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SOFFERENZA PSICHICA

 

SOFFERENZA PSICHICA

È una condizione o uno stato emotivo sgradevole che si determina in seguito ad un evento percepito dal soggetto come sfavorevole e apportatore di dolore. In senso largo è psichica anche la s. provocata da un dolore fisico, in senso proprio si adotta questa specificazione quando la causa è di ordine psicologico. La s. può essere vissuta in modo sano o in modo patologico, comprese, naturalmente, tutte le sfumature e le varianti fra l’uno e l’altro estremo. Nel primo caso il soggetto, dopo un iniziale disorientamento, elabora positivamente questa sua esperienza sgradevole, coordina le proprie forze e, superata la prostrazione, a volte notevole, che tenderebbe a sopraffarlo, riprende il suo processo di affermazione nell’esistenza. Nel secondo caso è frequente che si accompagnino: astenia, anedonia e abulia che rendono difficile o impossibile la ripresa e lasciano il soggetto in una situazione di disfattismo paralizzante pieno di risentimenti e di sensi di colpa (ad es. nella depressione grave). Oppure si determina un senso di profonda paura e di ribellione inconsulta e incontrollabile (come si verifica nella schizofrenia e in alcuni disturbi della personalità). O, infine, la ribellione invece di palesarsi in modo esplicito filtra attraverso i cosiddetti atteggiamenti nevrotici. In un’antropologia spiritualista la s.p. si può distinguere da quella spirituale.

Bibliografia

Lukas E.,​​ Dare un senso alla s.,​​ Assisi, Cittadella, 1983; Abbà G.,​​ Felicità,​​ vita buona e virtù,​​ Roma, LAS, 1989; Gevaert J.,​​ Male e s. interrogano. Atteggiamenti cristiani di fronte alla s., Leumann (TO), Elle Di Ci, 2000.

V. Polizzi




SOFISTI

 

SOFISTI

I S. sono una categoria di pensatori e uomini di cultura della​​ ​​ Grecia, che, dalla seconda metà del V sec. a.C., esercita un influsso di grande rilievo in diversi settori della cultura e della vita del mondo greco:​​ filosofia,​​ letteratura,​​ politica;​​ particolarmente nel campo dell’educazione.​​ I più importanti sono Protagora di Abdera, Gorgia di Lentini, Ippia di Elide, Prodico di Ceo.

1. Come​​ educatori​​ dei cittadini si presentano nel rapido affermarsi della democrazia e, come​​ maestri,​​ instaurano quella che oggi chiamiamo la professione del​​ professore.​​ Nella scarsità di notizie dirette di cui disponiamo, questa è la loro caratteristica più certa e comune; per essa, per le sue modalità e per i suoi contenuti, entrano con un apporto proprio e innovatore nella storia della​​ ​​ paideia​​ (della formazione dell’uomo greco), differenziandosi sia dalla tradizione arcaica aristocratica tramandata dai grandi poeti, per la nuova idealità politico-democratica; sia dalla visione dei filosofi loro contemporanei (​​ Socrate,​​ ​​ Platone,​​ ​​ Aristotele), per la concezione radicalmente diversa di fronte alla ricerca della verità. Essi portano nel solco della speculazione filosofica la valorizzazione dell’uomo, propria del genio greco. L’aspetto positivo del loro apporto è, dunque, la centralità dell’uomo, esaltato con Protagora a​​ misura di tutte le cose.​​ Il limite ne è la sfiducia, in contrasto con i filosofi, nella possibilità dell’intelletto umano di raggiungere la verità, fino alla negazione, con Gorgia, dell’esistenza stessa della verità o almeno della sua conoscibilità e comunicabilità. Dalla ricerca della​​ verità​​ debbono quindi ripiegare sull’opinione,​​ da valorizzare e difendere e di cui​​ saper convincere,​​ per il raggiungimento dei fini politici nella vita della città. Ciò mina alla radice la validità (l’obiettività) di quella​​ paideia,​​ soprattutto politica (l’areté​​ del cittadino) di cui si propongono come maestri.

