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GINER DE LOS RÍOS Francisco

 

GINER DE LOS RÍOS Francisco

n. a Ronda nel 1839 - m. a Madrid nel 1915, filosofo, pedagogista e educatore spagnolo.

1. Compiuti gli studi secondari nella città natale, inizia quelli giuridici a Barcellona (1852), dove riceve l’influsso del pensatore hamiltoniano Llorens i Barba. Nell’università di Granada ha i primi contatti con il «panenteismo»del filosofo tedesco K. Krause (​​ Krausismo). Allontanato dalla cattedra universitaria dal governo conservatore, G. fonda a Madrid, con altri professori krausisti, la​​ Institución Libre de Enseñanza​​ (1876), centro superiore di studi e d’insegnamento secondario, che dirige fino alla morte. Tra gli scritti più noti:​​ Instrucción y educación​​ (1879),​​ El espíritu de la educación en la Institución Libre de Enseñanza​​ (1880),​​ Educación y enseñanza​​ (1889),​​ La enseñanza individual y la escuela​​ (1895),​​ Pedagogía universitaria​​ (1905). Nei suoi saggi filosofici e giuridici sono anche presenti i problemi educativi.

2. Il pensiero pedagogico di G. si innesta in una concezione antropologica di matrice krausista: G. definisce l’uomo come un «essere di unione», composto organico di due sfere (corpo e spirito) in intima connessione e azione reciproca. Attraverso lo strumento del corpo, l’uomo entra in contatto con le altre realtà finite; poiché l’uomo (essere in relazione) è membro dell’«universale organismo nel quale tutti gli esseri convivono». Nei primi scritti G. concepisce l’educazione come un fatto di dimensioni cosmiche. È compito dell’uomo fare in modo che tutti gli esseri dispieghino le loro forze in «unità proporzione e armonia», in cui si fonda la perfezione di ogni sfera del mondo. Tale impegno esige, anzitutto, dall’uomo stesso la propria realizzazione, cioè l’educazione per antonomasia, il cui fine è «formare l’uomo come tale, in armonia e unità di tutte le sue forze». Per G. l’impegno educativo non ha un limite definito, non si riduce a un periodo determinato della vita, ma coincide con essa e «dura fino a quando essa dura». In questo contesto si profila la funzione educativa della scuola, concepita da G. come un «laboratorio di ricerca personale», dove l’impostazione memoristica e autoritaria cede il posto ai metodi «intuitivi e socratici», «personali e attivi».

3. La concezione religiosa gineriana – vicina al​​ panenteismo​​ krausista – e alcune sue tesi, come la​​ ​​ coeducazione e la scuola neutra, provocarono forti riserve negli ambienti cattolici spagnoli. In Italia è stata messa molto in risalto la risonanza della sua opera: «il rinnovamento in senso europeo della università e della cultura spagnola dell’Ottocento fu, in gran parte, merito del movimento krausista e dell’Institución»​​ (Mazzetti, 1966, 78).

Bibliografia

Mazzetti R.,​​ Educazione e scuola nella Spagna contemporanea,​​ Firenze, La Nuova Italia, 1966; Prellezo J. M.,​​ F.G. de los R. y la​​ Institución Libre de Enseñanza.​​ Bibliografía (1876-1976), Roma / Madrid, LAS / CCS / , 1976;​​ Id.,​​ Rinnovamento della scuola. Proposta di F.G. de los R.,​​ in «Orientamenti Pedagogici»​​ 26 (1979) 939-953; Álvarez P. - E. M. Ureña (Edd.),​​ La actualidad del krausismo en su contexto europeo, Madrid, Universidad Comillas, 1999; Díaz E. et al.,​​ Educación y universidad, Madrid, C. Estudios R. Areces, 2005

J. M. Prellezo




GINNASIO

 

GINNASIO

Dal gr.​​ gymnásion,​​ era originariamente il luogo dove i giovani si esercitavano nudi (gymnói)​​ in attività atletiche. In seguito il termine assunse il significato più ampio e complesso di luogo di istruzione ed educazione, di centro di ritrovo delle comunità greche, con una differenziazione fra ginnasi per fanciulli, per efebi e per adulti.

1. Vi si impartiva, soprattutto ai giovani, oltre l’educazione fisica, l’istruzione letteraria e musicale, da parte di grammatici, filosofi, retori, filologi e citaristi. In età ellenistica le città dell’Oriente conservarono i g. come simbolo di grecità, mentre a Roma essi trovarono scarso sviluppo, dovuto forse ad una certa avversione per la ginnastica. Nel periodo imperiale la funzione dei g. si può ritenere sia stata ripresa a Roma dalle terme, edifici pubblici per bagni, con annessi luoghi di riunione, palestre e biblioteche. Si fa menzione solo di g. privati, il primo dei quali è attribuito a Nerone.

