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ESIODO

 

ESIODO

Di provenienza eolica, vive nella Beozia alla fine del sec. VIII a.C, ed è uno dei massimi poeti dell’antichità greca.

1. Rapsodo di​​ ​​ Omero e poi suo seguace nelle forme metriche, è, come lui, trasmettitore di antiche tradizioni, ma a lui si contrappone per l’idealità che è oggetto del suo canto. Come poeta, e per l’esplicita intenzionalità dei suoi poemi, si pone come educatore del popolo (nella figura del fratello Perse) ed entra a pieno diritto nel grande novero dei forgiatori dell’ideale greco di​​ areté.​​ Vi entra però con un ruolo particolare e in certo senso unico, in quanto, superando la cerchia elitaria della classe aristocratica e guerriera esaltata nei poemi omerici, rivela e celebra l’ideale umano nella classe umile dei contadini. Si ha così il senso greco dell’areté​​ (come raggiungimento di dignità e formazione umana) i cui contenuti, tuttavia, non sono quelli che si affermeranno, nell’evoluzione della​​ ​​ paideia​​ greca, nel paradigma umanistico-liberale della formazione e cultura del​​ cittadino​​ greco.

2. E. celebra un’areté​​ alla quale si perviene attraverso la via dura del lavoro dei campi, che permette il raggiungimento del benessere. Ne esalta la dignità e ne presenta numerose norme.​​ Lavoro,​​ benessere,​​ areté​​ sono i passi di questa visione ricca di eticità. Essa però, oltre al lavoro, è sostenuta, anzi costitutivamente integrata, da altri due pilastri: quello di una profonda​​ religiosità​​ e quello di un forte senso del​​ diritto.​​ La prima, fondata su una concezione della divinità vicina agli uomini e loro protettrice (le Ore, la Eris buona), è presentata da E. specialmente nel poema​​ La Teogonia.​​ Il diritto, strettamente collegato alla visione religiosa (Zeus fonte del diritto), è visto come il dono che Zeus ha fatto agli uomini («sommo tra i beni») e che garantisce la dignità e la bellezza della convivenza umana segnandone la differenza da quella degli animali. Esso fa parte dell’ideale di​​ areté​​ cantato nel poema​​ Le opere e i giorni.

3. Va sottolineato che E., proponendosi come educatore e difendendo esplicitamente, rivolto al fratello Perse, la validità della formazione per via di insegnamento, previene la polemica sulla​​ insegnabilità dell’areté​​ e vi dà una soluzione positiva. Il quadro di​​ areté​​ di cui E. è maestro, scarsamente sentito nella tradizione greca, ne è però una valida integrazione e resta preziosa eredità per tutta la cultura umana.

Bibliografia

a)​​ Fonti:​​ E.,​​ Le opere e i giorni,​​ in:​​ E.,​​ Pindaro,​​ Teocrito,​​ Eronda,​​ trad. it. e introd. di E. Romagnoli, Bologna, Zanichelli, 1964. b)​​ Studi: Montanari F.,​​ Introduzione a Omero,​​ con un’appendice su E., Firenze, Sansoni, 1990; Jaeger W.,​​ Paideia. La formazione dell’uomo greco,​​ Scandicci (FI), La Nuova Italia, 1991.

M. Simoncelli




ESISTENZIALISMO

 

ESISTENZIALISMO

Movimento che si caratterizza per l’analisi della singolarità dell’esperienza storico-esistenziale.

1.​​ Il​​ clima culturale che lo prepara.​​ Per rilevare, anche solo a grandi linee, i tratti salienti dell’e. è d’obbligo il riferimento al clima culturale di fine Ottocento che lo prepara e lo accompagna, per molti aspetti alternativo e polemico rispetto ai grandi sistemi razionali di stampo idealistico e positivistico. Personalità di grande rilevanza culturale, da Nietzsche a Dostojewski, a Kafka; l’attività letteraria di molti «filosofi» – da Sartre a Marcel – documentano una sensibilità diffusa: la filosofia esistenzialista si afferma come interprete, talora esasperata, di questo clima culturale.

