città natale e l’Università di Parigi (1509-1514). Insegna a Lovanio, dove instaura rapporti di amicizia con Erasmo. Invitato a trasferirsi in Inghilterra (1523-1528), diventa precettore della principessa Maria, figlia di Enrico VIII, e professore di lingue classiche a Oxford. Caduto in disgrazia, perché contrario al divorzio del re, V. si stabilisce a Bruges, dove si era sposato nel 1524. Durante il soggiorno inglese scrive le prime opere di carattere pedagogico:​​ De institutione foeminae christianae​​ (1523),​​ De ratione studii puerilis​​ (1523). Negli ultimi anni di vita, nonostante le difficoltà economiche e la precaria salute, svolge intensa attività intellettuale. Opere più importanti:​​ De subventione pauperum​​ (1526);​​ De tradendis disciplinis​​ (1531), trattato sull’insegnamento;​​ De anima et vita​​ (1538), studio sulla psicologia umana.

2. Per V. è chiara anzitutto la necessità di dare un fondamento psicologico all’azione educativa e didattica: «i maestri dovrebbero radunarsi quattro volte l’anno, per discutere e deliberare, con affetto paterno e severo giudizio, sull’indole e la natura di ciascun ragazzo, indirizzando ognuno al tipo di studio per il quale sembra avere maggiore attitudine» (De tradendis, II, 568). L’istanza psicologica si ritrova anche nelle considerazioni sull’importanza del «fattore uomo»: il maestro deve essere oggetto di una «prudente e coscienziosa scelta», persona di «cultura e padrone dell’arte d’insegnare, capace di adattarsi al livello di ogni alunno» (De tradendis, II, 588). Due termini,​​ pietas​​ e​​ eruditio, strettamente legati tra di loro, sintetizzano gli obiettivi fondamentali che V. addita alla scuola. Più dei suoi contemporanei, egli insiste sulla diffusione delle scuole, da ubicare in luoghi igienici e ameni, fuori delle città, per evitare distrazioni e pericoli per gli scolari. Il tema viviano che ha suscitato maggiore interesse è quello dell’educazione femminile. Pur collocato in un’ottica tradizionale, alcuni punti meritano attenzione: cultura classica, cura delle diverse dimensioni della formazione della fanciulla, esigenza di coniugare la teoria con gli aspetti pratici, propri della missione di madre di famiglia.

3. L’umanista spagnolo è ritenuto il «padre della psicologia moderna» (Sancipriano, 1963, 5). Speciale e unanime apprezzamento ha meritato il tentativo di fondare l’intervento educativo e l’insegnamento sull’osservazione psicologica. In Italia ha avuto grande diffusione il suo breve scritto​​ Colloquia​​ o​​ Exercitatio linguae latinae​​ (1539). Ne sono state individuate 20 edizioni lat. pubblicate in Italia e 14 edizioni in traduzione it. Ancora recentemente sono state ripubblicate due delle più importanti opere viviane:​​ De tradendis disciplinis​​ (Cassino, 1984),​​ De pacificatione​​ (Roma, 1990).

Bibliografia

a)​​ Fonti:​​ Obras completas; versión castellana, introducción y notas de L. Riber, Madrid, Aguilar, 1947, 2 voll.;​​ Los diálogos; estudio introd., edición crítica y comentario de M.​​ P. García, Barañáin (Navarra), EUNSA, 2005. b)​​ Studi:​​ Urmeneta F.,​​ La doctrina psicológica y pedagógica de L.V., Madrid, C.S.I.C., 1949; Sancipriano M.,​​ Introduzione​​ a​​ De anima et vita, Torino, Bottega d’Erasmo, 1963; Prellezo J. M.,​​ J.L.V. (1492-1992).​​ Le opere e il pensiero pedagogico in Italia, in «Orientamenti Pedagogici» 40 (1993) 69-91; Fontán A.,​​ Erasmo,​​ Moro,​​ V.: el humanismo cristiano europeo, Madrid, Nueva Revista, 2002.

J. M. Prellezo

VOCATION​​ ​​ Formazione dei formatori