2. Nell’accezione di luogo di istruzione, il termine g. figura negli ordinamenti scolastici di diversi Paesi europei, a partire dal sec. XIX. In Italia, con la legge Casati coincideva con i primi tre anni della scuola secondaria classico-umanistica (g. inferiore) e con il biennio della scuola secondaria superiore (g. superiore), che proseguiva con il triennio del​​ ​​ liceo classico. Tale struttura rimase invariata nella riforma​​ ​​ Gentile (1923), fino alla legge Bottai (1939), che abolì il g. inferiore per istituire una parvenza di scuola media unica (accanto alla scuola di avviamento professionale), in cui confluirono i corsi inferiori delle scuole di secondo grado (liceo classico, liceo scientifico, istituto magistrale, istituti tecnici). Ancora oggi sopravvivono in Italia i due anni del g. superiore (quarto e quinto), in attesa di una ristrutturazione di tutta la scuola secondaria di secondo grado. La tradizione dei g. è attestata anche in Germania (Gymnasien),​​ oggi a caratteri differenziati (linguistico-moderno, matematico-scientifico, classico) e articolati in tre anni di scuola secondaria inferiore e in tre anni di secondaria superiore. In Danimarca i tre anni di​​ Gymnasium,​​ ad indirizzo classico e ad indirizzo matematico, costituiscono il corso di scuola secondaria superiore. In Olanda l’istruzione secondaria che prevede uno sbocco universitario è articolata in tre tipi di scuola:​​ Atheneum,​​ Gymnasium​​ (con latino e greco obbligatori) e​​ Lyceum.​​ Anche in Grecia figura il​​ Gymnasio,​​ come scuola secondaria inferiore, cui segue il​​ Lykeio, i cui diversi indirizzi sono stati unificati con la riforma del 1997-98. Non in tutti Paesi di Europa la scuola secondaria porta la denominazione di g. In Francia, per es., la secondaria inferiore è chiamata​​ Collège​​ e quella superiore​​ Lycée;​​ in Inghilterra vi corrispondono più tipi di scuola secondaria;​​ in Spagna una​​ Enseñanza Básica,​​ cui seguono il​​ Bachillerato​​ e la​​ Formación profesional.

Bibliografia

Marrou H. I.,​​ Storia dell’educazione nell’antichità,​​ Roma, Studium, 1950; Cives G. (Ed.),​​ La scuola italiana dall’Unità ai nostri giorni,​​ Firenze, La Nuova Italia, 1990; Caron J. C., «I giovani a scuola: collegiali e liceali» (fine XVIII - fine XIX sec.), in G. Levi - J. C. Schmitt (Edd.),​​ Storia dei giovani,​​ vol. 2:​​ L’età contemporanea,​​ Bari, Laterza, 1994, 161-232;​​ www.eurydice.org / portal / page / portal / Eurydice /​​ DB_Eurybase_Home.

G. Proverbio




GINNASTICA

 

GINNASTICA

Rappresenta quella parte dell’educazione fisica che definisce, precisa e si interessa di far eseguire con armonia ed esattezza i movimenti fisici, a corpo libero o con attrezzi.

1. La g. ha avuto un ruolo assai importante lungo la storia a partire dalle civiltà greca e romana. Secondo molti studiosi il termine deriva infatti dal gr.​​ gymnós​​ (nudo), poiché nell’antica Grecia la g. veniva considerata un’arte del movimento fisico a servizio della grazia e della bellezza del corpo che, appunto, era nudo al momento degli esercizi ginnici. I romani spogliarono il concetto greco di g. di quelle qualità estetico-valoriali che lo caratterizzavano, limitandosi piuttosto alla formazione di un corpo sano e robusto, atto a sopportare le fatiche della lotta e della guerra. Nelle successive fasi della storia l’attività ginnica è rimasta a lungo trascurata; solo nel XVIII sec. è tornata in vigore, grazie soprattutto ai «concorsi sportivi» introdotti tra le attività organizzate in occasione di grandi celebrazioni nazionali (prima in Germania e successivamente in altri Stati europei).

2. Da allora la g. si è diffusa poco alla volta in tutto il mondo, fino ad entrare a far parte dei Giochi Olimpici (nel 1896 la g. maschile e nel 1928 quella femminile). Ancora oggi le gare vengono disputate separatamente da maschi e femmine, ma negli esercizi si continua a dare particolare importanza alla grazia e alla fluidità dei movimenti, recuperando almeno in parte l’antico concetto greco che univa la forza fisica espressa nell’esercizio a quella estetica ed armonica delle forme. Attualmente la g. trova applicazione non soltanto nell’attività sportiva ma anche in altre attività ludiche, militari (o paramilitari), dello spettacolo, della salute. Tutto questo ha permesso di fare una distinzione tra g. olimpica e quella militare, coreografica, respiratoria, ritmica, preventiva, correttiva..., ognuna secondo quegli scopi e quelle finalità che fanno capo ai differenti destinatari ed alle variegate forme, luoghi e momenti d’applicazione.

Bibliografia

Zaccà O.,​​ Enciclopedia sportiva,​​ Catania, Zaccà-Sport, 1960; Enrile E. (Ed.),​​ Dizionario dello sport,​​ Alba, Paoline, 1977; Wright G. (Ed.),​​ Illustrated handbook of sporting terms,​​ s.l., Hampton House Production Ltd., 1978; Petiot G. (Ed.),​​ Le Robert des sports. Dictionnaire de la langue des sports,​​ Paris, Le Robert,​​ 1982; Magnanimi A.,​​ Il corpo fra g. e igiene: aspetti dell’educazione popolare nell’Italia di fine Ottocento, Roma, Aracne, 2005.

V. Pieroni