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EDILIZIA SCOLASTICA

 

EDILIZIA SCOLASTICA

In senso largo, il complesso delle costruzioni abitabili e dei servizi annessi, comunque messo a disposizione della scuola. In senso stretto, quanto detto ma con destinazione​​ specifica​​ all’esclusivo uso scolastico, con servizi annessi (uffici, biblioteche, laboratori, palestre, piscine, infermeria, ecc.). Con la stessa locuzione si intende anche indicare una specializzazione all’interno delle discipline ingegneristiche e architettonico-urbanistiche, e una denominazione di capitoli di bilancio del Ministero della Pubblica Istruzione (​​ amministrazione scolastica).

1. Nel passato, la scuola dei primi gradi veniva ospitata dove era possibile, per lo più in stanzoni forniti di sgabelli e poco più; essendo essa affidata al clero, non di rado trovava spazio nei locali adiacenti alle chiese. Più tardi, estendendosi al mondo laico, trovò sede presso i municipi, ma talvolta anche in locali d’emergenza adattati, come magazzini, depositi e perfino stalle, vagoni ferroviari in disarmo. Molte scuole medie fino ai nostri giorni sono state provvisoriamente sistemate in appartamenti ordinari di case d’abitazione, civili ma angusti. L’esigenza di edifici appositi venne avvertita a partire dal risveglio scolastico della Riforma protestante e cattolica, quando furono erette le sedi di grandi ginnasi-licei, per lo più coesistenti con collegi-convitti (​​ collegio), molti dei quali ancora esistenti. Talvolta in essi erano ospitate anche le scuole di grado inferiore.

2. Con il sec. XIX la pubblica istruzione venne intesa come una funzione pubblica affidata agli enti locali (Comuni, Province) ed allo Stato, e furono allora costruite scuole per ogni livello. Per ultima venne una​​ legislazione​​ organica che fissava norme tassative di abitabilità e di funzionalità, e in molti casi i capitolati di appalto per i costruttori. Oggi i Comuni più attenti alle sorti delle scuole destinano ad esse complessi edilizi integrati immersi nel verde, che comprendono scuola materna, elementare e media, con alcune economie per l’unificazione di certi servizi.

3. Le aule devono avere una cubatura adeguata, con aerazione e riscaldamento, ampie finestre, sedili e tavoli (o banchi) ergonomici tali da non indurre a posture scorrette ed a paramorfismi e in alcuni casi (aule di fisica chimica e scienze e laboratori di istruzione professionale) le attrezzature necessarie. È anche opportuno che alle pareti si possano appendere carte e cartelloni, tavole di esposizione e scaffali per lavori in corso, bacheche, schermi per proiezioni.

4. L’insegnante deve poter disporre di una cattedra (in passato una specie di pulpito o almeno una scrivania su predella rialzata, oggi anche un semplice tavolo non necessariamente in posizione frontale o centrale) e di armadi e ripostigli, oltre che di mezzi di scrittura in grande formato. Servono a tale scopo una lavagna nera e / o di resina sintetica con gessetti o pennarelli, ovvero un maxi-blocco di fogli di carta su treppiede. Le scuole meglio attrezzate possono disporre di una​​ ​​ lavagna luminosa, registratore magnetico, un proiettore, un televisore e un computer, utilizzabili a turno, ovvero uno per aula (​​ mezzi didattici).

Bibliografia

Cicconcelli C.,​​ Scuole materne elementari secondarie,​​ Torino, 1958; Fagiolo M., «La casa della scuola», in L. Volpicelli (Ed.),​​ La pedagogia,​​ vol. IX, Milano, Vallardi, 1970, 507-567; Titone R. (Ed.),​​ Questioni di tecnologia didattica,​​ Brescia, La Scuola, 1974; Oreto P. (Ed.),​​ E.s., con CD-ROM, Palermo, Grafill, 2004.

