RITARDO PSICOLOGICO
RITARDO PSICOLOGICO
Più comunemente si parla di r. mentale o → r. scolastico con significati specifici dai quali si distingue quello del r.p. da intendere come insufficiente sviluppo nell’apprendimento scolastico, rispetto ai soggetti della stessa età, accompagnato dall’assenza o carenza della motivazione, dall’inadeguatezza nelle capacità cognitive, nella comunicazione, nell’autonomia.
1. Il r.p. così inteso è spesso collegato ai suddetti r. e viene a coincidere con l’insuccesso o disadattamento scolastico (→ handicap). I soggetti ritardati nell’apprendimento facilmente sono portati a soffrire un r. scolastico, quindi o a ripetere classi, abbandonare la scuola o a essere emarginati dentro la stessa classe. Non raramente si constatano, in essi, una percezione carente e confusa, l’incapacità di concentrazione prolungata, la carenza di interesse, di curiosità, di motivazione, di abilità verbali e di comunicazione, l’impulsività, l’incapacità di astrazione, di organizzazione, di confronto, di interiorizzazione, ecc.
2. Bisogna ricordare che i termini relativi ai diversi tipi di r. sopra menzionati vengono utilizzati con accezioni varie, restrittive o ampie a seconda delle cause ad essi attribuite, congenite o esogene o anche tutte e due. In realtà, il r.p. nell’apprendimento può dipendere da vari fattori: dal deficit d’intelligenza congenito, dalla deprivazione culturale, quindi dall’assenza di una opportuna mediazione, dagli aspetti non cognitivi o dalla combinazione di tutti questi elementi. A ciò andrebbe aggiunto il fattore dell’incapacità della scuola e dell’insufficiente professionalità docente, ossia la mancanza di un’impostazione didattica individualizzante e di un adeguato sistema di valutazione in funzione pedagogica. È ovvia, in questi casi, la conferma della teoria del deficit cumulativo, cioè la tendenza ad aggravarsi del deficit nonostante la scolarizzazione.
3. Un recupero totale del r.p. è difficile, ma può essere possibile se si interviene precocemente. Il concetto di modificabilità cognitiva sostenuto da più studiosi si addice maggiormente ai r. dovuti a cause ambientali. È importante identificare precocemente le funzioni carenti, in modo da fornire gli interventi appropriati nel momento opportuno. Ogni intervento tardivo, sebbene mai inutile, è condannato ad un successo solo parziale. Sono note al riguardo alcune iniziative promosse sia come dépistage precoce (l’esempio francese), sia anche come progetti di educazione compensativa (Compensatory education) soprattutto in area anglosassone a cui si collega l’esperienza prolungata di R. Feuerstein nei confronti dei soggetti socio-culturalmente svantaggiati. Il problema del r. nell’apprendimento va dunque analizzato da vari punti di vista. Per la sua soluzione ha una grande rilevanza l’azione educativo-didattica e di ciò la scuola deve essere consapevole. È necessario rendere effettiva la caratterizzazione democratica della scuola, che è scuola di tutti e di ciascuno, capace di sviluppare le potenzialità di ognuno nella prospettiva di umanizzazione, approntando una didattica per ogni soggetto, offrendo a ciascuno strategie idonee a sviluppare sia le capacità cognitive e comunicative, sia la fiducia in se stesso e l’autonomia. Occorre insegnare come apprendere in modo autonomo: imparare come imparare.
Bibliografia
David H. P. (Ed.), Child mental health in international perspective, New York, Harper & Row, 1972; Gay R., Dallo svantaggio all’insuccesso, condizionamenti socio-culturali e responsabilità del sistema scolastico, Milano, Fabbri, 1978; Feuerstein R., The dynamic assessment of retarded performers. The learning potential assessment device, theory, instruments, and techniques, Baltimore, University Park Press, 1979; Passow A. H. - M. Goldberg - A. J. Tannenbaum, L’educazione degli svantaggiati, Milano, Angeli, 1983; Bonansea G. - S. Damnotti - A. Picco, Oltre l’insuccesso scolastico. Analisi e proposte didattiche, Torino, SEI, 1986.
H.-C.A. Chang