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DUPANLOUP Félix Antoine Philippe

 

DUPANLOUP Félix Antoine Philippe

n. a Saint-Félix nel 1802 - m. a Lacombe nel 1878, vescovo e pedagogista francese.

1.​​ La vita.​​ Venuto dalla Savoia, fece gli studi ecclesiastici e venne ordinato sacerdote a Parigi nel 1825; si dedicò alla pastorale catechistica parrocchiale fino al 1834 e continuò il lavoro educativo come direttore del seminario minore della diocesi di Saint-Nicholas du Chardonnet (divenuto un prestigioso ginnasio), dal 1837 al 1845. Dal 1849 vescovo di Orléans, fu nominato accademico di Francia nel 1854, membro dell’Assemblea Nazionale nel 1871 e senatore della Repubblica nel 1876. Nel 1870 al Concilio Vaticano I prese parte attiva alla discussione sul progetto del piccolo catechismo universale.

2.​​ Gli scritti pedagogici.​​ L’opera più organica che presenta il suo pensiero pedagogico è​​ De l’éducation​​ (1851). Egli vi espone il suo concetto di educazione,​​ azione creatrice,​​ in cui si fondono autorità e disciplina, opera dell’educatore e collaborazione dell’educando. L’educazione inizia dalla famiglia, ma viene completata dall’educazione scolastica e collegiale, e poi da quella nazionale ed ecclesiale. L’educazione pubblica deve essere organizzata dalle famiglie, senza intervento diretto dello Stato, che deve invece garantire la​​ ​​ libertà di insegnamento. Importante è la formazione filosofica e letteraria, anche se le si affiancano quella dell’immaginazione, della sensibilità, del carattere e della coscienza: imparare a ben pensare e a ben esprimersi è fondamentale per l’uomo e per la sua formazione spirituale e religiosa. D. si interessò anche dell’educazione femminile. Difese, contro Gaume e Veuillot, lo studio dei classici pagani.

3.​​ Il​​ contributo all’educazione religiosa.​​ Per la formazione pastorale del clero scrisse i tre volumi​​ Méthode générale de catéchisme​​ (1862) e poi altri due intitolati​​ L’Oeuvre par excellence ou entretiens sur le catéchisme​​ (1869). In questa seconda opera D. descrive dal vivo i catechismi che si facevano alla Madeleine secondo il metodo di Saint Sulpice. Il catechismo è concepito come una funzione religiosa, che si svolge in una cappella apposita in un ambiente di pietà, con momenti che vanno dalla recita alla spiegazione delle verità, alla lettura del vangelo con breve omelia, ai canti e alle preghiere. Il catechismo è opera di educazione cristiana completa, porta all’amore e alla sequela di Gesù Cristo, si trasforma in un «catecumenato della Prima Comunione», a cui segue per gli adolescenti e i giovani adulti un Catechismo di perseveranza, che li conferma nella fede e nella vita cristiana.

Bibliografia

Dutoit H.,​​ Les meilleurs textes de D.,​​ Paris, Desclée de Brouwer,​​ 1933; Viotto P., «La pedagogia dello spiritualismo nei paesi di lingua francese», in​​ Nuove questioni di storia della pedagogia,​​ vol. 3, Brescia, La Scuola, 1977, 637-696.

U. Gianetto




DURKHEIM Émile

 

DURKHEIM Émile

n. a Épinal nel 1858 - m. Parigi nel 1917, sociologo francese.

1.​​ Preparazione scientifica.​​ Si è formato all’École Normale di Parigi. Dopo aver ricevuto una preparazione sostanzialmente filosofica, si è spostato gradualmente verso interessi sociologici. Dal 1887 al 1902 ha insegnato sociologia e pedagogia a Bordeaux. In questo periodo pubblica​​ La division du travail social​​ (1893),​​ Les règles de la méthode sociologique​​ (1895),​​ Le suicide​​ (1897).​​ Nel frattempo (1896) fonda e dirige la rivista «L’Année Sociologique». Nel 1906 viene chiamato alla Sorbona di Parigi, per insegnare sociologia e scienze dell’educazione.

2.​​ Lo sviluppo del pensiero pedagogico.​​ Può essere scandito in quattro periodi: a)​​ La negazione della specificità del fenomeno educativo:​​ sulla base di un triplice riduzionismo, fisiologico-organicistico, evoluzionista-meccanicistico e deterministico, l’attività educativa era considerata una pura funzione del sistema sociale, letto positivisticamente in termini di «fisicalismo sociale». b)​​ Il​​ ricupero della possibilità del discorso pedagogico:​​ l’educazione viene percepita come l’imperativo che tende a modellare l’individuo sulla base delle esigenze sociali, in vista della creazione del consenso. La pedagogia viene percepita come strumento di superamento del meccanicismo deterministico. c)​​ L’educazione come rimedio all’anomia:​​ a partire dall’analisi del «suicidio» (prima verifica sperimentale di un fenomeno sociale), ipotizzato come sintomo delle gravi disfunzioni del sistema sociale, quali l’anomia e la caduta di consenso sui valori fondanti il vivere sociale, D. riconosce l’importanza dell’educazione come rimedio alla disgregazione e al miglior funzionamento della società. Non giunge ancora a percepirla come un’azione diretta alla promozione e all’​​ ​​ autorealizzazione dell’individuo. d)​​ Il​​ ricupero dell’autonomia della coscienza individuale​​ su quella collettiva: superando il meccanicismo determinista del primo periodo, D. riconosce all’educazione e successivamente all’etica (familiare, professionale, civica e universale) il compito di trasmettere atteggiamenti e norme a scopo esplicitamente integrativo, ma anche di stimolare nell’individuo le risorse di autonomia e di critica (in seguito enfatizzate dai fautori della sociologia critica) rispetto al determinismo sociale dei processi educativi.

3.​​ Valutazione.​​ Il cuore delle preoccupazioni di D. è quello di​​ conciliare​​ «coscienza collettiva» e «coscienza individuale», la prima derivante dalle esigenze della soggiacente impostazione «organicista», la seconda emergente dalle componenti «morali» del suo pensiero nella fase matura. D. quindi può essere considerato l’ideologo della «dipendenza educativa» e dell’​​ ​​ integrazione sociale, che orienta l’individuo al consenso sociale e alla solidarietà organica. Considera il conformismo come condizione di autorealizzazione fino al punto di mitizzare l’uomo ultrasocializzato, riducendo così il fatto educativo a funzione sociale.

Bibliografia

a)​​ Fonti:​​ D. E.,​​ Éducation et sociologie,​​ Paris, Alcan, 1922 (postumo); Id.,​​ L’educazione morale,​​ Torino, UTET, 1977. b)​​ Studi:​​ Lukes S.,​​ E. D. his life and work. A historical and critical study,​​ London, Penguin Books, 1973; Giddens A.,​​ D., Bologna, Il Mulino, 1998; Crespi F.,​​ Il pensiero sociologico, Ibid., 2002; Poggi G.,​​ E. D., Ibid., 2003.

R. Mion