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MEMORIA

 

MEMORIA

Il termine m. è abitualmente utilizzato per indicare la capacità di ricordare avvenimenti per lungo tempo oppure il processo mediante il quale una traccia mnestica di recente formazione si consolida in maniera stabile. Dal punto di vista scientifico, e in particolare all’interno dell’orientamento cognitivista, il termine è impiegato come sinonimo di mente e di tutto ciò che fa riferimento all’attività cognitiva e talvolta anche di intelligenza. In questa prospettiva generale si parla più di «sistemi di m.» che di m. come un’entità unica e indivisibile.

1. I maggiori progressi della ricerca sulla m. si ebbero dopo la seconda guerra mondiale con lo sviluppo delle scienze neurologiche e il declino del behaviorismo in campo psicologico. Un dato ormai condiviso è che la m. è da considerare non come una struttura unitaria, ma come un sistema multicomponenziale. Pertanto la m. è a tutt’oggi descrivibile in vari sistemi: a) La​​ m. sensoriale-percettiva​​ funziona ad un livello pre-semantico, è un’attività diretta al mondo esterno e mantiene le rappresentazioni percettive che permettono di riconoscere lo stimolo sensoriale esterno e di trasformarlo in esperienze di oggetti, immagini, suoni, gusti. Essa è finalizzata alla scoperta e discriminazione delle combinazioni di energia distribuita spazialmente e temporalmente nel mondo fisico che ci circonda e stimola i nostri sensi, agisce per lo più a livello non-conscio (m. implicita)​​ e le informazioni che essa elabora sono considerate di tipo non-dichiarativo. In essa si distinguono tre subsistemi riferentisi alla forma delle parole, alla forma acustica delle parole e alla struttura di oggetti. b) La​​ m. a breve termine​​ o, meglio,​​ m. lavoro​​ è un sistema che permette il mantenimento temporaneo di una informazione oggetto di elaborazione per un compito complesso come la comprensione, la soluzione di un problema o un ragionamento. A promuovere l’interesse in questo settore di ricerca è stata l’analogia mente-computer assunta dall’approccio cognitivista e la scoperta di alcuni fenomeni che rilevavano come senza una ripetizione (rehearsal​​ o ripetizione subvocalica) continua un’informazione fosse facilmente dimenticata e come le parti iniziali e finali di una sequenza di informazioni fossero meglio ricordate delle parti centrali (recency effect​​ o effetto di recenza). L’idea di una m. a breve termine è oggi sostituita con quella di​​ m. lavoro​​ costituita da tre sottosistemi:​​ esecutivo centrale​​ (uno spazio limitato che agisce come un sistema attenzionale o come interruzione di una attività su un piccolo numero di informazioni o di processi),​​ fonologico​​ (in grado di mantenere e manipolare informazioni verbali) e​​ visivo-spaziale​​ (in grado di mantenere ed elaborare informazioni visive o spaziali). Poiché svolge la sua attività in modo conscio, si dice che il sistema della m. lavoro appartiene alla m. esplicita. c) La​​ m. semantica​​ ed​​ episodica​​ (​​ conoscenza) sono due archivi di m. che fanno riferimento a due sistemi diversi di informazione. La prima si può dire che contenga tutte le informazioni e credenze che una persona possiede del mondo che lo circonda (tutto ciò che si conosce del mondo). Fanno parte di essa i concetti e i concetti relazionati ad altri concetti. Molta della ricerca recente è stata dedicata alla individuazione di come le informazioni presenti nella m.​​ dichiarativa e semantica​​ siano organizzate. Schacter e Tulving (1994) hanno particolarmente insistito sulla presenza di un secondo sistema di m. neurologicamente distinto indicato come​​ m. episodica.​​ Esso conterrebbe tutte le informazioni che permettono ad un individuo di ricordare fatti o eventi del suo passato e di cui è stato testimone. Sebbene abbia delle relazioni con la m. semantica, da essa si distingue per il modo in cui l’informazione è codificata e mantenuta (rappresentazioni che fanno riferimento a caratteristiche di spazio, tempo e contesto e relazione ad altre esperienze). d) La​​ m. procedurale​​ (conoscenza) è il sistema meno conosciuto. Essa contiene informazioni e conoscenze connesse a prestazioni e attività sia cognitive che motorie o di tipo algoritmico. Non contiene rappresentazioni del mondo esterno, i suoi prodotti non sono di natura cognitiva, si attiva quando sono presenti certe condizioni, opera in modo automatico e senza controllo conscio.

2. A seconda del suo operare in modo conscio o non conscio, si può categorizzare la m. in: m. esplicita e implicita. La prima comprende il sistema della m. lavoro (con i sottosistemi verbali e visivi) e di quella episodica; la seconda comprende i sistemi della m. di rappresentazione percettiva (si tratta di m. non-dichiarativa, con i sottosistemi visivi, uditivi e strutturali), di procedure (cioè una m. non-dichiarativa in riferimento ad abilità motorie, cognitive e ad associazioni) e di rappresentazioni semantiche (con sottosistemi visivi e relazionali tra concetti o caratteristiche).

Bibliografia

Spence K. W. - J. T. Spence (Edd.),​​ The psychology of learning and motivation,​​ vol. 2, New York, Academic Press, 1968; Bower G. H. (Ed.),​​ The psychology of learning and motivation,​​ vol. 8, Ibid., 1974; Tulving E.,​​ How many memory systems are there?,​​ in «American Psychologist» 40 (1985) 385-398; Morris P. E. - M. Grunberg (Edd.),​​ Theoretical aspects of memory,​​ London, Routledge,​​ 21994; Baddeley A. D. - G. Hitch,​​ The recency effect: implicit learning with explicit retrieval,​​ in «Memory & Cognition» 21 (1993) 146-155; Schacter D. L. - E. Tulving (Edd.),​​ Memory systems 1994,​​ Cambridge, MIT Press, 1994.

M. Comoglio