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LOMBARDO RADICE Giuseppe

 

LOMBARDO RADICE Giuseppe

n. a Catania nel 1879 - m. a Cortina d’Ampezzo nel 1938, educatore e pedagogista italiano.

1. Nacque in una famiglia modesta, ma ricca di serenità educativa. La scuola fu per L.R. un’esperienza positiva. Completò i suoi studi alla Scuola Normale Superiore di Pisa, dove strinse amicizia con​​ ​​ Gentile. Laureato in filosofia iniziò l’attività docente a Firenze al collegio «Le Querce» dei Barnabiti; acquistò poi una lunga esperienza in diverse scuole normali, prima di ricoprire la cattedra di pedagogia all’Università di Catania. Nel 1923 fu chiamato da Gentile al Ministero dell’Educazione Nazionale come direttore generale dell’istruzione elementare, da cui si dimise in seguito al delitto Matteotti e ritornò all’insegnamento presso il Magistero dell’Università di Roma (1924-1938). Partecipò come volontario alla prima guerra mondiale; dopo la disfatta di Caporetto svolse il ruolo di educatore dei soldati.

2. Aderì al movimento idealistico passando da una prima fase di stretta dipendenza come discepolo di Gentile a quella di comune ma autonoma collaborazione alla rivista la «Voce» (1908-1915) di Prezzolini, per passare poi alla diretta collaborazione politica con il filosofo dell’attualismo allo scopo di realizzare la riforma del 1923 nel settore della scuola elementare, fino ad un quasi distacco senza rotture negli anni successivi. Tradusse la filosofia idealistica nelle problematiche educative e scolastiche, sviluppando questi principi che sarebbero per L.R. i caratteri fondamentali dello spirito umano: «1. Spontaneità di sviluppo. 2. Integrità e concomitanza di sviluppo di tutte le attività spirituali. 3. Coscienza dell’autonomia e valutazione di sé, come spirito non individuale». A queste tre leggi corrispondono tre idee essenziali: «1. Lo spirito è in ogni momento tutto lo spirito. 2. Esso genera se stesso. 3. Si possiede come spirito universale» (Il​​ concetto dell’educazione,​​ 1911, 38). Dall’equivalenza di spirito e coscienza, e di questa con i suoi contenuti, scaturisce il concetto di educazione come «vita mentale umana in ogni suo palpito» (Ibid.,​​ 15). L’educazione così intesa è «l’opera di ogni essere pensante da lui compiuta più o meno chiaramente»; è un «processo di interiorizzazione» e nello stesso tempo è «universale collaborazione tra gli uomini» (Lezioni di pedagogia generale,​​ 1916, 27, 52).

3. I suoi orientamenti pedagogici gli hanno consentito di sviluppare in modo organico le varie problematiche educative, dalla elaborazione di una teoria della scuola alla fondazione di una nuova critica didattica; dalla formazione dei docenti alla formulazione di nuovi programmi di studio e prescrizioni didattiche per le scuole elementari. Nell’approfondire le relative tematiche ebbero certa incidenza prima il pensiero pedagogico americano (​​ Dewey, Emerson), e il riformismo sociale di Salvemini e in generale il socialismo umanitario dei primi anni del Novecento poi, non ultimo, il movimento per l’«educazione nuova». I vari indirizzi del rinnovamento della cultura pedagogica e sociale del suo tempo si rispecchiano nella formulazione della teoria della «scuola come organo dello spirito» nel primo stadio del pensiero di L.R. (cfr.​​ Saggi di propaganda politica e pedagogica,​​ 1907-1910;​​ Idealismo e pedagogia,​​ 1912). Nel secondo stadio la scuola è intesa come «organo dell’educazione nazionale» e della «nazione educatrice» (Lezioni di didattica e ricordi di esperienza magistrale,​​ 1913;​​ L’ideale educativo e la scuola nazionale,​​ 1916). Il terzo e più aperto stadio, rappresentato dalla «scuola serena», ebbe inizio con il dichiarato antifascismo del saggio​​ Accanto ai maestri​​ (1925) e continuò negli anni successivi (Athena fanciulla,​​ 1925;​​ II problema dell’educazione infantile,​​ 1929).

4. Recenti pubblicazioni sottolineano l’importanza del contributo di L.R. nella costruzione di una «didattica della collaborazione» e nel delineare la centralità della figura degli insegnanti. La critica è concorde nel considerare L.R. uno dei principali protagonisti del rinnovamento della pedagogia, della scuola e della didattica nell’Italia della prima metà del Novecento; svolse infatti un’intensa e continua attività educativa a livello teorico ed operativo, impegnato a fondo nella politica scolastica, nell’insegnamento, come autore di opere largamente diffuse e promotore di importanti iniziative editoriali.

Bibliografia

Luzuriaga L., «Estudio preliminar» a​​ Líneas generales de filosofía de la educación de L.R., Madrid, La Lectura, 1928; Catalfamo G.,​​ G.L.R.,​​ Brescia, La Scuola, 1958; Giraldi G.,​​ G.L.R. tra poesia e pedagogia,​​ Roma, Armando, 1965; Picco I. (Ed.),​​ G.L.R. Atti del convegno internazionale di studi per il centenario della nascita (1879-1979),​​ L’Aquila, Gallo Cedrone, 1980; Sordina E.,​​ Il pensiero educativo di G.L.R.,​​ Roma, La Goliardica, 1980; Cives G.,​​ Pedagogia del cuore e della ragione. Da G.L.R. a Tina Tomasi,​​ Scandicci (FI), La Nuova Italia, 1994.

S. Bucci