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MEAD Margaret

 

MEAD Margaret

n. a Philadelphia nel 1901 - m. a New York nel 1978, antropologa statunitense.

1. M., allieva di Franz Boas e Ruth Benedict, si trova ad operare dopo l’apertura della scuola statunitense alle teorie europee e, in particolare, al pensiero di S.​​ ​​ Freud con l’indirizzo di «cultura e personalità» di R. Linton e A. Kardiner. In questo contesto, in un primo periodo M. si pone due obiettivi: da una parte persegue la ricerca sul campo di piccola area, tipico della scuola boasiana; da un’altra, integra questo primo obiettivo, sia teorico che metodologico, prendendo come specifico campo d’indagine il processo di costruzione della personalità individuale nell’ambito del relativo apprendimento culturale. In questa prospettiva M. dedica particolare attenzione agli esiti culturali dei tratti biologici e comportamentali della differenza sessuale. Scopo di questo taglio d’analisi è l’identificazione delle caratteristiche culturali salienti e specifiche, in opposizione al determinismo biologico, ed assunto di base è che ogni cultura seleziona, tra le varietà dei possibili comportamenti «naturali», un segmento limitato e conforme ad una «configurazione» psico-culturale. Dal punto di vista metodologico, inoltre, M. è tra i primi antropologi ad avvalersi degli strumenti e delle tecniche di registrazione audio e fotografica.

2. In un secondo periodo, su scala maggiore e con risultati teorici discussi, M. prende in considerazione la formazione e l’esito psicologico degli individui adulti con l’obiettivo di delineare e definire il loro «carattere nazionale». È questo un ulteriore sviluppo degli interessi iniziali di M. ma anche dell’indirizzo di «studi di comunità», volti a rintracciare il modello fondamentale e specifico dell’agire di una comunità, con l’obiettivo dichiarato, in questo caso, di contribuire attraverso la conoscenza alla comunicazione dei diversi Paesi del mondo ed eliminare l’incomprensione ed il sospetto reciproci. A partire poi da questa prospettiva ed in collaborazione con altri antropologi statunitensi (come R. Benedict), sotto il patrocinio dell’Unesco, nel periodo dell’immediato secondo dopoguerra, M. prende parte ai programmi di «antropologia applicata» allo sviluppo dei paesi non industrializzati. L’analisi antropologica è centrata sulla trasformazione culturale indotta dal processo di modernizzazione e di innovazione tecnologica delle comunità, nel tentativo di rispettare i valori culturali locali.

3. Infine, durante tutto il suo percorso di studio M. dedica particolare attenzione agli aspetti educativi (valori, strategie ed esiti) messi in atto dalle diverse culture, semplici e complesse, oggetto delle sue ricerche.

Bibliografia

a)​​ Fonti:​​ tra le opere di M. trad. in it.:​​ L’adolescente in una società primitiva: adolescenza in Samoa,​​ Firenze, Editrice Universitaria, 1954;​​ Maschio e femmina,​​ Milano, Il Saggiatore, 1962;​​ Antropologia una scienza umana,​​ Roma, Astrolabio-Ubaldini, 1970. b)​​ Studi:​​ Harris M.,​​ L’evoluzione del pensiero antropologico. Una storia della teoria della cultura,​​ Bologna, Il Mulino, 1971; Callari Galli M.,​​ Antropologia e educazione. L’antropologia culturale e i processi educativi,​​ Firenze, La Nuova Italia, 1975; Colleredo S.,​​ Un amore oltre l’orizzonte. Vita e viaggi di M.M., Torino, Einaudi, 2003.

M. Squillacciotti