2.​​ L’affermazione successiva.​​ All’inizio del sec., anche in polemica con la mentalità positivista, si va imponendo una sensibilità singolarmente nuova. Affiora l’interesse per la​​ ​​ persona, il suo compito, il suo destino. Ritorna il problema del singolo. Kierkegaard diventa attuale e il suo diario, la suggestione delle annotazioni estrose e sincere, comunque personalissime, propongono un confronto vivo e stimolante: si delinea un movimento di pensiero che passa sotto il nome di «Kierkegaard-Renaissance». Semplificando si potrebbe dire che il clima esistenzialista passa attraverso alcune tappe fondamentali. Con Pareyson (1911) si potrebbero accettare tre date, certamente importanti. Il 1919 vede la pubblicazione di​​ Römerbrief​​ di K. Barth e la​​ Psychologie der Weltanschauungen​​ di K. Jaspers. Nell’opera del teologo, come in quella dello psichiatra-filosofo, il riferimento a Kierkegaard è esplicito. L’uno e l’altro propongono la rivalutazione acuta del singolo. Nel 1927 vengono pubblicate due opere destinate ad una risonanza vastissima:​​ Sein und Zeit​​ di M. Heidegger e il​​ Journal métaphysique​​ di G. Marcel. Li accomuna l’intento fondamentale di ancorare l’uomo ad una realtà che lo fondi: l’esistenza propone in Heidegger il problema dell’essere, in Marcel l’appello alla trascendenza. Nel 1932 escono i tre volumi della​​ Philosophie​​ di Jaspers; ed è dello stesso anno il primo fascicolo di «Recherches philosophiques», con l’articolo critico di Marcel sulla filosofia jaspersiana. Anche qui qualcosa di peculiare li accomuna: l’interesse per quella che Jaspers ama definire «la situazione fondamentale».

3.​​ Il significato.​​ Si configura un movimento complesso di clamorosa e spesso conclamata carica innovativa. Per lo più, avvalendosi della metodologia fenomenologica, resta concentrato su un’analisi lucida e impietosa dell’esistenza, della situazione di precarietà che la minaccia; alla ricerca – spesso vana – del fondamento che la possa garantire. L’e. è moda passata: ma la sua risonanza in ambito culturale è difficilmente misurabile, specialmente attraverso la successiva, più ampia e diffusa riflessione esistenziale. Specificamente in ambito educativo la centralità dell’esistenza, la singolarità che la caratterizza e quindi il rispetto che esige; temi esistenziali quali la solitudine, l’incomunicabilità, l’angoscia; ma anche la libertà, l’amore, la fedeltà, vi hanno trovato una esplorazione penetrante e nuova; sono diventati riferimento irrinunciabile. Ed in sede pedagogica hanno rafforzato la tendenza per metodi clinici ed approcci biografici ed autointerpretativi.

Bibliografia

Mounier E.,​​ Introduction aux existentialismes,​​ Paris, Denoël, 1947; Wahl J.,​​ Petite histoire de l’existentialisme,​​ Paris, Maintenant,​​ 1947; Chiodi P.,​​ L’e., Torino, Loescher, 1969; Pareyson L.,​​ Studi sull’e.,​​ Firenze, Sansoni, 1971; Abbagnano N.,​​ Introduzione all’e.,​​ Milano, Il Saggiatore, 1972; Neri R.,​​ Didattica e filosofia dell’e.,​​ Roma, Armando, 1975;​​ Beck H.,​​ Ex-in-sistenz: Positionen und Transformationen der Existenzphilosophie,​​ Frankfurt a. M., Peter Lang,​​ 1989; Prini P.,​​ Storia dell’e. da Kierkegaard ad oggi,​​ Roma, Studium, 1989.

Z. Trenti