M. Laeng




EDITORIA SCOLASTICA

 

EDITORIA SCOLASTICA

La produzione libraria di una azienda editoriale di media grandezza viene solitamente raggruppata in aree. Fra queste ne elenchiamo alcune possibili: e.s., e. varia, e. di grandi opere e, a partire dagli anni Ottanta, e. multimediale. In tal senso per e.s. si intende la produzione editoriale destinata alla scuola e da questa adottata per la realizzazione di programmi didattici fissati dai Governi e voluti dai consigli dei docenti delle singole scuole (​​ programmazione educativa / scolastica).

1. La scuola ingloba nei suoi piani di studio discipline varie e poiché garantisce un mercato sicuro, il contesto editoriale scolastico si presenta affollato e piuttosto complesso. Si tratta di un settore di lavoro in cui non si può improvvisare: fra tutti i libri funzionali infatti, quelli scolastici sono i più studiati e tecnicamente curati in quanto maggiormente esposti al controllo sociale e familiare e ad una serrata concorrenza. La funzionalità di tale produzione è legata ad una attenta analisi dei programmi ministeriali e alla loro interpretazione alla luce delle più attuali tendenze pedagogico-didattiche. La progettazione di nuove opere, l’esame di proposte di pubblicazione e la ricerca di autori devono rispondere ad un indirizzo editoriale ben preciso. Una valida editrice scolastica poi non può prescindere da costanti contatti con università, centri didattici e consulenti. Se la stampa, sin dalla sua invenzione, ha avuto un riferimento costante con la cultura è a partire dall’Otto / Novecento che diventa possibile parlare di e.s. vera e propria. Il sapere ideologico-culturale, i grandi avvenimenti politici, i profondi mutamenti sociali, nonché il complesso sviluppo industriale e capitalistico, favoriscono innovazioni tecnologiche in grado di lanciare il libro verso le grandi battaglie contro l’analfabetismo e a favore di una istruzione scolastica generalizzata. In tal senso fanno uso delle nuove tecnologie informatiche (combinandosi con l’e. multimediale).

2. In Italia lo sviluppo del libro scolastico è anche legato ad alcune riforme legislative. Così con la legge Coppino del 1877 l’Italia fu impegnata a rendere operante l’obbligo scolastico e venne data più attenzione ai problemi dell’istruzione tecnica e professionale; mentre la legge Daneo-Credaro intervenne sullo stato giuridico dei docenti e delle scuole elementari. Sono questi gli anni che vedono nascere editrici come Loescher, Paravia, Le Monnier, Zanichelli, Salani e altri. I primi del Novecento vedono nascere La Scuola di Brescia (1904), la SEI di Torino (1908), la Mondadori e la Rizzoli che con Bompiani e Vallecchi sapranno utilizzare validamente ai fini della loro crescita editoriale la Riforma Gentile che tra l’altro porterà nel 1932 all’istituzione dell’Ente Nazionale per le Biblioteche Popolari e Scolastiche. L’impegno di ricostruzione civile seguito alla seconda guerra mondiale vede anche il sorgere di nuove editrici: nascono così Curcio nel 1954, gli Editori Riuniti nel 1953 e la Mursia nel 1952. L’e.s. italiana è stata fortemente attenta alle riforme avviate dai suoi governi repubblicani e attraverso l’Associazione Italiana Editori (AIE) partecipa allo speciale Osservatorio del libro istituito presso il Ministero della Pubblica Istruzione.

Bibliografia

Bouvaist J. M.,​​ Pratiques et métiers de l’édition,​​ Paris, Cercle de la Librairie, 1991; Silva F. - M. Gamboro - G. C. Bianco,​​ Indagine sull’e.,​​ Torino, Fondazione Agnelli, 1992; Huenefeld J.,​​ The Huenefeld guide to book publishing,​​ Bedford, Mills & Sanderson Publishers, 1993; Cusmano A.,​​ E. Guida per chi vuole pubblicare,​​ Bologna, Zanichelli, 1994; Santoro M.,​​ Storia del libro italiano,​​ Milano, Editrice Bibliografica, 1994; Cavalli S. P. - G. Fioretti,​​ Come si fa l’editore,​​ Ibid., 1995.

G. Costa