2. La ricerca e l’affinamento degli strumenti attraverso cui realizzare la loro opera, ne fa gli iniziatori di quella corrente della​​ paideia greca​​ che ha il suo paradigma ideale nel​​ retore.​​ Tali strumenti sono in particolare: la​​ dialettica,​​ o arte dell’argomentazione; la​​ retorica,​​ o arte della parola; la​​ polimatia,​​ o ampiezza di cultura e di erudizione. La​​ dialettica,​​ non ordinata a una​​ verità​​ da dimostrare (come è per il filosofo), diventa l’arte del​​ convincere​​ della validità o della convenienza dell’opinione;​​ si perfeziona nell’eristica​​ (arte della discussione). La​​ retorica,​​ arte della parola, ha un proprio fascino e una propria dignità. Messa però al servizio della dialettica di cui si è detto, e minata, come valore, dallo scetticismo dei maestri, scade a tecnica oratoria più che elevarsi a vera forma di​​ paideia​​ (come si impegnerà a fare​​ ​​ Isocrate). Ciò spiega da una parte l’importanza dell’esercizio​​ alla scuola del sofista, dall’altra il formalismo al servizio dell’interesse politico, per cui si arriverà alla tecnica dei​​ dissòi lógoi​​ (discorsi a duplice valenza, in quanto atti a convincere di una opinione, come di quella contraria, secondo le circostanze).

3. La​​ cultura greca​​ ha dai S. la prima strutturazione organica che, mentre è per essi la base del loro insegnamento e la condizione della loro azione politica, costituisce pure l’eredità che trasmettono alla cultura umanistica delle epoche posteriori. Abbiamo così il primo studio sistematico dei poeti, degli oratori, degli storici; la prima organizzazione delle discipline di insegnamento, che si perfezioneranno nella​​ enkykliospaideia​​ del periodo ellenistico, le​​ bonae artes​​ dell’humanitas​​ romana e le​​ ​​ arti liberali​​ del​​ ​​ Medioevo.

Bibliografia

Capizzi A. (Ed.),​​ I S.,​​ Firenze, La Nuova Italia, 1976; Gallinari L.,​​ I problemi pedagogici della​​ sofistica,​​ Cassino, Garigliano, 1979; Kerferd G. B.,​​ I S., Bologna, Il Mulino, 1988;​​ Romilly J. de,​​ Les grands sophistes dans l’Athènes de Périclès,​​ Paris, Fallois, 1988; Marrou H. I,​​ Storia dell’educazione nell’antichità,​​ Roma, Studium, 1994; Untersteiner M.,​​ I s., Milano, Mondadori, 1996.

M. Simoncelli​​ 




SOFTWARE DIDATTICO

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SOFTWARE DIDATTICO

Il termine s. è stato coniato nel mondo informatico intorno agli anni ’50 / ’60 del sec. scorso per indicare tutto ciò che è legato al computer in forma poco tangibile:​​ soft​​ (soffice), non fisica, cioè l’insieme di programmi o istruzioni necessarie per rendere operativo un computer, finalizzandone il lavoro. Legato ad altre parole inglesi o italiane serve per indicare aspetti particolari di utilizzazione, produzione o vendita: come​​ s. house​​ per indicare aziende che sviluppano, o vendono programmi;​​ s. library​​ per indicare tutto l’insieme di programmi disponibili per applicazioni particolari o per un singolo computer;​​ s. di base​​ per indicare quei programmi fondamentali necessari nel funzionamento di un computer;​​ s. applicativo​​ per indicare programmi finalizzati ad applicazioni specifiche. Nel mondo formativo si utilizza il termine s.d. per indicare l’insieme di istruzioni, programmi o di materiale necessario per far funzionare, non solo un computer, ma anche altri mezzi didattici moderni in modo da renderli capaci di comunicare un messaggio, fare esercizi, calcoli o elaborazioni di diverso tipo. Potremmo chiamare s.d., quindi, tutto quell’insieme di materiale che non è componente fisica del s.d., ma che è necessario per renderlo concretamente operativo e utile in ambiente didattico, compreso il computer. In quest’ottica il significato di s.d. esce dal mondo informatico e potrebbe indicare sia videocassette, lucidi per lavagna luminosa, diapositive, films, videodischi, CD-Rom, come naturalmente programmi e istruzioni varie per rendere un computer capace di interagire con l’uomo nel trattare testi, gestire archivi, elaborare immagini, comunicare dati o anche solo simulare un gioco.

Bibliografia

Borello E. et al.,​​ Insegnare le lingue con il calcolatore,​​ Torino, Centro Scientifico Torinese, 1987; Filippazzi F. - G. Occhini,​​ II computer: capire e applicare l’informatica,​​ Milano, Seme SpA, 1990; Candilio G.,​​ Elementi di informatica generale,​​ Milano, Angeli, 2006; Console L.,​​ Introduzione all’informatica,​​ Torino, UTET, 2007.

N. Zanni